Il Palazzo della Borsa di Genova ha ospitato l’iniziativa di Deloitte “Laboratorio Pnrr – Territorio e filiere” nell’ambito del progetto “Why Liguria, il bello e il buono”. Nel corso del convegno sono stati diffusi i risultati dell’Osservatorio Deloitte sulla Liguria, la survey sulle aspettative post Covid del territorio ligure condotta in collaborazione con Liguria Business Journal e il lancio del laboratorio sul Pnrr.
«La pandemia ha stravolto le abitudini lavorative, modificando il modo di vivere e lavorare in ogni tipo di attività – dichiara Eugenio Puddu, partner Deloitte e responsabile del progetto Why Liguria – già prima dell’emergenza Covid-19 tra le più influenti aziende del pianeta stava emergendo la consapevolezza che alcune grandi tematiche ambientali, sociali e di governance stavano progressivamente assumendo dimensioni globali e che vi fosse la necessità di affrontarle con visioni coese. L’emergenza sanitaria ha dato ulteriore impulso a queste sensibilità, rendendo sempre più oggettiva la percezione che, dopo il Covid-19, il mondo non potrà più essere come quello di prima. Le priorità per le aziende sono cambiate seguendo l’evoluzione dei consumatori, basata su una sempre maggiore consapevolezza. In questa particolare fase storica sono emersi nuovi fattori di incertezza, ma anche nuove opportunità».
Quello che è certo per tutti è che si tratta di un’occasione irripetibile per il nostro Paese, ma prima occorre che si facciano le riforme: «Il governo ci ha messo la faccia, soprattutto quella della giustizia – afferma Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Adsp del Mar Ligure Occidentale – che è il principale ostacolo alla competitività del nostro Paese. Tuttavia nel Pnrr non c’è una riflessione di politica industriale. Il Covid ha evidenziato drammaticamente quello che mancava all’Italia, ossia l’accorciamento della filiera produttiva».
A complicare la situazione il calo delle materie prime e l’aumento del prezzo del gas del 400% in Europa, come ha sottolineato Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Liguria: «Anche così si perde competitività, non è un caso che ieri abbiamo parlato con Eni di questo problema di difficile rientro nel breve-medio termine. Competitività che, come diceva Signorini, è bloccata anche dalle riforme attese da troppi anni: oltre alla giustizia, pubblica amministrazione, concorrenza e semplificazione. Solo così il Pnrr potrà essere attuato. Altrimenti meritiamo di essere commissariati».
Mondini ha citato il sito Italiadomani dove si possono trovare tutti i bandi legati al Pnrr. «Le Regioni avranno un compito difficile, è importante discutere su questi temi. Regione Liguria è una delle più virtuose ad aver speso i fondi europei del settennato precedente, ieri ho visto dati inquietanti altrove. In più la Liguria anche sul prossimo settennato è già avanti nella programmazione e quindi sarà una delle prime a far partire bandi a metà 2022. Sarà di buon auspicio per il Pnrr. Dovranno poi essere brave le amministrazioni e le imprese a partecipare. Il laboratorio dovrà essere continuo».
Nella fase del “new normal” il tema della formazione legato a all’economia della conoscenza sarà fondamentale e non è un caso che sia una delle missioni del Pnrr. «Occorre affrontare il tema nuove professioni – dice il rettore dell’Università di Genova Federico Delfino – non solo in “upskilling”, ma anche in “reskilling” che va fatto sulla filiera: dalla formazione di terzo livello alle lauree professionalizzanti, quelle abilitanti e agli Its in cui la Liguria si è mossa molto bene. La sfida è che possiamo costruire percorsi specifici su dottorati di ricerca, costruendo programmi mirati sulle esigenze delle imprese. Nella survey dedicata agli iscritti Confindustria sono emersi più di 80 programmi di ricerca applicata e so che la Regione è interessata a far parte di questa iniziativa inserendo anche risorse del Fse».
Energia, blue economy, territorio sostenibile sono le filiere su cui sta lavorando l’Università per le sfide dell’innovazione e la creazione di occupazione qualificata anche grazie all’insediamento di startup innovative sul territorio.
Il laboratorio di Deloitte nasce dall’esperienza dell’osservatorio sulle aziende liguri di Deloitte. «Nasce nell’ambito del progetto Why Liguria – racconta Francesca Tognetti senior manager deloitte coordinatrice progetto Why Liguria – avviato nel 2015 e interamente dedicato al territorio ligure, alle sue aziende e ai suoi imprenditori. Il progetto vede il coinvolgimento di specialisti Deloitte e beneficia dei contributi di imprenditori, professori universitari, esperti e conoscitori del contesto ligure. L’obiettivo dell’Osservatorio è il monitoraggio dell’andamento economico-patrimoniale su un periodo di 5 anni per condividere spunti per intraprendere e consolidare percorsi di crescita virtuosi».
Deloitte ha individuato i “Bravi” e i “Best Performer”
Le iniziative dei “Best performer” hanno riguardato sistematici investimenti sull’innovazione, strategie di valorizzazione del territorio, attività di formazione del personale, campagne ambientali, progetti legati all’economia circolare, strategia di internazionalizzazione per la ricerca di nuovi mercati e ricorso a nuove forme di finanziamento.
La crisi pandemica ha colpito: le aziende che avevano un trend positivo di fatturato nel quinquiennio oggetto di analisi sono diminuite del 24% rispetto al campione analizzato.
Sebbene i dati del terzo trimestre 2021 soprattutto per quanto riguarda il sistema manufatturiero, stiano mostrando una crescita e un graduale ritorno ai livelli pre-pandemia, grazie alla reattività, capacità di adattamento, riorganizzazione e investimenti degli imprenditori, è importante, secondo gli esperti di Deloitte non abbassare la guardia e sfruttare appieno le potenzialità del Pnrr per vincere le sfide legate alla fase di straordinaria trasformazione dell’economia che stiamo vivendo.