Chiusura negativa per le Borse europee condizionate dall’andamento negativo di Wall Street. Oltreoceano le previsioni di una politica monetaria della Federal Reserve maggiormente restrittiva nel 2019 hanno spinto il comparto obbligazionario e frenato Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq. Londra segna -1,15%, Francoforte -1,08%, Parigi -0,95%, con vendite generalizzate dei titoli di Stato su tutte le piazze principali.
Milano ha terminato le contrattazioni con Ftse Italia All-Share a 22.455,54 punti (-1,45%) e Ftse Mib a 20.345,96 punti (-1,30%). Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso la settimana a 285 punti base, in rialzo dai 279 di ieri. Il rendimento del Btp decennale è al 3,42% (3,32% ieri).
Piazza Affari ha accusato, oltre ai fattori comuni alle altre Borse, la diffusione della nota di aggiornamento del Def, che prevede il rapporto deficit/Pil al 2,4% nel 2019, al 2,1% nel 2020 e all’1,8% mentre continua lo scontro tra il vicepresidente del consiglio Matteo Salvini e il presidente della commissione europea Jean Claude Juncker. Sono state penalizzate soprattutto le banche ma la maglia nera è andata a Saipem (-4,38%) e Stm (-4,92%), frenata dal calo di tecnologici e semiconduttori sulla vicenda dei presunti chip-spia cinesi.
L’euro è scambiato a 1,1511 dollari (1,1509 in apertura e sotto quota 1,15 alla chiusura di ieri), e vale 130,947 yen, mentre il rapporto dollaro/yen è a 113,75.
Tra le materie prime il petrolio scambia stabile al di sotto dei massimi dal 2014 toccati in settimana, con Wti e Brent rispettivamente a 74,7 e 84,6 dollari al barile.