Parte oggi il programma sperimentale della Regione Liguria “L’avanguardia tecnologica difende le api dalla Vespa velutina” per arginare la diffusione di questo insetto. Il progetto, basato sull’uso di pesticidi selettivi, viene sviluppato in collaborazione con l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Liguria, Piemonte e Val d’Aosta.
La Vespa velutina, un calabrone asiatico, è una specie carnivora allogena che preda specificamente le api mellifere, oltre a essere pericolosa anche per l’uomo. La sua strategia di caccia le porta ad appostarsi sul tragitto percorso dalle api per tornare all’alveare; è molto efficiente, e la paura della predazione unita alla mancanza di tecniche di difesa efficaci, porta le api a “barricarsi” all’interno dell’alveare, inibendo la produzione di miele e minando la prosperità della colonia.
«Si tratta di una specie invasiva – spiega Alessandro Piana, assessore regionale all’Agricoltura – approdata in Francia anni fa attraverso una nave commerciale. Ha rapidamente occupato la Liguria e il nord della Toscana. Si stima che complessivamente l’87.5 % dell’impollinazione floreale dipenda dagli animali; in Europa, l’85 % dipende da varie specie di insetti, per cui le api hanno un ruolo di importanza primaria nel processo. All’attività predatoria del calabrone si aggiunge il fatto che l’ultima primavera è stata particolarmente fredda, e che le produzioni sono calate sensibilmente. In Liguria sono presenti 2648 apicoltori, e questo ci impone una decisione rapida e radicale».
Il corso che ha portato all’applicazione del programma non è stato immediato. «La nostra Regione – continua Piana – ha scelto questo progetto, denominato Metodo Z, fra una ventina di opzioni. Normalmente, il Ministero delle Politiche Agricole concede l’emergenza solo in caso di calamità improvvisa; in questo caso, è stata ottenuta una deroga, ma occorrerà tempo perché sortisca un effetto. Fino a oggi è stata utilizzata la tecnica della rimozione degli alveari di vespa, ma è una strategia dispendiosa e poco efficiente. Dal 20 aprile 2021, la rimozione di 1.762 nidi è costata 92.490 euro».
Già il progetto “Life Stopvespa” tra Liguria e Piemonte ha contribuito a una fattiva rimozione dei nidi segnalati in Liguria con diverse squadre di neutralizzazione e di monitoraggio, in collaborazione con le istituzioni, i nuclei locali di Protezione Civile, le associazioni di categoria e gli apicoltori. Decisivo dal 2019 il lavoro di gestione organizzativa e il coordinamento tecnico-operativo sulle segnalazioni e sugli interventi dell’Ente Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri (tutte le informazioni cliccando qui).
Ora si ricerca una programmazione ancora più precisa e innovativa tramite questo nuovo progetto, con l’obiettivo che possa fungere da apripista per l’intero territorio nazionale. L’applicazione del metodo su vaste zone permetterebbe di controllarne l’avanzata lungo i confini e nelle aree di espansione, come le province della Spezia e Massa Carrara. La Vespa velutina può colonizzare nuovi territori sia per diffusione naturale sia per trasporto passivo, e trova habitat idonei pressoché in tutta Europa, prediligendo le aree con inverni miti o vicine a fonti d’acqua. In Italia, il primo individuo adulto è stato catturato nel 2012 in Liguria, a Loano, mentre l’area di maggiore diffusione è circoscritta tra il confine con la Francia ed Alassio.
«Appoggiare l’apicoltura, con assunzione di personale e altri metodi, è doveroso – dice il direttore dell’Istituto zooprofilattico Angelo Ferrari – e il Metodo Z si è dimostrato molto efficiente. Sfrutta una strategia antica, quella del cavallo di Troia: un esemplare di calabrone viene manualmente infettato con una molecola chimica biocida, nella sostanza un insetticida selettivo, che agisce esclusivamente contro gli esemplari di Velutina. Quando l’esemplare rientra nel suo alveare, trasmette la sostanza a tutti gli esemplari della comunità, uccidendoli rapidamente».
Riguardo alle tempistiche, Ferrari dichiara che il progetto, varato il 9 novembre di quest’anno, si protrarrà per 24 mesi, con una intensificazione dell’attività nella primavera del 2022; la cifra elargita per applicarlo ammonta a 150.000 euro.
«Ci sono state critiche sul biohazard implicato dall’utilizzo del pesticida – specifica la ricercatrice del Crea-AA, Centro di ricerca agricoltura e ambiente Laura Bortolotti – ma in questo caso, non si tratta di “pasticciare” con principi attivi: la formula è il risultato di sperimentazioni e test molto accurati, per cui il veleno viene accuratamente tarato sulle dosi sufficienti. La sperimentazione ne ha dimostrato l’efficacia, ma il progetto in atto ci consentirà di testarlo in maniera continuativa».