I lavori sulle autostrade liguri, tra dicembre 2019 e luglio 2020, hanno pesato sull’economia della regione per circa un miliardo di euro. Cifra che rappresenta la perdita di marginalità subita dalle imprese liguri proprio a causa dei disagi al traffico sull’intera rete gestita da Aspi.
A quantificarla, il Comitato Salviamo Genova e la Liguria che, un mese fa, in occasione dell’ultimo tavolo tecnico con i funzionari del ministero dei Trasporti, ha presentato il conto al Mit, argomentando ogni cifra e chiedendo ristori adeguati. Ora, i rappresentanti del Comitato non possono e non vogliono più aspettare: «Nel momento in cui parliamo di ristori siamo già in ritardo – commenta Alessandro Pitto, presidente di Spediporto, nel corso della conferenza in streaming organizzata oggi dal Comitato – Del resto, il primo obiettivo di questo comitato è proprio quello di non parlare più di ristori, bensì di pianificazione, per evitare disagi sulle autostrade come quelli che proprio recentemente abbiamo subito a causa di un piano neve inadeguato». A pensarla così anche Giuseppe Tagnocchetti, responsabile regionale di Trasportounito: «Il 30 luglio ci eravamo presi l’impegno con il ministro di quantificare i danni e lo abbiamo fatto, con cura e attenzione, avvalendoci anche del supporto dell’Università di Genova. Ora attendiamo una risposta dal ministero: le imprese non possono più recuperare questi danni dai loro bilanci, è ora di ricevere i ristori».
Paolo Odone, presidente di Ascom-Confcommercio Genova, ne fa anche una questione morale: «La mia sensazione è che, nel momento in cui la pandemia ha preso il sopravvento, si stiano mettendo in soffitta i danni terrificanti per la nostra comunità, soprattutto per il commercio. Inviterei il ministro in prima persona a riprendere in mano i rapporti con noi. Esigiamo una risposta politica e morale: se le trattative con Aspi sono lente, ritengo che ci debba essere data almeno una riassicurazione della ministra in persona».
Proprio il raggiungimento di un accordo tra ministero e Aspi spingerebbe verso la conclusione della trattativa tra Comitato e Mit che, precisa Tagnocchetti, «non si tratta di un’azione legale, ma di un confronto politico». Per Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Genova, «si è lavorato con un iter serio e costruttivo su criteri e importi, ora manca la risposta del ministero per chiudere. Non c’è una tempistica vera e propria, ma siamo già molto in ritardo: come si procederà sui ristori dipende dall’accordo tra Mit e Aspi».
Il danno complessivo si compone di due componenti:
● lucro cessante, inteso come riduzione dei volumi di vendita, riduzione dei volumi di ordine, altre tipologie di danno.
● danno emergente, inteso come maggiori costi del personale, maggiori costi per la logistica, altre tipologie di maggior costo.
Le cifre ci sono e, come sottolinea il Comitato, sono state riconosciute dal ministero. A farne le maggiori spese è stato, inevitabilmente, l’autotrasporto: la perdita di marginalità è stata quantificata in 316,8 milioni di euro. «I criteri con cui abbiamo conteggiato le perdite di marginalità sono stati definiti mesi fa, in occasione del crollo di ponte Morandi – spiega Tagnocchetti – Il danno si basa sia sulla componente di lucro cessante, sia su quella di extra-costi, intesi come ulteriori costi di manutenzione del veicolo, di gasolio, di tragitti più lunghi per evitare le autostrade, eccetera. Questa cifra, calcolata fino al 24 luglio 2020, va ora aggiornata con un altro centinaio di giornate di extra-costi, non ancora conteggiate: parliamo di altri 24 milioni di euro circa. Questo perché i disagi sulle autostrade purtroppo non sono finiti, anzi: abbiamo visto cosa è successo con l’ultimo piano di emergenza neve».
In rappresentanza degli spedizionieri, Pitto spiega: «Abbiamo preso in considerazione la movimentazione dei contenitori a Genova, Savona e La Spezia, impattata dai disagi in due modi: dal punto di vista del danno emergente, abbiamo stimato con un sondaggio i maggiori costi subiti dalle nostre imprese: si tratta per lo più di extra-costi per un numero più alto di pratiche, per penali, ritardi nelle consegne o re-indirizzamento dei traffici. La seconda quantificazione riguarda il lucro cessante, cioè l’effettivo calo dei traffici nei porti a causa dei disagi. Per fare questo, abbiamo separato i danni causati dall’emergenza Covid, in modo da isolare solo quelli dovuti ai disagi autostradali: abbiamo stimato nei porti liguri un calo di 75 mila teu, pari a 50 mila contenitori. A ciò abbiamo applicato un margine di valore aggiunto, normalmente la remunerazione dello spedizioniere, e individuato così una cifra, pari a 230 milioni di euro. Stima che riteniamo molto precisa, perché oggetto di almeno due o tre affinamenti dei dati».
