Banca Carige chiude i primi cinque mesi post amministrazione straordinaria con una perdita pari a 97,8 milioni di euro. Il bilancio dell’amministrazione straordinaria è stato approvato dal cda e approva i risultati consolidati al 30 giugno 2020.
L’esercizio 2020 che era già atteso in perdita nel piano strategico, registra in più gli effetti dell’epidemia da Covid-19 (tra cui 25 milioni di rettifiche sul portafoglio creditizio stanziati per possibili futuri impatti da Covid-19) e la contabilizzazione di alcune poste non ricorrenti.
I proventi dei cinque mesi (soprattutto per la componente del margine d’interesse) sono il risultato della intensa attività di derisking/downsizing a cui è stato sottoposto il gruppo e risentono inoltre, come per l’intero sistema bancario, della congiuntura economica conseguente alla crisi pandemica.
Normalizzando il margine d’interesse per il contributo delle posizioni deteriorate oggetto di cessione, i proventi registrano un trend analogo a quello di sistema.
La Banca valuterà la revisione dei target economico-finanziari formulati nel Piano pur mantenendone ferme le linee guida strategiche
Gli oneri operativi della gestione corrente, nonostante le spese affrontate per gestire l’emergenza covid-19, risultano in costante e strutturale contenimento e allineati ai benchmark di mercato.
Dopo la chiusura dell’operazione Messina1, il profilo di rischio diventa estremamente contenuto: l’npe ratio, ossia il rapporto tra crediti deteriorati e il totale dei crediti erogati (lordo 5,5%; netto 2,9%) è sui migliori livelli in italia e in media con quelli europei e in ulteriore miglioramento prospettico con il completamento del programma di derisking (portafoglio leasing) previsto entro il 2021.
Il totale dei crediti deteriorati è ai minimi storici e di sistema: 668,7 milioni lordi e 337,4 milioni netti.
Francesco Guido, amministratore delegato di Carige, spiega: «I primi cinque mesi dopo il ritorno alla gestione ordinaria ci consegnano il quadro di una Banca con uno dei profili di rischio più bassi in Italia, snella e asciutta, e che, in piena emergenza Covid-19, ha
saputo comunque intraprendere la strada del rilancio commerciale raggiungendo alcuni risultati da record. Sono certo che gli investimenti di potenziamento già avviati consentiranno ulteriori accelerazioni. Carige sa come affrontare le tempeste ed è a ogni singolo collega che va il mio forte ringraziamento per la professionalità e la dedizione dimostrate per superare anche questa avversità».
Il coverage è sui più elevati livelli di sistema: 40,6% (41,6% inclusi i write-offs) sulle esposizioni utp, dato migliore rispetto a quello medio delle banche con connotazione prevalentemente regionale; 70,3% (72,8% inclusi i write-offs) sulle esposizioni in sofferenza, dato superiore anche a quello medio del sistema; migliore del dato medio di sistema anche il coverage dei crediti performing, pari all’1,0%
La qualità del portafoglio crediti viene ritenuta elevata, con una concentrazione del 90% delle esposizioni sui rating da ‘sufficiente’ a ‘eccellente’.
Le Rwa (Risk weighted activities, coefficiente di solvibilità) sono scese a 10,2 miliardi, in sensibile diminuzione: -21,3% rispetto al dato di giugno 2019.
I coefficienti patrimoniali sono conformi alle prescrizioni regolamentari: cet (Common Equity Tier)1 ratio all’11,8% e tc ratio (total capital ratio) al 13,8% (rispettivamente 12% e 14,1% p.f.). Si tratta dei coefficienti che indicano la solidità di una banca.
Il Texas ratio (un indicatore che mette in rapporto i “prestiti non performanti” al patrimonio netto tangibile di una banca) è drasticamente ridimensionato e ai vertici del sistema per effetto del processo di derisking e di rafforzamento patrimoniale: 22,3% vs 97,6% a giugno 2019.
Solida posizione di liquidità: lcr (liquidity coverage ratio) al 274% e nsfr (Net stable funding ratio) al 115%.
Inversione di tendenza delle attività finanziarie della clientela riferite alla rete commerciale (26 miliardi): dopo i deflussi del 2018 per 2,5 miliardi e del 2019 per 1,1 miliardi, tornano a crescere, registrando un flusso positivo da inizio anno di 0,7 miliardi (0,4 miliardi incluso l’effetto negativo della valorizzazione degli asset di risparmio gestito a prezzi di mercato).
In Liguria il 38% dei finanziamenti assistiti da garanzia statale è stato concesso da Carige (a fronte di una quota di mercato impieghi del 16%).
Aumenta del 2,8% il collocamento netto dei fondi comuni nei 6 mesi. Il tasso di crescita è pari a dieci volte la performance di sistema (+0,3%) e a sette volte quella media dei primi 5 player di mercato nel settore (+0,4%).
A oggi sono stati deliberati 1,8 miliardi di crediti assistiti dalle garanzie statali previste dai decreti emanati a sostegno dell’economia per fronteggiare la congiuntura covid-19, a favore di 26 mila imprese
La quota dei finanziamenti concessi sul totale di sistema Italia è pari a tre volte la quota di mercato impieghi del gruppo.
Rispetto al totale dell’attivo, gli stessi finanziamenti rappresentano il 5,4%, a fronte dell’1,8% medio delle principali banche italiane.