Sono quattro le aziende che hanno presentato al Comune di Genova una manifestazione di interesse per l’assegnazione di 270.000 metri quadrati (su circa 1,2 milioni) di proprietà di Società per Cornigliano spa, oggi oggetto di diritto di superficie alla società Acciaierie d’Italia spa come subconcessionaria di Ilva in amministrazione straordinaria (dal 2049 le aree diventeranno di proprietà della Regione Liguria): Msc Group, Ignazio Messina & C. spa, Number 1 Lostics group spa e Interglobo per la creazione di un hub logistico di rilevanza nazionale. La stima è di oltre 400 nuovi posti di lavoro.
Un modo per ricominciare a parlare di aree non usate da almeno cinque anni, ricorda il sindaco di Genova Marco Bucci, che mette i puntini sulle i: «Non è in discussione l’acciaio a Cornigliano, anzi. Riteniamo l’accordo di programma fondamentale per il futuro e vogliamo mantenerlo con un addendum. Se ci sono aree dove da cinque anni e mezzo nessuno ci cammina, allora abbiamo l’obbligo morale a fare sì che diano economia alla nostra città». Del resto il primo soggetto a non mantenere l’accordo è stata proprio l’ex Ilva: «L’azienda invece che occupare 2200 persone ne occupa 950 con gran parte di esse in cassa integrazione. Per cui intendiamo intraprendere una nuova strada, più giusta e intelligente, ponendo le basi per i prossimi 20 anni con il nuovo piano regolatore portuale».
Il problema è che da sempre l’ex Ilva ha sempre detto no a una riduzione delle aree in concessione.
Il Comune ha perciò deciso di rompere gli indugi e cominciare a veicolare una proposta concreta per andare a contrattare sia col ministero dello Sviluppo economico sia con Ilva in as stessa.
«L’obiettivo – spiega il consigliere delegato ai nuovi insediamenti aziendali del Comune di Genova Davide Falteri – è costruire uno dei primi magazzini di logistica predittiva a livello mondiale. Le indagini fatte dalle aziende sull’area da Cornigliano a Bolzaneto non avevano avuto esito perché occorre in contemporanea l’intermodalità e lo sbocco sul mare. Si tratta di un nuovo modo di pensare la logistica e uno stimolo per la compenetrazione della città nel porto. Il connubio tra digitale e logistica è un’opportunità trainante per il nostro Paese, fornisce anche un’occupazione qualificata».
Paolo Emilio Signorini sottolinea l’importanza di dare una destinazione chiara e strategica delle aree: «Con il nuovo piano regolatore portuale stiamo cercando di capire che destinazione dare agli spazi in città. Le aree portuali sono appetibilissime, dall’altro lato abbiamo un problema di valorizzare alcune aree della città. Occorre considerare che è una ruota che non ritorna più per altri 20 anni. Perderemmo un’opportunità. Nel piano regolatore abbiamo individuato alcune aree che sono di interesse per la città: il Waterfront di Levante, Ponte Parodi e la Lanterna, mentre aree non portuali come appunto quelle ex ilva sono invece interessanti per il porto».
Tra gli interessati c’è anche Number 1 che si occupa di logistica per un big come Barilla, per esempio: «Il progetto nasce dal bisogno – commenta Arnaldo Rampini – bisogno di raccordare i punti in modo rapido, di avvicinare le merci a dove sono destinate. Il bisogno è arricchito dalla necessità di ecologia, logistica green e riduzione mezzi. Oggi in Italia i flussi Nord-Sud sono sbilanciati rispetto a Sud-Nord. I nostri automezzi tornano vuoti. Occorre dunque un raccordo sostenibile che comprenda treno, gomma, mare e aeroporto. Il sindaco ci ha chiesto di creare un hub con solo mezzi elettrici all’interno, ma anche strutture che prevedano accoglienza e scuole».
La proposta viene accolta con interesse sia dalla Società per Cornigliano (parole del vicepresidente Santiago Vacca, che ha sottolineato come anche i lavori di bonifica siano a stadio avanzato), sia dai sindacati (ha parlato a nome di tutti Roberto Gulli di Uiltrasporti Liguria), sia dalle associazioni come Assagenti e Spediporto, che vedrebbe così una nascere una sponda importante sul progetto di green logistic valley). La macroarea sarebbe stata individuata, Bucci ha lasciato intendere anche la possibilità di una collaborazione con Ansaldo Energia per l’utilizzo della banchina dello stabilimento, ma anche che anche altri soggetti si erano fatti avanti, non in modo così ufficiale, con lo stesso scopo. «Anche l’amministrazione sarebbe interessata – fa sapere Bucci – a un’area vicina al futuro depuratore per realizzare il dissalatore».