Mantenere un alto grado di attrattività e contemporaneamente restare ai vertici italiani nelle graduatorie stilate a livello nazionale, con la consapevolezza che, per quanto riguarda Ingegneria, è più che necessario un cambio di sede. La Scuola Politecnica di Genova racchiude Ingegneria e Architettura (circa 350 docenti) e rappresenta un coordinamento delle attività svolte dai dipartimenti (uno per architettura, cinque per ingegneria). Preside, da qualche mese, è Giorgio Roth, già direttore del Cima a Savona, poi per 5 anni al vertice del Dicca.
I dipartimenti della scuola Politecnica
Informatica, bioingegneria, robotica e ingegneria dei sistemi (Dibris) che si articola in due sezioni interscuola
Ingegneria civile, chimica e ambientale (Dicca)
Ingegneria meccanica, energetica, gestionale e dei trasporti (Dime)
Ingegneria navale, elettrica, elettronica e delle telecomunicazioni (Diten)
Architettura e Design (Dad)
L’esistenza di dipartimenti universitari è prevista per legge, la loro organizzazione in Scuole è facoltativa. La scelta dell’Università di Genova è stata quella di raggruppare per ambiti di studio: «Nel caso della Scuola Politecnica, i prodotti sono essenzialmente due: architetti e ingegneri. Tutti i dipartimenti – spiega Roth – devono dunque collaborare fra loro affinché le attese delle aziende e di chi assume i nostri laureati siano soddisfatte, indipendentemente dal tipo di prodotto. Questo aspetto è enfatizzato per gli ingegneri, formati da quattro diversi dipartimenti». La scuola Politecnica è l’unica che copre quasi tutto il territorio ligure, con alcune specificità: alla Spezia si insegna meccanica, navale, nautica, con componenti di architettura per lo yacht design, a Genova «l’offerta è vastissima, quasi sterminata: nove corsi di laurea e ben sedici corsi di laurea magistrale, molti dei quali in lingua inglese» e a Savona i corsi sono in ingegneria meccanica, gestione dei rischi naturali e molta parte legata all’energia.
Ingegneria ai vertici italiani
Ma come sta la scuola Politecnica genovese? Secondo l’ultima classifica del Censis 2018/2019 per le lauree biennali, cioè le magistrali, ingegneria è seconda solo al Politecnico di Milano con 108,5/110, è al primo posto per internazionalizzazione e al secondo posto per rapidità del processo formativo, «in sostanza i nostri studenti si laureano in tempi più contenuti rispetto ad altre sedi – specifica Roth, che aggiunge – è una classifica importante, di un ente terzo di grande qualificazione e credibilità. Tenendo conto che apparteniamo a un Ateneo generalista, che porta avanti corsi di studio e percorsi formativi nei settori più diversi, è un risultato importante». I concorrenti più diretti sono appunto i Politecnici (Milano e Torino), che però sono istituzioni universitarie a sé stanti. Ma questo status dell’Ingegneria ligure ha suoi vantaggi: «Consente un dialogo diretto con colleghi di altre discipline, che nella società di oggi, complessa e multidisciplinare, è molto produttivo. Per esempio, possiamo pensare alla stretta collaborazione tra ingegneria chimica, ingegneria navale e competenze di biologia marina; lo sviluppo della chimica dei rivestimenti degli scafi è fatta proprio di interazioni tra queste materie».
C’è ancora molto da fare, secondo Roth: «Stiamo attivando nuovi percorsi di laurea magistrale, visto che le aziende considerano i laureati di primo livello meno attrattivi e sono orientate ad assumere laureati magistrali perché sanno molto di più e, in fondo, costano poco di più». Recentemente sono stati aggiunti percorsi di studio in gestione dei rischi, ingegneria strategica, riqualificazione edilizia, ingegneria ambientale, tutti in lingua inglese, riuscendo così a ottenere iscrizioni di studenti provenienti da altri paesi, soprattutto orientali.
Ogni anno a Ingegneria si iscrivono poco più di mille persone «quest’anno qualcuno in più», complessivamente sono circa cinquemila le persone iscritte su tutti gli anni accademici. Non tutti arrivano alla laurea: «Stiamo cercando di lavorare per ridurre l’abbandono, ma è innegabile che questo tipo di studi sia molto selettivo – dichiara Roth – ci stiamo focalizzando su due diversi ambiti: l’orientamento nelle scuole superiori, indirizzando le persone ai percorsi più adatti, anche per recuperare quelle persone che sarebbero adatte a ingegneria ma rinunciano perché pensano sia troppo difficile; contemporaneamente cerchiamo di assistere le persone lungo tutto il percorso formativo».
