Sono 11.165 le istituzioni non profit in Liguria nel 2018. 22.477 i dipendenti. L’aggiornamento Istat appena pubblicato sul settore del non profit in Italia vede il settore in crescita del 2,4% sul numero di realtà presenti in Liguria rispetto all’anno precedente e dello 0,1% per quanto riguarda i dipendenti.
Andrea Rivano, portavoce del Forum del Terzo Settore ligure, commenta: «È l’unico ambito che nella fase della crisi post 2008 ha continuato a crescere. Questi enti che integrano parte del lavoro con il volontariato e la sussidiarietà, sono stati una risposta alla crisi economica, anche in termini di occupazione. Una crescita che va più veloce anche degli standard nazionali».
Rispetto al resto d’Italia, la Liguria è ai vertici per quanto riguarda il numero di istituzioni per 10 mila abitanti: 72 (superiore alle medie di Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud e Isole). Il numero di dipendenti per 10 mila abitanti invece è di 145, più basso rispetto al Nord Ovest, al Nord Est e al Centro.
«Il settore ha risposto molto bene anche in termini di occupazione, anche al di là della caratteristica tipica della Liguria e delle sue imprese in generale di non avere molti dipendenti – afferma Rivano – sarebbe quasi il caso che qualcuno se ne accorgesse anche in termini di sostegno. Le difficoltà comunque ci sono anche da noi».
La forma giuridica vede prevalere l’associazione (9.104), seguita dalle cooperative sociali (370) e dalle fondazioni (268). Le realtà classificate come “altre forme giuridiche” sono 1.423.
Andando a vedere i dipendenti, però, la maggioranza è concentrata nelle cooperative sociali (11.869), seguono le associazioni (4.452) e le fondazioni (2.179). Quelli di realtà in altra forma giuridica sono 3.977.
Tra i settori di attività prevale ampiamente quello culturale/sportivo/ricreativo, che però è stato messo in ginocchio dal lockdown e dalle regole per ridurre il rischio Covid.
«Le istituzioni associative di promozione culturale o sportiva hanno avuto 6 mesi di buco – aggiunge Rivano – mentre la cooperazione che è impresa socio-assistenziale e sanitaria ha proseguito a dare risposte, anzi, di più del solito. Ora queste nuove misure restrittive rischiano di mettere nuovamente in crisi coloro che sul territorio svolgono un compito fondamentale».
Andando a vedere la divisione dei dipendenti per settori di attività c’è più equilibrio tra i vari settori
Occorrerà vedere cosa succederà alla luce degli effetti del Covid. Sino alle elezioni l’interlocuzione con la Regione Liguria è stata molto intensa, fa sapere Rivano, soprattutto sulla parte sociosanitaria. «Per la cooperazione avevamo chiesto pacchetto dedicato a 360° gradi, ma non è stato concesso, tuttavia, siccome la cooperazione sociale è impresa allora ci si è arrangiati accedendo alle altre misure messe in campo».
Per l’associazionismo l’applicazione dell’articolo 72 del Codice del terzo settore (Fondo nazionale per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore), può essere un grande aiuto per far rialzare tante realtà. Attualmente è in corso una linea di finanziamento di quasi un milione specifica per le attività che possono essere riunite sotto la dicitura “Ripartiamo insieme per la nostra Regione a fronte dell’emergenza causata dal Covid 19” a valere sul fondo ministeriale 2018 (clicca qui), per il 2019 occorrerà attendere ancora una fase successiva. I progetti vengono realizzati attraverso un patto di sussidiarietà anziché attraverso un bando classico. «Abbiamo comunque inviato una lettera a Toti, in questa fase di transizione tra una giunta e l’altra, con alcune richieste che speriamo vengano prese in considerazione dal nuovo assessore».
Il registro dalle istituzioni non profit è costituito dalle unità giuridico-economiche di natura privata, dotate o meno di personalità giuridica, che producono beni e servizi destinabili o non destinabili alla vendita, e che operano sotto il vincolo della non distribuzione, anche indiretta, di profitti o di altri guadagni ai soggetti che la hanno istituita, che la controllano o finanziano
Al Forum ligure sono iscritti 31 enti, tutti di carattere regionale e di secondo livello, che racchiudono quindi a loro volta singoli circoli eccetera. In totale qundi si arriva a oltre 500 enti. Sul suolo ligure poi ci sono tutte le articolazioni provinciali e poi gli iscritti di primo livello sui territori specifici.
Il Terzo settore sta vivendo un momento di trasformazione dal punto di vista normativo con l’istituzione del nuovo registro nazionale. Per adeguarsi occorrono cambiamenti statutari nelle singole realtà. Entro il 31 ottobre le modifiche possono essere approvate a maggioranza ordinaria, dopo il 31 ottobre occorrono maggioranze straordinarie.
«In Italia non c’era una normativa che unisse tutti gli enti – spiega Rivano – a livello ligure avevamo invece già un testo unico nel 2012». L’iscrizione nel Runts dà diritto ad accedere alle agevolazioni previste per il terzo settore e dà la possibilità di stipulare convenzioni con amministrazioni pubbliche per lo svolgimento in favore di terzi di attività o servizi sociali di interesse generale.