Una rete di sette chilometri, otto stazioni che si aprono sui principali punti turistici e commerciali della città: la metropolitana Amt di Genova, che collega la val Polcevera a Brignole, è costantemente controllata dal Posto centrale operativo della stazione di Brin, il centro di monitoraggio sull’intera rete.
Presidiato 24 ore su 24, all’interno del Pco gli operatori seguono la circolazione dei treni lungo l’intera linea grazie a un quadro sinottico luminoso, che permette di visualizzare esattamente in che punto si trova ciascun convoglio, identificato con un numero, gestire la sua marcia, sapendo quindi quale sarà il suo prossimo movimento. «Per questioni di sicurezza la linea è divisa in circuiti di binario − descrive Marino Giusto, direttore di esercizio della metropolitana Amt − Su ciascun circuito può trovarsi solo un treno. Ogni circuito ha un codice associato a una velocità massima, captata dal treno stesso: nel momento in cui il treno dovesse superare tale velocità, il suo sistema di sicurezza interviene e lo fa fermare». Il quadro consente quindi di intervenire in caso di perturbazioni o problemi sulla linea. A fianco, un altro quadro sinottico, quello dell‘alimentazione elettrica: sull’intera linea si trovano quattro arrivi Enel da cui si alimentano tutte le stazioni (15 mila volt). «A differenza di quanto si possa pensare, la maggior parte dell’energia elettrica non viene spesa dalla marcia dei treni, bensì dalle cabine di stazione», precisa Giusto. Lungo l’intero impianto della metropolitana sono presenti 6 mila lampade, che consumano gran parte dell’energia elettrica di tutta la metro.
Sugli schermi del centro di controllo vengono riprodotte anche tutte le immagini provenienti dalle telecamere di sicurezza, poste nelle stazioni, in galleria fino a de Ferrari (il prolungamento a Brignole è in fase di attuazione), a bordo dei treni e negli ascensori della stazione dei Brignole. «La sicurezza è garantita non solo dalle telecamere, ma anche dail personale itinerante nelle stazioni − ricorda Giusto − In questa centrale arrivano anche tutti gli allarmi anti-incendio: tutte le stazioni, l’intera linea e i locali tecnici sono coperti dall’impianto di rilevamento».
Dentro il Centro di controllo bus di Genova: qui Simon coordina la rete Amt su gomma
Il Pco può inoltre comunicare con i treni tramite un apparato Rtt (Radio terra trenoo), con i passeggeri tramite la diffusione sonora, le colonnine Sos e i citofoni degli ascensori. «A disposizione del dirigente c’è un’interfaccia che consente di chiamare un singolo treno o tutti i treni a seconda dell’emergenza e, viceversa, il macchinista può chiamare e comunicare con il Pco», sottolinea Giusto.
Dopo il crollo di ponte Morandi, il numero di passeggeri sulla metropolitana genovese è aumentato di oltre il 50% e il servizio si è adeguato alle nuove esigenze della città, aumentando le corse, ampliando gli orari ma non solo: «Già dalla sera del 15 agsto, fino al 12 dicembre, la metro è rimasta aperta 24 ore su 24 − spiega Giusto − Nel giro di due mesi siamo passati dai 40 mila ai 64 mila passeggeri al giorno. Abbiamo aumentato le corse dalle 78 mila del 2017 alle circa 100 mila previste per il 2019. Anche il numero dei macchinisti è aumentato, passando da 19 ai 28 attuali. Oggi il servizio, dalle 5 alle 24, garantisce nelle ore di punta una corsa ogni 5 minuti».
La metro di Genova stazione per stazione
La prima tratta della metropolitana genovese a essere inaugurata è stata Brin-Dinegro, nel 1990. La stazione di Brin, disegnata da Renzo Piano e l’unica a cielo aperto, è il capolinea periferico di Certosa/Rivarolo. La stazione di Dinegro ha una posizione strategica vicina al Terminal Traghetti e consente l’interscambio con le linee bus di superficie dirette a Ponente e verso il centro.
La stazione di Principe, aperta nel 1992 e successivamente completata allungando la banchina fino a raggiungere la lunghezza di 80 metri, si trova di fonte alla Stazione Marittima. Il 6 aprile 2016 è stato aperto il tunnel di collegamento tra le stazioni metropolitana e ferroviaria di Principe, un’opera che agevola i pendolari nell’interscambio tra un sistema di trasporto pubblico e l’altro.
La stazione Darsena, costruita secondo la tipologia già attuata per la stazione sotterranea di Principe e aperta nel 2003, ha il piano banchina centrale a una quota di 12,65 metri sotto il livello stradale, il piano del mezzanino a 7,85 metri e due uscite su via Gramsci, di cui quella a levante in corrispondenza di via delle Fontane. Dalla stazione Darsena si possono raggiungere il polo universitario della zona compresa tra via Balbi, piazza della Nunziata e largo Zecca e i nuovi insediamenti museali, residenziali e didattici nell’area a mare della Darsena.
Anche la stazione San Giorgio è stata realizzata con la tipologia delle stazioni in sotterranea con banchina centrale e inaugurata nel 2003. Il piano banchina è a 15,5 metri sotto il livello stradale e il piano del mezzanino con atrio a 11,65 metri dal livello stradale. L’uscita nelle vicinanze di palazzo San Giorgio collega la metro con via San Lorenzo e il centro storico della città. La stazione di San Giorgio serve tutta l’area del Porto Antico e consente l’interscambio sia con la linea 13, che effettua capolinea in via Turati, e le linee 1 e 9 che partono dalla vicina piazza Caricamento.
La stazione di Sarzano/Sant’Agostino, inaugurata nel 2006, è la prima che si apre in un quartiere prima inaccessibile ai mezzi pubblici di Amt, molto popolato e ricco di attività, vicino alla facoltà di Architettura dell’Università di Genova, a molte chiese, monumenti, teatri e altri luoghi di interesse storico e culturale. La stazione è sotterranea e presenta banchine laterali di 80 metri in corrispondenza delle due gallerie delle Grazie a binario singolo. Il piano delle banchine è a una quota di meno 26,5 metri rispetto all’uscita su piazza Sarzano e di circa sette metri rispetto all’uscita di via Mura della Marina.
Sotterranea a circa meno 20 metri rispetto alla piazza, la stazione de Ferrari è la più importante dell’intero percorso, perché da qui transitano i maggiori flussi di utenza. Inaugurata nel 2005, la tipologia della stazione è a banchine laterali di lunghezza tale da ospitare convogli formati da tre unità di trazione. L’uscita si affaccia sul sottopasso dell’Accademia, percorrendolo si arriva alla seconda uscita che si apre di fronte a palazzo Ducale.
Infine, la stazione di Brignole, con le sue cinque uscite: una in piazza Raggi, nel cuore di Borgo Incrociati, due in via Canevari su entrambi i lati e due che portano verso i sottopassi ferroviari. La stazione ha 9 ascensori e 6 scale mobili che permettono alle persone di spostarsi agevolmente all’interno dei 2.000 metri quadrati aperti al pubblico. Da qui, in 15 minuti, i treni raggiungono la val Polcevera.