Dal 6 aprile al 10 luglio la grande pittura barocca è di scena nelle sale del seicentesco Palazzo Doria Carcassi, sede di Fondazione Carige, con la mostra “Genova Pittrice. Capolavori dell’Età Barocca nelle Collezioni di Banca e Fondazione Carige”, che espone 33 opere di maestri fiamminghi e genovesi provenienti dalle raccolte d’arte di Banca e Fondazione Carige.
Le visite sono gratuite e guidate e avverranno nel rispetto delle vigenti normative anti-Covid e avranno luogo, previa prenotazione online, nelle giornate di mercoledì (14.30-18.30) e venerdì (15 -19). La sede della Fondazione sarà inoltre aperta durante le giornate dei “ Rolli Days” dal 13 al 15 maggio. Per prenotare clicca qui
Tra i dipinti, riuniti per la prima volta in un unico corpus espositivo aperto al pubblico, sono compresi alcuni capolavori molto noti e opere che rappresentano una vera e propria scoperta per il visitatore. In mostra incontriamo grandi maestri come Anton Van Dyck, Bernardo Strozzi, Domenico Piola, Gio. Benedetto Castiglione, Valerio Castello e Alessandro Magnasco insieme ai loro allievi e seguaci, come Bartolomeo Biscaino o Stefano Magnasco. Un focus particolare viene proposto sia sui caravaggeschi, quali Gioacchino Assereto e Orazio De Ferrari, sia sui naturalisti, quali Domenico Fiasella e Giovanni Andrea De Ferrari, e sulla loro capacità di inscenare fiabe mitologiche, scene bibliche o storie quotidiane in grandi tele affollate e coloratissime.
«“Genova Pittrice” esprime il profondo legame esistente tra la nostra Banca e il territorio, un valore che ci trova perfettamente in sintonia con Fondazione Carige con cui abbiamo organizzato questa mostra e avviato un dialogo sui temi della cultura e della promozione territoriale – ha dichiarato il responsabile delle Relazioni Esterne di Banca Carige Alfredo Maio –. Dalla Fondazione la nostra proposta ha ricevuto un’accettazione immediata ed entusiasta».
«Questa collaborazione con la banca in favore del territorio – ha precisato Paolo Momigliano, presidente della Fondazione Carige – rappresenta il primo passo di un nuovo percorso che possiamo intraprendere dopo avere superato tante difficoltà».
La curatrice della mostra, Anna Orlando, ha spiegato che l’iniziativa aveva due scopi: «la valorizzazione delle opere raccolte, anche grazie al catalogo e alle schedature effettuate dai ricercatori, e fare conoscere al pubblico dei dipinti in uno spazio consono. Tra l’altro questo studio ci ha portato a fare delle scoperte, come il fatto che nel dipinto Ester e Assuero di Domenico Fiasella è nascosto tra le colonne un autoritratto dell’autore».