Sono sei (più una che non è nata proprio sul territorio) le storie legate alla Liguria raccontate dal quarto rapporto sull’innovazione “100 Italian robotics and automation stories“, un racconto sulle tecnologie che miglioreranno la vita delle persone negli ospedali come nelle case, renderanno meno pesanti i lavori nelle fabbriche e aumenteranno gli standard di sicurezza. Lo studio è promosso da Enel e Fondazione Symbola.
Danieli Telerobot Labs
Negli anni Novanta, quando è stata fondata, si chiamava Cm Ingegneria, ma forse si ricorda meglio come Telerobot Labs. La sua storia è tutta legata all’automazione e nel 2016 ha incrociato i destini del Gruppo Danieli di Buttrio (Ud), produttore di impianti siderurgici, che l’ha acquisita. Da sempre si occupa di robotica, dalle applicazioni più specifiche per l’industria pesante (come l’ispezione dei forni di fusione, la manutenzione di tubature) fino a dispositivi a pilotaggio remoto per monitoraggio di zone contaminate, che si tratti di amianto o di alta radioattività.
Suo è il robot utilizzato nelle operazioni di pulizia, tecnicamente scarificazione, del camino nella centrale nucleare del Garigliano (Fr) in fase di smantellamento, così come sue sono alcune parti del robot bambino iCub.
Con l’Iit ha attivato una collaborazione che dura da anni e non si esaurisce in semplici forniture ma porta uno scambio continuo di conoscenze. L’azienda genovese trova soluzioni per contesti difficili o inaccessibili, ma il suo impegno arriva anche alle persone. Nel 2018 ha ricevuto il premio Innovazione Smau per aver messo a punto un guanto robotico per la riabilitazione della mano. Attraverso una semplice programmazione, il guanto muove le dita e accompagna i movimenti della mano adattandosi alle esigenze del paziente in riabilitazione attiva e passiva.
Istituto Italiano di Tecnologia
Tralci rampicanti, quadrupedi, esoscheletri e non solo: la robotica italiana abita all’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), centro di ricerca con base a Genova e 12 sedi tra Italia e Usa. Nei laboratori dell’Iit, qualche anno fa, nacque il Plantoide, primo robot ispirato alle piante in grado di reagire a stimoli esterni e di allungare le radici nel terreno raccogliendo dati ambientali. Nel 2019 arriva il robot che si arrotola come un tralcio di vite sfruttando il principio dell’osmosi, attivata da una batteria. Sono solo due dei tanti progetti che impegnano l’Iit, anche attraverso collaborazioni con altri istituti di ricerca e aziende. Tutti conosciamo iCub, il robot bambino, concepito a Genova da un team internazionale: è usato dai ricercatori per migliorare percezione, movimento, interazione uomo-robot.
Accanto agli umanoidi, l’Iit ha realizzato quadrupedi come HyQ Real e Centauro pensati per intervenire in aree a rischio e in agricoltura. E ancora Co-Aware: il primo sistema ergonomico al mondo per la collaborazione uomo-robot funzionante in tempo reale che ha fatto vincere nel 2018 all’Iit il Kuka Innovation Award. Non ultima è la protesica, con un progetto nato dai laboratori Rehab Technologies Iit-Inail per la realizzazione di Hannes, una mano robotica che restituisce il 90% della funzionalità di un arto naturale e si controlla con i segnali elettrici provenienti dai muscoli residui dell’arto.
Inail
Afferra oggetti e si muove naturalmente, ma al posto di ossa e tendini c’è una tecnologia avanzatissima, frutto del lavoro del Rehab Technologies Iit – Inail Lab di Genova, iniziativa congiunta nata nel 2013 dalla collaborazione tra Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio (Bo) e Istituto Italiano di Tecnologia (Iit). Oltre alla prevenzione Inail è impegnato nella ricerca per migliorare la qualità della vita dei lavoratori vittime di infortunio.
Presentata nel 2018, la mano Hannes è un gioiello di protesi robotica. Due sensori posti nel suo invaso, a contatto con i muscoli della parte residua del braccio, ne rilevano i movimenti trasferendo l’informazione al polso e alla mano che si muovono di conseguenza. La protesi non necessita di interventi invasivi ma si applica sul residuo dell’arto. Il meccanismo brevettato che fa muovere le dita, dynamic adaptive grasp, consente alla mano, attraverso un unico motore, di adattarsi a forme e sollecitazioni esterne. Grazie al pollice che si orienta in tre direzioni, Hannes può afferrare oggetti pesanti o manipolarne di piccoli, muovendo anche il polso in cinque posizioni. Un software collegato via bluetooth con la mano permette di calibrarne i parametri per adattarla alle esigenze dell’utilizzatore e guanti di rivestimento la rendono adatta a uomo e donna: non a caso l’Associazione per il Disegno Industriale l’ha premiata con il premio nazionale per l’innovazione Adi Design Index 2018.
Movendo Technology
Può un fisioterapista valutare da parametri oggettivi la riabilitazione di un paziente? Oggi sì, grazie a Hunova, il primo aiuto fisioterapista robotico al mondo, nato per la riabilitazione ortopedica, neurologica, geriatrica e sportiva, creato da Movendo Technology, società spin-off dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e rilevata al 50% da Sergio Dompé, proprietario dell’omonima azienda farmaceutica. Frutto della collaborazione con i designer di ddp Studio, Hunova è semplice da utilizzare: la seduta robotica dotata di sensori è capace di muoversi in più direzioni aiutando il paziente durante la sessione riabilitativa.