Pesante anche il danno sul manifatturiero, calcolato dal Centro studi di Confindustria Genova e relativo all’area metropolitana di Genova e alla provincia di Savona: «Abbiamo raccolto i dati grazie a un questionario online rivolto ai nostri associati, attivi nei settori del manifatturiero, servizi alla produzione e terminalisti, e distinto per codici Ateco – spiega Mondini – nel questionario abbiamo chiesto la quantificazione dei danni e la perdita di marginalità, dovuta solo alla riduzione della circolazione sulle autostrade dall’1 gennaio a 31 luglio». Anche in questo caso il danno complessivo si compone dell’elemento del lucro cessante (139,4 milioni circa) e del danno emergente (14,6 milioni): «Il conteggio finale ci porta a una stima complessiva di 154 milioni di euro».
Per quello che riguarda il turismo, il settore del trasporto persone e agenzie di viaggio ha subito perdite dai lavori sulle autostrade per ben 257 milioni di euro, mentre per l’alberghiero il danno è quantificato in 110 milioni, 138,4 milioni quello legato alle seconde case. Cifre conteggiate partendo dai dati dell’Osservatorio turistico regionale, come spiega Gianluca Faziola, presidente di Federalberghi Genova: «La ripresa delle prenotazioni di giugno si è bloccata a luglio, in concomitanza con i maggiori disagi autostradali. Un dato che ne conferma l’impatto è legato al bonus vacanze, che in Liguria è stato speso in proporzioni minori rispetto ad altre regioni. Ulteriore conferma, il cambio di passo avvenuto poi ad agosto». Il dato relativo al calo delle presenze turistiche, un milione in totale nella nostra regione, è stato usato anche per quantificare le perdite economiche di quei settori in cui la misurazione dei danni è stata meno puntuale. «Per esempio, per le seconde case, su cui è stata fatta una stima», precisa Faziola.
Danni anche per il comparto agricolo, le cui imprese hanno perso marginalità per circa 5 milioni di euro.
Nel complesso, i danni causati dai lavori sulle autostrade della Liguria superano il miliardo di euro. Cifra che ora il Comitato Salviamo Genova e la Liguria chiede al ministero: «Indipendentemente da dove prenda i soldi, il nostro interlocutore è il ministero dei Trasporti, che ha già accertato i danni», sottolinea Massimo Giacchetta di Cna. Ma i rappresentanti dell’economia ligure riuniti nel Comitato chiedono anche più partecipazione ai tavoli tecnici e di coordinamento con il ministero, «in modo che in queste riunioni si tenga in considerazione la vita reale della nostra economia», sostiene Giacchetta, che ricorda: «Si prevedono lavori per almeno otto anni su tutta la rete ligure e saranno lavori molto impattanti. Per questo è indispensabile tenere conto di una serie di elementi. A partire dalla struttura autostradale ligure, che ancora non prevede aree di sosta per i mezzi pesanti, nonostante i soldi spesi anni fa per un apposito piano. E ancora, i flussi di traffico: a oggi Aspi non dispone di un sistema moderno per verificare in tempo reale i flussi di mezzi leggeri e pesanti sull’intera rete. Il terzo elemento è la sicurezza dei cantieri, che in questo momento lascia molto a desiderare, sia per chi ci lavora, sia per gli utenti di Autostrade. Infine, la programmazione dei cantieri, che deve tenere conto dell’economia della nostra regione, in particolare dei grandi eventi e dei periodi in cui i flussi turistici sono più intensi».
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I componenti del Comitato Salviamo Genova e la Liguria
SPEDIPORTO, TRASPORTOUNITO LIGURIA, ASSAGENTI, ASSITERMINAL – Associazione Italiana Terminalisti Portuali, CONFCOMMERCIO GENOVA, CONFCOMMERCIO LIGURIA, CONFINDUSTRIA GENOVA, CONFINDUSTRIA LA SPEZIA, CNA GENOVA LA SPEZIA, SAVONA IMPERIA, CNA LIGURIA, CNA FITA, CONFETRA LIGURIA, CONFARTIGIANATO GENOVA, CONFESERCENTI PROV.LE DI GENOVA – CONFESERCENTI LIGURIA, ASSOTURISMO LIGURIA, FEDERALBERGHI LIGURIA – FEDERALBERGHI GENOVA, CONVENTION BUREAU GENOVA, CONFINDUSTRIA NAUTICA, ANCE GENOVA, ACI – Alleanza Cooperative Italiane della Liguria, UNIONE INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA DI SAVONA, UNIONE PROVINCIALE ALBERGATORI SAVONA, ISoMAR, ASSOCIAZIONE SPEDIZIONIERI DEL PORTO DI LA SPEZIA, ASSOCIAZIONE AGENTI MARITTIMI LA SPEZIA, A.Spe.Do, CLCU – COORDINAMENTO LIGURE CONSUMATORI UTENTI, ASSOUTENTI LIGURIA, CONFPROFESSIONI LIGURIA, CIA – Agricoltori Italiani Liguria, FEDESPEDI, ALSEA, A.P.S.A.C.I, ASSOSPED, CONFETRA, CONFETRA NORD/EST, CONFETRA PIEMONTE, CONFETRA LOMBARDIA, CONFETRA LAZIO ALAS