Puntualità, rispetto dei tempi e delle regole, rigore organizzativo: il confronto tra i candidati sindaco di Genova che si è svolto ieri sera nella Sala Quadrivium, con circa 250 persone presenti, a cura della Curia genovese, ha colpito soprattutto per questi aspetti.
Alle 18, ora fissata per l’inizio del dibattito, i cinque candidati Antonella Marras, della Sinistra Insieme, Martino Manzano, no vax, l’indipendente Carlo Carpi, Ariel Dello Strologo, sostenuto da una coalizione di centrosinistra e Marco Bucci, sindaco uscente del centrodestra (mancavano gli altri due invitati, Mattia Crucioli, rimasto a Roma per votare in Parlamento, e Cinzia Ronzitti) erano tutti presenti. Alle quattro domande, su temi di carattere economico-sociale, hanno risposto rispettando i tempi, interrotti, quando necessario, da una soave voce femminile allo scadere dei secondi assegnati. Una bella sorpresa per chi segue questi eventi.
Per il resto il dibattito si è svolto nei modi prevedibili, con i due candidati considerati in pole position, Dello Strologo e Bucci, che si sono scontrati, seguendo le linee-guida delle loro campagne elettorali, sul tema della denatalità e delle infrastrutture.
Il calo demografico era uno dei temi proposti dagli organizzatori: Bucci lo ha garbatamente contestato, sostenendo che, secondo i dati Istat, se si contano anche i cittadini che non hanno la residenza a Genova ma ci lavorano o ci studiano, si contano 650 mila persone e non 560 mila: «siamo in leggera crescita – ha puntualizzato – c’è un netto miglioramento dovuto all’inversione del trend». Dello Strologo ha replicato che se si calcolano anche i genovesi residenti fuori sede i conti di Bucci non tornano più. Genova, ha precisato, deve diventare più accogliente, disporre di case per gli studenti, campus universitari. Un genovese su cento è vicino allo stato di povertà, c’è chi non ha lavoro e chi lo ha perso, chi riceve una pensione troppo ridotta e non riesce a pagare l’affitto, mentre le case popolari non sono disponibili. E ha proposto un’agenzia per la casa. Bucci ha dichiarato che negli ultimi cinque anni si sono ottenuti 24 mila nuovi posti di lavoro a Genova, purtroppo 4 mila sono rimasti scoperti perché non c’è stato incontro tra domanda e offerta e ha ricordato, a proposito di politiche per la casa, che quella di Begato «è la più grande operazione di rigenerazione urbana effettuata in Italia, con 400 famiglie riallocate e felici, soddisfatte della loro nuova residenza» e ha annunciato che se ci sono 1200 appartamenti di edilizia pubblica vuoti perché da ristrutturare adesso ci sono le risorse per farlo.
Con l’attuale sindaco il dibattito era inevitabile che trovasse il suo punto focale sulle opere. Bucci non si è dilungato sulle sue realizzazioni ma ha spiegato che ora «non è un problema di destra o di sinistra ma ci sono 10 miliardi da spendere bene. Vogliamo affidarli a chi ha fatto il nuovo ponte o a chi ha lasciato un buco davanti al San Martino per dieci anni?» Dello Strologo ha replicato che la città «ha bisogno di qualcuno che la amministri, non di un realizzatore di opere pubbliche. E del buco del San Martino io non so nulla».
Quanto agli altri candidati, Marras ha criticato le politiche sociali dell’amministrazione comunale e del Paese, esprimendo una netta contrarietà nei confronti del Ddl Concorrenza, e ha chiesto un assessorato alle politiche socio-sanitarie, Manzano ha denunciato la denatalità come «logica conseguenza di un modello sociale che ha al centro il denaro, ha chiesto un «cambio di paradigma» e ha poi inserito una critica alla politica sanitaria nazionale in relazione al Covid e ai vaccini, Carpi ha sottolineato l’importanza sociale delle politiche abitative di fronte al dramma degli sfratti, spesso collegato a quello delle separazioni familiari.