Il Consiglio di Stato ha prorogato le concessioni balneari fino al 31 dicembre 2023, “al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni in essere”.
La decisione fa seguito alle udienze del 20 ottobre. Precisa il Consiglio di Stato: “Dal giorno successivo, tuttavia, non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza“.
“La perdurante assenza (nonostante i ripetuti annunci di un intervento legislativo di riforma, mai però attuato) di un’organica disciplina nazionale delle concessioni demaniali marittime genera una situazione di grave contrarietà con le regole a tutela della concorrenza imposte dal diritto dell’Ue – si legge in un comunicato del Consiglio di Stato – perché consente proroghe automatiche e generalizzate delle attuali concessioni (l’ultima, peraltro, della durata abnorme, sino al 31 dicembre 2033), così impedendo a chiunque voglia entrare nel settore di farlo”.
Il confronto concorrenziale, prosegue la nota, “oltre a essere imposto dal diritto Ue, è estremamente prezioso per garantire ai cittadini una gestione del patrimonio nazionale costiero e una correlata offerta di servizi pubblici più efficiente e di migliore qualità e sicurezza, potendo contribuire in misura significativa alla crescita economica e, soprattutto, alla ripresa degli investimenti di cui il Paese necessita”.
Scaduto il termine del 31 dicembre 2023, dunque, tutte le concessioni demaniali dovranno considerarsi prive di effetto. I concessionari attuali potranno partecipare alle gare che dovranno essere bandite.
Per l’assessore regionale al Demanio, Marco Scajola, si tratta di una sentenza «folle, soprattutto perché rende migliaia di aziende ostaggio della magistratura amministrativa» e «un colpo forte contro migliaia di aziende familiari che vedono messa in discussione la loro storia e anni di lavoro e di impegno sulle nostre coste».
Per Scajola, che è anche coordinatore del tavolo interregionale del Demanio, la sentenza del Consiglio di Stato è frutto del «lassismo di una politica che, per tanti anni, è stata indecisa, superficiale e chiacchierona determinando la scadenza delle concessioni demaniali marino-marittime tra due anni». Ma nonostante questo, è ancora dell’idea che «se il governo volesse, potrebbe ancora intervenire anche alla luce di questa pesante sentenza, per dare comunque stabilità e certezze a un comparto che non merita questo trattamento e che non merita di veder il proprio lavoro e i propri sacrifici e investimenti economici, familiari e sociali messi violentemente in discussione e ridimensionati come purtroppo accaduto oggi. Per quanto mi riguarda come coordinatore del tavolo interregionale sul Demanio riunirò nei prossimi giorni le regioni per fare il punto e per essere propositivi nei confronti di migliaia di famiglie di lavoratori italiani».