Aumentano i costi e cala il servizio delle ferrovie. Genova, inoltre, è tra le poche città che non investe sul tram, mentre in tutta Italia sono 235 i chilometri di linee di tram in cantiere o finanziati.
Il rapporto Pendolaria 2022 concentra l’attenzione sul nuovo scenario di investimenti previsti in Italia per capire se possano rappresentare davvero la svolta che le città aspettano da molti anni, per ridisegnare in chiave sostenibile gli spostamenti all’interno della penisola e con le isole. Rispetto al passato, l’analisi della situazione delle diverse linee è ridotta proprio perché i servizi sono stati limitati e ridisegnati, con molti lavoratori in remote working.
In era pre Covid, la crescita dei passeggeri analizzata nel report Pendolaria dal 2009 al 2019 è stata costante passando da 122.000 viaggiatori al giorno a 128.000, a testimonianza di una grande richiesta di mobilità pubblica da parte dei cittadini.
Dopo la sospensione degli aumenti del 2019 e del 2021 dal primo gennaio sulle linee ferroviarie liguri i costi sono tornati ad aumentare nuovamente del 5% sugli abbonamenti e dell’8% sulle corse semplici.
Dalle tabelle del Report si evidenzia come la regione Liguria, tra il 2009 e il 2019 (non si riporta il dato 2020 inficiato dalla situazione pandemica) sia calato il servizio offerto.
Gli investimenti regionali per il servizio ferroviario nel 2020 sono stati lo 0,46% del bilancio regionale, che valgono il sesto posto nazionale: 23,41 milioni di euro per il servizio, 2,6 per il matriale rotabile.
In Liguria su 493 km di rete ferroviaria il 32,2% è a binario unico (tratta Genova – Ventimiglia) – una percentuale tra le più basse d’Italia, ma che rallenta lo scambio e le potenzialità di trasporto con il Ponente Ligure e la Francia.
Sul raddoppio Legambiente Liguria, convinta che quel “collo di bottiglia” debba essere risolto, esprime perplessità sullo spostamento a monte del tracciato, che allontana dai centri urbani il servizio, con risultati deludenti e poco confortanti laddove questa soluzione è già stata preferita rispetto al mantenimento della linea vicino ai centri abitati.
Per quanto riguarda la metropolitana genovese nel report Pendolaria si trovano indicati i 43 milioni per la stazione di Corvetto (fondi Pnrr) e altri 63 milioni per il prolungamento di Canepari, nulla si trova, a differenza di molte altre città, per le linee tramviarie. Il report sottolinea che sono 235,7 i chilometri di linee di tram in cantiere o finanziati a Milano, Bergamo, Brescia, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Cagliari e Sassari.
«Purtroppo il Comune di Genova, che è la città ligure dove l’effetto del pendolarismo incide di più – commenta Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria – ha rinunciato ad inserire il tram, vanificando le aspettative dei cittadini e del dibattito pubblico che si era avviato anni fa, in val Bisagno. Per questa parte di città sono proposti dall’amministrazione comunale progetti dispendiosi come lo skytram sopraelevato paradigmatico di un approccio alla mobilità che non vuole minimamente disturbare il traffico privato».
Sul traffico privato recentemente Legambiente ha messo in evidenza, nel dossier Mal’aria, che a Genova nel 2021 la centralina da traffico di corso Europa ha registrato il secondo peggior risultato secondo solo a quello di Palermo in tutta Italia per emissioni di ossido di azoto (51 microgrammi per metro cubo rispetto ai 10 microgrammi per metro cubo indicati dall’Oms come limite).
«Leggiamo i grandi annunci sui fondi previsti dal Pnrr in arrivo in Liguria e a Genova – sottolinea il presidente di Legambiente Liguria – tra interventi per il trasporto rapido di massa, il rinnovo di treni e bus, il miglioramento dei sistemi di controllo ferroviario, ma ricordiamo che non basta il rinnovo del parco circolante e il miglioramento dell’infrastruttura, se il servizio non è strutturato sulle esigenze dei cittadini. Sono necessari più treni per aumentare l’offerta di servizio in particolare nelle aree urbane nelle ore di punta, spostando importanti quote di traffico privato automobilistico verso l’utilizzo del treno, anche per decongestionare le città liguri e i borghi che ne sopportano l’insostenibile carico. Investire in mobilità sostenibile significa anche recuperare spazi pubblici nelle città, rinnovandole urbanisticamente, migliorandone così la vivibilità e rendendo il sistema di spostamento dei cittadini, nel suo complesso più efficiente e efficace».