Il rapporto con le aziende
I laureati in ingegneria sono molto richiesti e le aziende si adoperano per entrare in contatto con Scuola Politecnica: «Oltre ai due tipi di tirocini, uno inserito nel percorso curricolare e l’altro post-laurea, organizziamo alcune iniziative: il master in Industrial plant engineering & technologies, finanziato dalle imprese, tende ad aggiungere alle competenze degli ingegneri quelle che le aziende ritengono utili per assumere persone che siano immediatamente produttive in azienda. Inoltre, la tesi viene sviluppata in azienda, creando uno stretto rapporto con la persona. Normalmente, al completamento del percorso segue l’assunzione».
Ad aprile torna “One year interviews in one day – Companies meet with young engineers & engineering students“. L’appuntamento è per il 2 aprile dalle 9 a Villa Cambiaso: «Si tratta di una giornata in cui una trentina di aziende hanno la possibilità di presentarsi ed entrare in contatto con i nostri studenti e giovani laureati. In pratica nell’ambito della stessa giornata ci si può prenotare e sostenere in un sol giorno i colloqui che magari si sarebbero svolti in un anno».
La questione sede
Che Ingegneria abbia bisogno di una nuova sede è assodato da anni: «Lo stato attuale non consente uno sviluppo adeguato, sia per dimensioni sia per qualità degli edifici».
Prima si parlava dello spazio dove poi è sorta Fiumara, poi Hennebique, ora il passo avanti con l’acquisto del terreno degli Erzelli da parte dell’Ateneo. «Se l’Università ha comprato vuol dire che finalmente l’intenzione c’è – dice Roth – come Scuola ci interessa la situazione di quell’area sia per le collaborazioni che si potranno avere con le aziende insediate, sia per la possibilità di raggiungere l’area in modo agevole. Occorre considerare che al mattino circa 5 mila persone in più dovranno raggiungere Erzelli. Prima che il trasferimento sia finalizzato, occorrerà che sia completato il sistema pubblico di accesso, tenendo conto che l’andata avverrà in intervalli temporali limitati, mentre il rientro sarà forse più diluito. Inoltre, si parla di un ospedale di fronte a noi, è evidente che debba essere raggiungibile». Sul come Roth ha le idee chiare: «Per esempio non tutti amano salire su una funivia. La monorotaia potrebbe essere un mezzo opportuno per arrivare».
Ricerca
Sul fronte ricerca sono molte le partecipazioni attive sia nei rapporti con le industrie (nazionali e internazionali), sia di partecipazioni a bandi di ricerca di tipo competitivo. Recentemente il professore Giovanni Solari ha ricevuto un “Advanced grant” dall’European research council per lo studio dell’interazione del vento con le strutture, «un riconoscimento di altissimo livello – commenta Roth – che individua in una singola persona una qualità molto alta, di livello mondiale. In un mondo di fortissima competizione, il fatto che abbia vinto un ingegnere civile è un fatto singolare in positivo».
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Altro fiore all’occhiello sono le componenti legate alla robotica. Non è un mistero che da questo terreno già ben preparato sia germogliato l’Iit, ma Roth cita anche il centro di ricerca della Rolls Royce attivo a Genova nell’ambito della scuola politecnica e anche collaborazioni in ambito energetico e nell’Ingegneria navale, «una delle poche scuole del genere in Italia, la maggiormente qualificata in questo campo».
Cosa conviene scegliere?
Come orientarsi nell’offerta sterminata di corsi a Ingegneria? «Alcuni percorsi di studio attraggono molti studenti, potrebbero quasi essere definiti di moda. In altri casi gli studenti sono meno numerosi. In alcuni casi la disponibilità di laureati non si sposa perfettamente con le richieste del mercato, capita così che si assista a una forte richiesta in settori che producono meno laureati», spiega Roth. Corsi molto frequentati sono per esempio Bioingegneria, Ingegneria gestionale e Ingegneria meccanica. Meno scelti sono i corsi in Ingegneria chimica o Ingegneria elettrica, con il risultato che le aziende sono alla costante ricerca di laureati con queste conoscenze. «Questione di rapporti – dice il preside – a bioingegneria sono iscritte 100-120 persone, la magistrale di ingegneria chimica ne accoglie una ventina». Numerosi e richiesti sono gli ingegneri meccanici o quelli gestionali. In ogni caso tutti i 21 percorsi di laurea magistrale garantiscono di trovare un’occupazione in tempi brevi: «A 2 anni dalla laurea oltre il 90% ha trovato lavoro. In alcuni settori quasi il 100%. Inoltre, un’indagine Doxa ha evidenziato il gradimento molto buono da parte delle aziende che hanno assunto i nostri laureati».