Il ministero delle Insfrastrutture finanzia interamente il progetto della Skymetro in val Bisagno: 398 milioni, come da comunicazione attraverso lettera dal ministro Enrico Giovannini al sindaco Marco Bucci, in attesa del decreto, atteso entro il 10 marzo.
Un’infrastruttura lunga 6 km, per una percorrenza di 11 minuti da Brignole a ponte Fleming, con la possibilità poi di studiare il progetto sino a Prato. In totale sono 1,1 i miliardi investiti nei trasporti su Genova.
La novità, dunque, è che non si tratterà più di un partenariato pubblico-privato, in questo modo sarà possibile procedere senza rottura di carico tra la fermata di Brignole e la Skymetro.
«Stiamo facendo tutte le valutazioni del caso per ridurre il più possibile l’impatto paesaggistico – afferma l’assessore comunale alla Mobilità Matteo Campora – sarà dunque probabilmente a un binario con sdoppiamento nelle stazioni, che saranno otto. Stiamo anche pensando a una parte in sponda destra».
La frequenza sarà di circa 5 minuti. La capacità di 442 passeggeri a singolo treno. I treni saranno quattro con 8 unità di trazione, lunghi 80 metri. All’ora la capacità di posti offerti sarà di 8800 posti per direzione. 37 km/h la velocità commerciale, con un massimo di 60.
Le fermate saranno otto: Brignole, Stadio, Parenzo, Staglieno, Ponte Carrega, Sciorba e un’altra prima di Ponte Fleming.
La via più economica è stata scelta analizzando anche i costi e i benefici (in origine il project financing con Alstom costava oltre 500 milioni. «In questo modo potremo valorizzare anche la nostra azienda Amt».
Si tratterà quindi di un’opera completamente pubblica, che comprende anche l’acquisto dei treni e finanziata con i fondi destinati alle Città Metropolitane dedicati proprio al prolungamento delle metropolitane. Secondo Campora l’opera potrebbe vedere la luce in cinque anni.
«Abbiamo anche convinto il ministero sulla compatibilità con l’asse della val Bisagno finanziato per il trasporto su gomma – puntualizza Campora – perché le fermate dei bus sono molto più ravvicinate».