La Liguria è una delle poche regioni in cui il consumo di suolo ha avuto incrementi inferiori ai 100 ettari.
Sono i dati contenuti nel rapporto annuale dell’Ispra.
In Italia
A livello nazionale l’incremento rimane in linea con quelli rilevati nel recente passato, e fa perdere al nostro Paese – sottolinea l’Ispra – quasi 2 metri quadrati di suolo ogni secondo, causando la perdita di aree naturali e agricole. Tali superfici sono sostituite da nuovi edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali, logistici, produttivi e di servizio e da altre aree a copertura artificiale all’interno e all’esterno delle aree urbane esistenti.
Una crescita delle superfici artificiali solo in parte compensata dal ripristino di aree naturali, pari quest’anno a 5 km2, dovuti al passaggio da suolo consumato a suolo non consumato (in genere grazie al recupero di aree di cantiere o di superfici che erano state già classificate come consumo di suolo reversibile).
In Liguria la percentuale di suolo consumato è del 7,2%, pari a 39.260 ettari. Rispetto all’anno scorso si registra una diminuzione, come da grafico.
Il confronto con le altre regioni vede la Liguria in piena media nazionale e con un valore inferiore rispetto al Nord Ovest. Ad abbassare la media ci pensano i comuni dell’entroterra e un territorio che concentra il consumo di suolo solo in determinate aree per questioni orografiche.
Basta guardare la cartina prodotta dall’Ispra per rendersi conto
Ma perché è importante frenare questo trend?
È un costo complessivo compreso tra gli 81 e i 99 miliardi di euro, in pratica la metà del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quello che l’Italia potrebbe essere costretta a sostenere a causa della perdita dei servizi ecosistemici dovuta al consumo di suolo tra il 2012 e il 2030. Se la velocità di copertura artificiale rimanesse quella di 2 mq al secondo registrata nel 2020 i danni costerebbero cari e non solo in termini economici. Dal 2012 a oggi il suolo non ha potuto garantire la fornitura di 4 milioni e 155 mila quintali diprodotti agricoli, l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana (che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica dei nostri territori) e lo stoccaggio di quasi tre milioni di tonnellate di carbonio, l’equivalente di oltre un milione di macchine in più circolanti nello stesso periodo per un totale di più di 90 miliardi di km. In altre parole due milioni di volte il giro della terra.
Ispra evidenzia che, analizzando i dati di temperatura di satellite, sono state misurate le temperature medie e confrontate quelle delle aree urbane con quelle riferite al territorio naturale e seminaturale. L’analisi del fenomeno, anche noto come isola di calore urbano, ha evidenziato le temperature maggiori nei tessuti urbani compatti rispetto alle aree rurali, con differenze superiori anche ai 2°C (con picchi di 6°C per alcune città metropolitane). Inoltre è stato messo in risalto il ruolo di mitigazione delle temperature delle coperture arboree all’interno delle aree urbane, con contributi, in media per l’Italia, di 2°C (con picchi anche di 4°C) in meno in presenza di verde alberato con significativi benefici per la saluta umana e risparmi per i consumi energetici.
Andando a vedere il consumo di suolo nei comuni, nel territorio della città di Genova il consumo di suolo si attesta al 23,7% e per il secondo anno consecutivo la crescita è meno alta rispetto all’anno precedente.
La Spezia ha una percentuale di suolo consumato ancora più alta: 28,4%.
Tra i piccoli comuni sorprendono Albissola Marina (25,5%, mentre Albisola Superiore si ferma al 6,3%) Pietra Ligure con il 24,1%, Bergeggi con il 23,7%, Borghetto Santo Spirito con il 23% (in aumento la superficie consumata rispetto al 2019) e Laigueglia con il 21,8%. Sempre nel savonese Albenga segna un 22,8%.
Nel database dell’Ispra sono stati inseriti gli ultimi cambiamenti. Per esempio a Stagnedo ovest (Beverino in provincia della Spezia), è stata ampliata un’area estrattiva. Inseriamo il prima (2017) e il dopo (2019).
A Gorreto è stata realizzata una nuova strada asfaltata.
A Ferrania ampliata un’area industriale.
A Finale Ligure creata una nuova area di edilizia residenziale