Banca Carige chiude il primo semestre dell’anno in rosso di 49,9 milioni, perdita netta quasi dimezzata rispetto ai 97,8 milioni registrati nel periodo febbraio-giugno del 2020. I risultati finanziari sono stati approvati oggi dal cda della banca.
Nel solo secondo trimestre la perdita è pari a 10,1 milioni, in recupero dai -39,7 milioni del primo e dai -42,7 del secondo trimestre 2020.
Nel primo semestre dell’anno in corso, in confronto ai primi cinque mesi del 2020, i proventi operativi sono saliti del 36,9% a 203,5 milioni, con margine di interesse a 74,7 milioni (+56,1%) e commissioni nette a 112,6 milioni (+37,1%). In aumento del 18,6% a 190,4 milioni gli oneri operativi, per un rapporto cost/income in calo al 93,6%.
Sul fronte patrimoniale il coefficiente Cet1 phased-in è all’11,4%, mentre il dato fully phased è al 9,5%.
Francesco Guido, amministratore delegato di Banca Carige, commenta così i risultati del primo semestre: «Carige mantiene il suo forte presidio sulla qualità degli asset creditizi e prosegue nella marcia di recupero della redditività che diverrà più significativa nel corso dei prossimi trimestri in parallelo con il completamento delle varie attività previste nel piano. I progressi sono il risultato della forza del suo personale e della fiducia confermata da centinaia di migliaia di famiglie e imprese».
Per quello che riguarda l’attività commerciale, la crescita risulta particolarmente significativa per il margine di interesse (74,7 milioni nei sei mesi): +30,1% rispetto al primo semestre 2020 e +11,1% rispetto al primo trimestre 2021; anche le commissioni nette (112,6 milioni nei sei mesi), considerate al netto della citata oneoff (107,4 milioni), mostrano una interessante accelerazione: +8,9% e +5,8%, rispettivamente nei confronti semestrale e trimestrale.
Contestualmente prosegue lo strutturale calo dei costi attraverso la contrazione delle spese per il personale (108,5 milioni di euro nei sei mesi; -6,2% annuo, -0,6% rispetto al primo trimestre 2021) e il controllo delle altre spese amministrative della gestione corrente (62,7 milioni nei sei mesi; +4,2% annuo che risente dei citati investimenti correlati alla messa a terra del nuovo modello di servizio, -3,9% rispetto al primo trimestre 2021).
Il costo del rischio del credito verso la clientela nel semestre (54 bps annualizzati) rispecchia una qualità del credito che si mantiene sui migliori livelli di sistema con un NPE ratio lordo e netto rispettivamente pari al 4,9% e al 2,5%; il portafoglio crediti verso clientela deteriorati netti diminuisce a 303,6 milioni.
L’efficacia dell’azione commerciale si traduce in un semestre positivo dal punto di vista degli aggregati patrimoniali con la raccolta diretta da clientela retail che si attesta a 13,2 miliardi, complessivamente in crescita sia nei sei mesi (+2,7%) sia nell’anno (+5,8%).
L’espansione si conferma anche nella raccolta indiretta (+0,4% nei sei mesi e +3,0% nell’anno), con il risparmio gestito che cresce a 11,8 miliardi di euro, in aumento del 3,2% nei sei mesi e dell’8,1% nell’anno; molto sostenuta la crescita delle gestioni patrimoniali, che si portano a 532,5 milioni a fine giugno, in aumento del 16,5% rispetto a fine dicembre 2020 e dell’82,6% rispetto a fine giugno 2020.
Prosegue anche la crescita dei finanziamenti alla clientela retail (a 11,8 miliardi; +2,4% nei sei mesi e +3,5% nell’anno), sia per i mutui ai privati (5,2 miliardi; +4,3% nei sei mesi e +5,3% nell’anno), sia per i mutui alle imprese (4,1 miliardi; +8,3% nei sei mesi e +44,7% nell’anno). In forte espansione, rispetto al mercato, anche i prestiti personali, che nei primi sei mesi dell’anno registrano, rispetto allo stesso periodo del 2020, una performance doppia rispetto alla media di mercato5 (+61,2% vs +31%).
«In considerazione delle incertezze connaturate alla ripresa delle attività commerciali dopo le difficoltà attraversate dal Gruppo negli esercizi precedenti – si legge nella nota della banca – a cui si sono aggiunti gli impatti economico-finanziari della pandemia da Covid-19, nel corso del primo trimestre dell’anno 2021 è stato predisposto un aggiornamento dei target annuali del Piano Strategico (precedentemente approvato dai Commissari Straordinari nel luglio 2019). Tale aggiornamento è stato predisposto assumendo uno scenario stand-alone per tutto l’arco temporale del Piano Strategico (2023), pur in presenza dell’opzione di acquisto detenuta da CCB (Cassa centrale banca) per rilevare la partecipazione di controllo del Fitd, rinunciata poi a marzo. Nel citato aggiornamento dei target, in conseguenza dell’andamento dell’esercizio 2020 e alla luce delle ripercussioni economiche della pandemia, la Banca stimava il differimento temporale di un anno per il raggiungimento dei target determinati precedentemente all’emergenza sanitaria. In seguito all’andamento dei primi sei mesi dell’anno, il target per il 2021 non può essere puntualmente confermato».
Secondo, tuttavia, le stime della banca, «l’uscita dallo scenario pandemico da Covid-19 a partire dall’esercizio 2022 e l’accelerazione degli effetti delle azioni già pianificate ed in corso e/o dell’avvio tempestivo di eventuali nuove azioni a sostegno del Piano, sono in grado di far recuperare, a partire dall’esercizio 2022, l’eventuale quota parte dei margini reddituali 2021 previsti e non conseguiti, consentendo agli amministratori di confermare le linee strategiche e i target 2022 e 2023».
«Pur nel quadro delle significative incertezze e dei rischi rilevati (anche di natura legale e fiscale) e basandosi prudentemente su un perimetro d’analisi coerente con uno scenario stand-alone oltre il 2021 (che, al verificarsi di determinate circostanze, renderebbe necessario procedere a un’operazione di rafforzamento patrimoniale e confermerebbe le incertezze circa i tempi di recupero delle attività fiscali), gli amministratori ritengono che il Gruppo abbia la ragionevole aspettativa di continuare la propria esistenza operativa in un futuro prevedibile e di rispettare 7 nei prossimi 12 mesi i requisiti prudenziali minimi in materia di fondi propri e di liquidità richiesti in ambito Srep», prosegue ancora la nota.
«L’aspettativa tiene conto delle disposizioni contenute nella comunicazione della Bce del 28 luglio 2020, che consente di derogare temporaneamente i requisiti patrimoniali utilizzando la Pillar 2 Guidance e il Capital Conservation Buffer, nonché della conferma del “perdurante, pieno e convinto impegno nel sostegno di Banca Carige e degli interventi per proseguire nel processo di turnaround, di sviluppo commerciale, di efficientamento e di ottimizzazione del capitale della Banca” dichiarato pubblicamente il 28 luglio 2021 da parte del Fitd, attuale azionista di controllo, che ha avviato il processo di selezione di un partner per addivenire a una business combination del Gruppo e alla dismissione della partecipazione nel capitale della banca».