Il completamento del Parco scientifico tecnologico degli Erzelli, con tanto di nuovo Irccs, progetto bandiera della Liguria per il Pnrr, «sarà anche un progetto pilota perché probabilmente sarà uno dei primi che andremo a firmare dei venti che andremo a realizzare nelle singole regioni». Così il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, ripresa dall’Agenzia Dire, è intervenuta da remoto stamattina al convegno “Le risorse del Pnrr”, organizzato dalla Regione Liguria, a Genova, a Palazzo Ducale.
«Nell’ambito dell’apposito tavolo di concertazione con i ministeri coinvolti, a breve faremo un sopralluogo finalizzato a rendere evidenti le effettive potenzialità del progetto, ma anche a favorire un gioco di squadra con i soggetti coinvolti – prosegue il ministro – Penso all’Iit, all’Ircss, all’Università, ma anche al privato perché la finalità di questo piano non è solo l’attuazione dei 230 miliardi, ma se vogliamo che il Pnrr abbia un effetto volano e produca una crescita di sei punti di Pil non solo nell’anno in corso ma stabilizzata, è fondamentale il raccordo con gli enti territoriali, ma anche con il privato». Agli Erzelli, ricorda Gelmini, nascerà «un polo nazionale di ricerca tecnologica e scienze computazionali per il trasferimento applicativo nel settore clinico e delle life sciences, che farà della Liguria un vero e proprio centro di competenza nazionale ed europeo, con particolare riguardo alla medicina robotica, di precisione e personalizzata».
Il ministro sottolinea che «si tratta di un progetto di grande rilevanza che necessita di risorse ingenti: siamo nell’ordine di oltre 300 milioni. Abbiamo già registrato intorno a questo progetto un grande interesse e trovo che sia davvero la concreta applicazione della visione di Paese che è sottesa al Piano nazionale di ripresa e resilienza: quella di un Paese all’avanguardia anche nei settori cruciali che riguardano la difesa della vita e di una regione che ha il coraggio e l’ambizione di pensare al futuro con un progetto pionieristico, che potrebbe rendere la Liguria protagonista non solo in Italia, ma in Europa e nel mondo».
«Non mi sfuggono le difficoltà, non mi sfugge il fatto che il Piano nazionale di ripresa e resilienza abbia una condizionalità con 53 riforme da approvare entro il 2026, però, già questa settimana il governo attraverso il premier Draghi darà conto dei primi step raggiunti e vi posso dire che si sta lavorando alacremente», ha poi aggiunto il ministro. «C’è la consapevolezza che non è ammesso un fallimento, che non è ammesso nessun alibi perché le risorse ci sono e tocca a noi spenderle, non solo onestamente, ma con efficacia, nei tempi che l’Europa ci ha dato – dice Gelmini – Occorre fare in modo che questo piano non sia il piano di un governo, ma il piano del Paese. Per fare questo è indispensabile il metodo, ovvero il coinvolgimento di tutti i diversi livelli di governo, ma anche delle associazioni di categoria, dei sindacati, delle Università, delle associazioni e delle Camere di commercio. Mi pare che sia esattamente il metodo che la Liguria si è data ed è l’unico modo per far sì che questo piano sia il piano del Paese, dei territori, uno strumento attraverso il quale rammendare il Paese».
Il ministro aggiunge che «non possiamo dimenticare che per affrontare la pandemia abbiamo prodotto un indebitamento importante del Paese e questi debiti ricadranno sulle spalle delle giovani generazioni alle quali va restituito qualcosa: il risarcimento che dobbiamo dare sta nella qualità delle progettualità del Pnrr, nella consapevolezza dell’importanza degli investimenti e nel fatto che, attraverso queste progettualità, dobbiamo stabilizzare la crescita».