«Nessuno sarà lasciato indietro». Lo ha dichiarato Bruno Manganaro, segretario generale Fiom Cgil Genova al termine dell’assemblea di questa mattina nello stabilimento ArcelorMittal di Genova-Cornigliano.
All’assemblea hanno partecipato anche diversi dirigenti che hanno ascoltato gli interventi dei rappresentanti sindacali. Sono stati affrontati diversi temi tra cui la procedura dell’articolo 47 per cessione di ramo d’azienda e le possibili conseguenze per dipendenti diretti e indiretti di questa decisione aziendale.
Fim, Fiom e Uilm hanno ribadito di essere a favore della reintroduzione delle tutele legali e hanno sostenuto la necessità e l’obbligo per l’azienda di rispettare quanto sottoscritto con l’accordo del 6 settembre scorso a tutela di tutta l’occupazione. Unitariamente, Fim, Fiom e Uilm, in attesa degli sviluppi della trattativa tra governo e azienda hanno proclamato lo stato di agitazione del personale e hanno ribadito la volontà di difendere i posti di lavoro e il reddito delle maestranze anche con manifestazioni e scioperi.
Intanto il gruppo indiano Jindal nega un interesse per gli asset dell’ ex Ilva, dopo il recesso annunciato da ArcelorMittal. «Smentiamo con forza – si legge in un tweet postato sul canale Twitter del gruppo – le indiscrezioni di stampa secondo cui Jindal Steel & Power potrebbe rinnovare il suo interesse per l’ acciaieria di Taranto». Era stato Matteo Renzi, nei giorni scorsi, ad annunciare di essere al lavoro per la costituzione di una cordata guidata dal gruppo indiano insieme a Cdp.
Anche la possibilità di un ingresso dello Stato in Ilva attraverso Cdp non sembra realistica, secondo l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che aveva condotto la trattativa tra il governo Renzi e ArcelorMittal. «L’ acciaio – ha detto Calenda alla trasmissione Circo Massimo– è l’industria più competitiva e difficile del mondo. Secondo lei ora arriva Cassa depositi e prestiti, in un settore iper-regolamentato sugli aiuti di Stato per cui l’ Europa li farà neri, rileva la fabbrica e chissà perché loro riescono dove il più grande gruppo dell’ acciaio mondiale ha fallito e senza scudo penale».