Tre fasi, trentadue giorni consecutivi di lavoro, più di 200 mezzi impiegati e oltre 300 persone coinvolte tra tecnici e operatori. Sono alcuni dei numeri dell’opera di riqualificazione funzionale e strutturale della pavimentazione della pista di volo 10/28 dell’aeroporto internazionale “Cristoforo Colombo” di Genova, intervento che ha comportato, dallo scorso 11 marzo, la chiusura continuativa dell’aeroporto e il fermo di tutte le operazioni di volo. I lavori proseguono ventiquattr’ore su ventiquattro, per otto giorni, fino al 19 marzo compreso, quando avrà inizio l’ultima parte del cantiere, il cui smobilizzo definitivo è fissato per il 25 marzo.
A gestire e a coordinare ciascuna fase operativa, la Giuggia Costruzioni di Villanova Mondovì (in raggruppamento temporaneo con la Bacchi), ancora una volta protagonista a Genova dopo le attività sul nuovo Ponte San Giorgio, sulla sopraelevata, in fase di realizzazione tra il bacino portuale di Prà e il nodo autostradale, e le modifiche stradali attuate in via Cornigliano. Ad affiancare Giuggia Costruzioni, anche partner come Saisef, Comac ed Ets per la produzione del conglomerato bituminoso.
Tuttavia, riflette l’amministratore delegato di Giuggia Costruzioni, Paolo Giuggia, «i pesanti rincari delle forniture e delle materie prime che tutti noi stiamo riscontrando nel quotidiano, gravano pesantemente anche sulle spese complessive dei cantieri articolati come quello di Genova. Costi imprevedibili in fase di appalto che non ci vengono riconosciuti e ai quali dobbiamo far fronte con risorse interne. Nel caso specifico, in virtù dell’impegno civico e del dovere etico verso la collettività che da sempre ci contraddistinguono, siamo pronti ad addossarci temporaneamente questo onere. Tuttavia, riteniamo necessario avviare un tavolo istituzionale che metta a punto con urgenza opportuni interventi di ristoro, anche con il coinvolgimento del sistema finanziario. È fondamentale lavorare per garantire la sostenibilità della nostra industria, pena il tracollo completo dell’intero comparto».