Le imprese liguri prevedono di assumere, nel mese di luglio, 13.910 persone, che salgono a 33.990 nuovi contratti di lavoro considerando anche i mesi di agosto e settembre. 1.430 persone in meno nel solo mese di luglio, rispetto allo stesso periodo del 2021, e 440 persone in meno nel trimestre. Secondo l’ultimo bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che elabora le previsioni occupazionali di luglio, nella nostra regione il 38,8% delle figure ricercate sono di difficile reperimento.
Nel resto d’Italia, sono oltre 505 mila le assunzioni che le imprese hanno programmato a luglio e arrivano a poco meno di 1,3 milioni nell’intero trimestre luglio-settembre. Le previsioni complessive, secondo il bollettino, evidenziano un andamento negativo sia rispetto al mese di giugno 2022 (-9,7%), sia rispetto a luglio 2021 (-5,4%).
La difficoltà di reperimento si riscontra anche a livello nazionale, con il 40,3% delle assunzioni previste, circa 10 punti in più rispetto a luglio 2021.
I settori
L’industria italiana, a luglio, programma circa 130mila entrate (-1.390 assunzioni rispetto giugno, -7 mila circa rispetto a luglio 2021) e 349 mila nel trimestre luglio-settembre (+12,5mila rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Nel settore dei servizi sono circa 375 mila i contratti di lavoro che le imprese prevedono di attivare (in flessione di 52 mila unità rispetto a un mese fa) e poco meno di 930 mila quelli previsti per il trimestre luglio settembre (-14mila rispetto allo stesso trimestre 2021).
Per quanto riguarda i contratti offerti quelli a tempo determinato rappresentano il 58% delle entrate previste, seguono i contratti a tempo indeterminato (16%), quelli di somministrazione (10%) e di apprendistato (5%). Le altre tipologie contrattuali riguarderanno il restante 11% delle entrate programmate.
Tra i settori manifatturieri l’analisi evidenzia flussi di assunzioni più elevati nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (21mila entrate, oltre 8mila in più rispetto a giugno) seguite dalle industrie meccaniche ed elettroniche (20mila entrate) e dalle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (16mila entrate). Per le costruzioni sono previste 41 mila assunzioni, dato in flessione rispetto a giugno (-10,5%), ma in crescita rispetto a dodici mesi fa (+4,2%).
Tra i servizi il flusso di assunzioni più consistente a luglio riguarda la filiera turistica con circa 121 mila contratti da attivare, seguono il commercio con 65 mila assunzioni e i servizi alle persone (64 mila). Andamenti positivi per i servizi informatici e telecomunicazioni con 14 mila assunzioni programmate e per i servizi avanzati di supporto alle imprese con 21 mila assunzioni (rispettivamente +5,2% e +7,7% se confrontati con il mese precedente).
I profili più difficili da trovare
Sono circa 204 mila le ricerche di personale per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento, confermando come causa prevalente la mancanza di candidati per i profili ricercati. A incontrare le maggiori criticità sul mercato sono le imprese della metallurgia e dei prodotti in metallo (circa 56% dei profili ricercati è di difficile reperimento) seguite dalle industrie del legno-arredo (55%) e dai servizi Ict e dalle imprese di costruzioni (per entrambi 54%).
Tra i profili più difficili da reperire risaltano, i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (il 65,3% è di difficile reperimento), i tecnici in campo ingegneristico (57,0%), i tecnici della salute (56,4%), i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (55,6%) e gli specialisti in scienze matematiche, informatiche e scientifiche (54,9%).
Tra gli operai specializzati le maggiori difficoltà si evidenziano per fonditori e saldatori (65,7%), operai di macchine per lavorazione metalliche e prodotti minerali (63,9%), operai addetti alle rifiniture delle costruzioni (60,1%) e operai di installazione e manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche (59,8%).
A sottolineare il problema della mancanza di personale specializzato è anche Confitarma che, in una nota, evidenzia le gravi difficoltà che la carenza di lavoratori marittimi sta creando per l’attuale stagione estiva, soprattutto nei servizi di cabotaggio e in particolare l’operatività delle navi traghetto.
«È bene sapere – evidenzia Giacomo Gavarone, presidente del gruppo tecnico “Risorse Umane e Relazioni Industriali” di Confitarma – che degli oltre 1.100 marittimi di cui le compagnie di navigazione soffrono la carenza, circa mille non sono ufficiali, ma marittimi abilitati di macchina, operai meccanici, motoristi, ottonai, elettricisti, marinai, fino ad arrivare a una quota molto consistente (oltre 500) di personale di camera (camerieri, garzoni e piccoli di camera) e cucina (cuochi equipaggio e piccoli di cucina). Tale situazione è determinata da molteplici fattori, a seconda delle figure professionali: per esempio la carenza di qualifiche specialistiche di macchina o quella del cuoco equipaggio è chiaramente dovuta a requisiti di accesso alle suddette figure ormai totalmente superati e alla mancanza di specifici corsi di formazione che non consentono, quindi, il normale ricambio generazionale dei lavoratori marittimi che, nel tempo, vanno in pensione. Per le altre figure, in particolare quelle che svolgono a bordo i cosiddetti servizi di camera, il fenomeno che ci troviamo di fronte in questi giorni è estremamente complesso e i fattori che lo stanno determinando sono molteplici. Senza timore di smentita possiamo affermare che, da un lato, l’aumento del numero di traghetti entrati in esercizio negli ultimissimi anni ha determinato un maggior fabbisogno da parte delle compagnie di navigazione di tali figure professionali, e dall’altro, la forte ripartenza del turismo ha comprensibilmente portato tanti marittimi a scegliere occupazioni “a terra”. L’effetto combinato di questi due fattori sta contribuendo in maniera molto significativa all’ampliamento del divario fra domanda e offerta».
Per Salvatore d’Amico, presidente del Gruppo Tecnico “Education e Capitale Umano” e del Gruppo Giovani Armatori di Confitarma, sarebbe importante rimuovere tutte le attuali barriere, normative e operative, all’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro marittimo: «Oltre all’agognata riforma del collocamento della gente di mare, compreso l’aggiornamento dei requisiti di accesso alle figure professionali, occorre sostenere economicamente i giovani che vogliono intraprendere le carriere del mare finanziando almeno in parte i corsi basic training necessari per imbarcare a bordo delle navi, sulla falsa riga di quanto si sta facendo con il “buono patente” per gli autotrasportatori − spiega − Tutte queste iniziative, se messe in campo in tempi rapidi, potrebbero generare, già nel giro di pochi mesi, nuova occupazione marittima italiana».