Il Coordinamento regionale enti riabilitazione handicap della Liguria, è pronto a lasciare circa cinque milioni di euro alla Regione a patto che vengano reinvestiti per la riduzione delle liste di attesa. Lo ha annunciato all’agenzia Dire il presidente del Corerh, che riunisce 33 enti del sociosanitario convenzionato, Aldo Moretti, questa mattina in piazza De Ferrari, a Genova, per supportare la protesta dei genitori dei bambini disabili.
«La Regione deve restituirci circa 5,5 milioni per l’assurda regressione tariffaria inventata nel ciclo amministrativo precedente dal duo Viale-Locatelli, ci sono quattro sentenze del tribunale amministrativo che lo dicono – ha spiegato Moretti – noi abbiamo fatto da tempo una controproposta: tenetevi buona parte di queste risorse, basta che vengano investite per accorciare le liste d’attesa delle terapie riabilitative che riguardano circa 1.200 persone».
Il presidente precisa che «il nostro mestiere è fare un servizio che, di fatto, è un servizio pubblico e non fare casino. Ma è evidente che il sistema così com’è non funziona. Basti pensare che un singolo ente non sa nemmeno quante persone ha in lista d’attesa e per quali prestazioni, potendo vedere solo le prime cinque persone che attendono di essere prese in carico. Il sistema ora ci impedisce di curare un bambino se non siamo in grado di offrire tutte le prestazioni previste dal suo piano terapeutico, scritto dalla sanità pubblica. Ad esempio, se ha bisogno di tre interventi di terapia alla settimana, ma gliene possiamo garantire solo due, il bambino non può essere preso in carico e resta in lista d’attesa. Prima, invece, potevamo almeno prenderlo in carico anche solo per le due prestazioni che eravamo in grado di offrire».
Il presidente del Corerh prova anche a fare due calcoli per capire quanto il problema sia profondo e non sia più procrastinabile un intervento da parte della sanità pubblica. «Se sono circa 1.200 le persone in attesa, consideriamo mediamente tre trattamenti alla settimana e diventano 3.600, per 36 ore di lavoro alla settimana e un’ora a seduta, vuol dire che servono cento terapisti, tantissimi. Sono anni – conclude Moretti – che chiediamo alla Regione di programmare insieme i settori di sviluppo e crescita. Bisogna spingere sulla promozione dell’attività di prevenzione: la diagnostica oggi ci permette di sapere precocemente moltissime patologie e un intervento precoce può ridurre moltissimo il danno. Altrimenti, le problematiche si cronicizzano e non si riescono più a risolvere».