Startup innovative, sono 196 in Liguria: Genova 15esima, faticano le altre province
Dalla creazione di una piattaforma che gestisca le royalty nel settore della musica, a un elettrocardiogramma collegabile a smartphone e tablet. Lo sviluppo del telerilevamento in tutte le sue tipologie (aereo, satellitare, navale, subacqueo e terrestre) o di nuovi software per la gestione del commercio elettronico, ma anche la creazione di sistemi meccatronici per rendere più stabili attrezzature, equipaggiamenti o mobili soggetti a movimenti su mezzi terrestri, nautici o aerei.
Startup innovative, dati aggiornati al 21/08/2019 – Clicca per ingrandire
I dati che prendiamo in considerazione nell’articolo si fermano all’1 luglio 2019. La pagina dedicata alle startup innovative del sito di Registro Imprese, aggiornata costantemente, indica 197 startup innovative in Liguria e 10.542 in Italia (al 21 agosto 2019, vedi grafico)
Spaziano un po’ in tutti i campi le 196 startup innovative presenti in Liguria, in base ai dati dell’ultimo rapporto trimestrale del Registro Imprese (Unioncamere, Infocamere, ministero dello Sviluppo economico). Al 1 luglio le nuove realtà imprenditoriali liguri crescono di 12 unità rispetto al trimestre precedente (quando se ne contavano 184) e posizionano la nostra regione al 16esimo posto nella classifica nazionale.
Analizzando la distribuzione geografica, la Lombardia si conferma la regione in cui è localizzato il maggior numero di startup innovative: sono ben 2.656, pari al 25,5% del totale nazionale (la Liguria pesa per l’1,88%). Seguono il Lazio, unica altra regione a superare quota mille (1.156), e l’Emilia-Romagna (903). A breve distanza compare al quarto posto il Veneto, con 890 startup (8,5%), seguito dalla Campania, di gran lunga la prima regione del Mezzogiorno con 818 (7,9%). In coda figurano la Basilicata con 111, il Molise con 75, e la Valle d’Aosta con 22 startup innovative. In Italia il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro è pari a 10.426, in aumento di 351 unità (+3,48%) rispetto a fine marzo.
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Possono ottenere lo status di startup innovativa le società di capitali costituite da meno di cinque anni, con fatturato annuo inferiore a cinque milioni di euro, non quotate, e in possesso di determinati indicatori relativi all’innovazione tecnologica previsti dalla normativa nazionale. Tra le 361 mila società di capitali costituite in Italia negli ultimi cinque anni e ancora in stato attivo, il 2,88% risultava registrata come startup innovativa alla data della rilevazione, dato in aumento rispetto al 2,82% registrato tre mesi fa.
Nel complesso la Liguria non registra numeri brillantissimi (seppur in costante crescita), ma presenta comunque un’eccellenza territoriale, Genova, che rientra nelle prime 20 province per distribuzione di startup innovative: con 163 realtà sulle 196 totali (erano 154 nel primo trimestre dell’anno), il capoluogo ligure è al 15esimo posto in graduatoria. A ulteriore conferma della supremazia lombarda in questo campo, Milano guida la classifica con ben 1.860 startup, seguita da Roma (1.037), Napoli (380), Torino (338) e Bologna (322).
D’altro canto, le altre province liguri risultano decisamente meno vivaci, posizionandosi in fondo alla classifica: Savona, con 16 realtà all’attivo, è 89esima. La Spezia (96esimo posto) presenta 11 startup innovative, mentre agli ultimissimi posti (è 102esima) troviamo Imperia con sole 6 startup, rimaste stabili negli ultimi due trimestri, a differenza del savonese e dello spezzino dove le nuove realtà innovative sono cresciute, rispettivamente, di una e due unità.
Nella classifica della densità provinciale (cioè il rapporto percentuale delle startup innovative sul totale delle nuove società di capitali della provincia), La Spezia e Imperia figurano tra le ultime dieci postazioni: rispettivamente, sono al 103esimo (terzultima) e al 99esimo posto con un’incidenza dello 0,77% e dello 0,91%.
