Amiu sta attraversando la più grossa crisi aziendale mai vissuta: non si riesce a garantire il servizio principale, cioè la raccolta. È quanto sostengono in un comunicato Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fiadel. Le organizzazioni sindacali parlano di un’azienda debole, disorientata e confusa che non riesce a dettare le proprie necessità al Comune e a trasmettere ai lavoratori la direzione che intende intraprendere.
«Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel – si legge nella nota stampa – ritengono che il Comune debba impegnarsi concretamente a mantenere la proprietà “pubblica” degli impianti, garantendo ad Amiu la chiusura del ciclo dei rifiuti e la gestione diretta. Degli investimenti previsti per il 2018 dal piano industriale: 700 mila euro per l’impianto di Sardorella, non abbiamo visto neanche un euro, bensì si esternalizza il trattamento della carta. Così come abbiamo visto solo una piccola parte dei 4 milioni previsti per il potenziamento della differenziata: la raccolta dell’umido, progetto sul quale si era investito allo scopo di diminuire i costi di smaltimento, che a causa di gravi carenze non ha avuto i risultati previsti e che si ricorderà solo per la campagna pubblicitaria. In mancanza dei risparmi attesi l’azienda continua a procedere esclusivamente sul contenimento dei costi del personale, che inevitabilmente si ripercuote sulla qualità del servizio erogato. Non è accettabile che Amiu non sia in grado di mettere in campo una gestione adeguata che consenta di creare prospettive, se non quella miope di diminuire le risorse! Non è accettabile una politica aziendale che miri a esternalizzare servizi al privato, svuotando, di fatto, l’azienda delle proprie capacità con l’unico obiettivo di abbattere i costi».
In sindacati lamentano inoltre di non avere visto «Né da parte dell’amministrazione né da parte dell’azienda l’opportuna rivendicazione affinché nel “Decreto Genova” sì tenesse in debita considerazione Amiu in quanto seriamente colpita e a oggi non opportunamente sostenuta attraverso un piano che le veda assegnare aree sostitutive, risorse economiche ed assunzioni».
Riguardo alla situazione interna, «viviamo ormai da un lungo periodo una sorta di vuoto gestionale dato che, dopo circa 5 mesi dall’emissione del bando per la selezione del dirigente dei servizi non si è ancora giunti, e chissà perché, all’individuazione di una figura strategica per l’azienda, che non può essere certo affidata all’ennesimo consulente, con i limiti che porta con sé questo tipo di figura».
Il “contratto di servizio” è in scadenza il 31 dicembre 2020, il rinnovo è vincolato alla costituzione dell’azienda in house determinata dall’acquisizione di azioni Amiu da parte dei Comuni del genovesato: «Pur riconoscendo gli atti e gli intenti del comune le organizzazioni sindacali vigileranno attentamente perché, a oggi, non c’è nulla di concreto che garantisca l’affidamento ad Amiu del contratto di servizio per ulteriori 10/15 anni: è stato soltanto avviato il percorso e chissà come e se si concluderà».