Grazie allo schermo di cui è provvisto il device, Hunova propone esercizi sottoforma di giochi interattivi e il paziente può misurare la sua riabilitazione superando ogni volta i propri punteggi, trasformando il processo di recupero in un’attività divertente. Il fisioterapista, dal suo tablet, riceve informazioni sul paziente e sull’andamento della riabilitazione, potendo quindi dare indicazioni sulle attività e valutando in modo oggettivo i parametri della persona in cura, senza contare il gran numero di dati che Hunova raccoglie e mette a disposizione del medico. Inoltre, grazie alla facilità d’uso della tecnologia e alla possibilità di utilizzare protocolli standard prestabiliti, il fisioterapista è in grado di seguire più pazienti nello stesso momento.
Scuola di Robotica
Nel 2019 ha organizzato le Olimpiadi di Robotica, competizione tra studenti delle scuole superiori che si sfidano a colpi di idee per la risoluzione di problemi reali con l’utilizzo di robot e ogni anno promuove la Nao Challenge, dedicata alla robotica umanoide. La Scuola di Robotica ha saputo guadagnarsi un posto di rilievo nel panorama della formazione lavorando sulla promozione della conoscenza della robotica.
Sin dal 2000, anno in cui un gruppo di robotici ed esperti di scienze umane decisero di fondare la Scuola, l’associazione è stata un punto di riferimento per la formazione, tanto che nel 2004 fu proprio la Scuola a organizzare il primo simposio internazionale sulla Roboetica, dando vita a un filone di ricerche e riflessioni sui temi etici legati all’uso dei robot e dell’intelligenza artificiale.
La Scuola, oltre ad organizzare eventi per avvicinare i più giovani alla robotica, si occupa della formazione dei docenti (è un ente formatore certificato dal Miur) con corsi per l’utilizzo della robotica nella didattica. Attualmente è impegnata nel progetto europeo EarlyCode, volto alla creazione di un corso universitario per futuri insegnanti di scuola dell’infanzia che vogliano specializzarsi in metodologie utili allo sviluppo del pensiero computazionale dei bambini. La Scuola dovrà proporre le migliori strategie di insegnamento della robotica ai più piccoli.
Università degli Studi di Genova
Prendersi cura delle persone non è semplice: ognuno ha le sue complessità e i suoi gusti. Bisogna tenere conto di questi e altri fattori soprattutto nell’assistenza agli anziani, dove la cura può riscontrare problemi che vanno al di là dei medicinali. Per questo la Commissione Europea e il ministero degli interni e della comunicazione del Giappone hanno deciso di finanziare (all’interno di Horizon 2020) Caresses: progetto per sviluppare il primo robot di assistenza agli anziani capace di adattarsi alla cultura dei pazienti. Coordinatrice dello studio è l’Università di Genova, che sta lavorando con il professore Antonio Sgorbissa e il suo team affinché Pepper (robot antropomorfo prodotto da SoftBank Robotics e scelto come protagonista della ricerca) possa rendersi conto delle preferenze delle persone con cui interagisce, apprendendo durante la comunicazione.
Pepper, grazie a telecamere e sensori, riconosce le persone e ricorda le cose che ha imparato su di loro: la sua competenza culturale non si perde in stereotipi legati alle tradizioni, il robot è capace di adeguarsi ai pazienti. Terminata la sperimentazione nelle case di cura di Regno Unito e Giappone con l’aiuto delle Università di Bedfordshire e Middlesex, Pepper ricorderà agli anziani quando prendere le medicine, li incoraggerà a svolgere attività sportive e li aiuterà nella loro routine.
Extra: Roboteco Italargon
Non è nata in Liguria, ma ha da poco aperto una sede operativa a Genova Bolzaneto, in via Sardorella. Grazie alla partnership quasi trentennale con Panasonic Welding System, Roboteco si è affermata progressivamente negli esigenti e competitivi settori dell’automotive e della general industry, specializzandosi nella promozione e integrazione nei propri impianti della tecnologia Panasonic Tawers, un modello rivoluzionario che prevede la fusione completa tra robot e saldatrice. Roboteco Italargon, dopo aver festeggiato nel 2018 i suoi 30 anni, ha ricevuto dal colosso giapponese la medaglia di d’argento come partner d’eccellenza mondiale e quella d’oro per l’ambito europeo.
L’azienda ha tre sedi operative, Limito di Pioltello (Mi), Curno (Bg) e ha appena inaugurato un nuovo e più grande stabilimento a Genova Bolzaneto. 50 addetti e oltre 3000 robot installati in vari Paesi del mondo sono il biglietto da visita di Roboteco Italargon. I robot di saldatura Panasonic escono dalla fabbrica madre con una configurazione standard; compito dell’azienda è renderli conformi alle specifiche dei clienti, consentendo loro di effettuare operazioni a volte uniche. Le sue linee di saldatura robotizzate, soprattutto in ambito automotive, caratterizzeranno anche la produzione della nuova Fiat Cinquecento elettrica: l’azienda sta realizzando i robot per la saldatura di componenti sotto scocca, dotati di una tecnologia innovativa per la saldatura dell’alluminio.