La fotografia nazionale:
Settori, occupati e indicatori economici e finanziari
Il 73,1% delle startup innovative italiane fornisce servizi alle imprese (in particolare, prevalgono la produzione di software e consulenza informatica, 34,6%, l’attività di ricerca e sviluppo, 13,7%, i servizi d’informazione, 9,2%). Il 18,1% opera nel manifatturiero (la fabbricazione di macchinari pesa per il 3,2%, quella di computer e prodotti elettronici e ottici per il 2,9%), mentre il 3,5% opera nel commercio.
Le giovanili (under 35) sono 2.014, il 19,3% del totale. Si tratta di un dato di oltre tre punti percentuali superiore rispetto a quello riscontrato tra le nuove aziende non innovative (16,1%). Ancora maggiore è la differenza se si considerano le aziende in cui almeno un giovane è presente nella compagine sociale: queste rappresentano il 43,5% delle startup (4.536 in tutto), contro il 34,2% delle altre imprese.
Sotto il profilo occupazionale, gli ultimi dati disponibili risalgono al I trimestre dell’anno: a fine marzo risultano presenti 3.918 startup innovative con almeno un dipendente (353 in meno rispetto a fine dicembre), pari al 37,6% del totale. Nonostante questo rapporto sia in vistosa diminuzione rispetto al dato registrato nel trimestre precedente (42,4%), il totale degli addetti impiegati dalle startup non sembra averne risentito. Anzi: le startup innovative impiegavano a fine marzo 14.371 persone, ben 1.073 in più rispetto a dicembre 2018 (+8,07%). Ne consegue un significativo incremento del numero medio degli addetti per startup innovativa, oggi pari a 3,7, contro i 3,1 registrati solo tre mesi prima. Le altre società di capitali con meno di cinque anni presentano tuttavia una media più elevata, pari a 5,7 addetti a impresa.
Osservando infine gli indicatori economici e finanziari, occorre precisare che i dati di bilancio attualmente disponibili, ancora relativi al 2017, coprono solo il 53% delle startup iscritte al 1° luglio 2019: 5.539 su 10.426. Nei restanti casi le imprese non hanno ancora depositato il loro primo bilancio, essendo state costituite nel 2018 o nel 2019.
La percentuale delle startup per le quali è disponibile l’ultimo bilancio risulta in discesa di ben quattro punti percentuali rispetto all’ultima rivelazione, a indicare l’aumento relativo delle imprese di nuova costituzione.
Tra le startup innovative così circoscritte, il valore della produzione medio per impresa nell’esercizio 2017 risulta pari a circa 147 mila euro, dato in lieve diminuzione rispetto al trimestre precedente (6 mila euro in meno). L’attivo medio è pari a poco più di 277 mila euro per startup innovativa, in calo di circa 8 mila euro rispetto alla precedente rilevazione. Considerando, infine, la produzione complessiva, l’ammontare è pari a 817.028.946 euro, un dato inferiore di 62 milioni di euro (-7,1%) rispetto a quello registrato al termine del trimestre precedente (879.534.513 euro). Il reddito operativo complessivo fatto registrare nel 2017 è negativo per circa 81 milioni di euro, un miglioramento di 4,5 milioni rispetto a tre mesi fa (-85,5 milioni).
I dati citati hanno un’implicazione chiara: nel corso degli ultimi tre mesi ha abbandonato la sezione speciale del Registro Imprese un gran numero di startup innovative con fatturato relativamente elevato. Questo rimanda a una caratteristica intrinseca della sezione speciale del Registro riservata alle startup innovative: il turnover costante della popolazione. Il continuo flusso in entrata di nuove imprese di recente costituzione, che fisiologicamente presentano metriche economiche contenute, si accompagna alla progressiva fuoriuscita dalla fase di startup delle imprese più consolidate, che rappresentano le best performer dal punto di vista statistico. Dal momento che i dati sul valore della produzione vengono catturati con cadenza annuale a seguito del deposito dei bilanci, le imprese di nuova iscrizione non compensano strutturalmente la diminuzione del
fatturato totale dovuta all’uscita delle startup “mature”; al contrario, la costante espansione della popolazione complessiva determina una progressiva erosione dei valori medi.