Il leader di M5S, Giuseppe Conte, questa mattina a margine di una visita elettorale a Genova si è detto contrario alla realizzazione della Gronda, suscitando una pioggia di critiche da parte del centrodestra e di Azione, la contrarietà del Pd e la difesa dei candidati grillini.
«La Gronda di Genova – ha detto Conte – è un progetto che si trascina da decenni. Oggi ho letto una dichiarazione del presidente di Confindustria che ammette lui stesso che è un progetto un po’ vecchio. Noi siamo favorevoli al primo lotto ma non al secondo, quello che va trapanare le gallerie di Bolzaneto e di Voltri».
La Lega ha reagito a vari livelli. I consiglieri regionali Sandro Garibaldi (vice capogruppo) e Alessio Piana (presidente della III commissione Attività produttive), in una nota congiunta hanno dichiarato: « La Gronda di Genova, infrastruttura strategica e vitale per la Liguria e il nostro Paese, per Giuseppe Conte non s’ha da fare. È una vergogna che il M5S dica no a tutto e voglia rinviare ulteriormente l’avvio dei lavori dell’opera, che è necessaria per i genovesi e lo sviluppo della nostra regione. Inoltre, bisogna realizzare il Tunnel della Fontanabuona, che è un’opera importante per dare un inizio anche alla Gronda di levante. La Lega non permetterà la decrescita (in)felice del territorio. La Gronda di Genova si deve realizzare nel più breve tempo possibile. Se i lavori non si sono ancora iniziati è a causa dell’assurda scelta di bloccare l’opera proprio da parte del Governo Conte bis (Pd e M5s) e dal ministro Enrico Giovannini. Una scelta puramente ideologica fatta sulla pelle dei genovesi e dei liguri».
In una nota il gruppo della Lega in Consiglio comunale si legge: «La Gronda di Genova è necessaria e va fatta in fretta per evitare che il caro materie prime e l’inflazione facciano lievitare i costi. Viene il sospetto che il no dei grillini all’opera sia ideologico, ma sulla pelle dei liguri. Conte definisce la Gronda vecchia, ma lui stesso quando era presidente del Consiglio e con Paola De Micheli (Pd) ministro alle infrastrutture non ha mai fatto nulla perché si aprissero i cantieri. La Liguria ha fame di nuove infrastrutture come la Gronda, un’opera strategica, che darebbe slancio a tutta l’economia del nord ovest e che consentirebbe di snellire i problemi di viabilità stradale e ferroviaria che da troppo tempo strozzano la nostra regione».
Secondo il deputato ligure della Lega Edoardo Rixi, già viceministro al Ministero dele Infrastrutture e dei Trasporti «se la Gronda è ferma dobbiamo ringraziare il M5S che ha già dimostrato ampiamente una visione disastrosa del futuro del Paese: dire no a tutto quello che rappresenta progresso perseguendo la decrescita (in)felice. Se i politici grillini girassero meno in auto blu capirebbero meglio cosa subiscono i liguri ogni giorno. I lavori non sono ancora partiti a causa dello stop imposto dal governo Conte bis (Pd+M5s) e dal ministro Giovannini che, per non stizzire i grillini, non ha firmato l’apertura dei cantieri. Basterebbe una firma sul dossier che prende polvere sul tavolo del ministro, ma loro preferiscono bloccare tutto sulla pelle dei liguri. Il 25 settembre mandiamoli a casa».
Anche il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, una degli esponenti di Forza Italia passata al partito di Calenda, attacca Conte, scrivendo su Twitter: «Dopo il rigassificatore di Piombino, l’avvocato del popolo Conte dice no alla Gronda di Genova. Qualcuno spieghi ai 5Stelle che l’Italia, per correre, ha bisogno da Nord a Sud di più infrastrutture e meno assistenzialismo. I loro no alle grandi opere hanno già fatto abbastanza danni».
Il presidente della Regione ed esponente di Noi Moderati, Giovanni Toti, così interviene: «Conte oggi a Genova al mercato di piazza Palermo ha praticato uno degli sport in cui riesce meglio: dire no! Alla Gronda in questo caso. Se fosse per i Cinque Stelle non avremmo il Terzo Valico in costruzione, il cantiere della Diga non si aprirebbe e la Gronda non partirebbe mai. Il M5S ha un programma che ormai assomiglia a quello di Cetto La Qualunque: no a tutto quello che serve al Paese, sì a quello che aumenta il debito e le tasse dei cittadini, dal reddito di cittadinanza al salario minimo. Dopo aver distrutto l’Italia negli ultimi cinque anni, era difficile trovare una ricetta peggiore… ma evidentemente non impossibile!»
La capogruppo alla Camera dei deputati e vicepresidente del Pd Debora Serracchiani, negli studi di Telenord, polemizzando a distanza con Giuseppe Conte, tra l’altro ha ribadito che «Siamo sempre stati per la Gronda».
M5S replica a Rixi. In un comunicato i candidati del M5S alle politiche scrivono: «La Gronda ferma per volere del M5S? Ma a che gioco sta giocando Rixi? Rammentiamo all’esponente del Carroccio che sui “no” il suo partito è campione in base alla convenienza del momento. Illustrando il programma per le Comunali genovesi del 2012, ad esempio, ebbe a dichiarare che le “priorità” erano le famiglie e non (ripetiamo: non!) “la Gronda e la moschea”. Oggi, invece, torna sulla questione con un approccio diametralmente opposto, dicendo peraltro falsità, e le sue parole confermano quanto sapevamo da tempo: è talmente trascinato dalle proprie ambizioni personali da aver perso contatto con la realtà, anche all’interno dell’elettorato della Lega. Umilmente, ci permettiamo di ricordare a Rixi che se oggi, con i suoi fedelissimi, fosse sceso in piazza, tra la gente, avrebbe compreso che le priorità in questo momento sono altre. E si chiamano, in ordine sparso: caro bollette, assistenza a chi non ce la fa e in particolare alle famiglie con bambini disabili che il centrodestra ligure continua a ignorare nonostante la vuota propaganda, salute, pari opportunità, lavoro e salari dignitosi».