C’è tempo fino al 1 ottobre per presentare la segnalazione dei danni subiti dalle attività economiche genovesi e liguri a seguito del crollo del Ponte Morandi.
Attraverso la compilazione di un apposito modulo – modello AE attività economiche non agricole – presentato ieri dall’assessore allo Sviluppo economico Andrea Benveduti e scaricabile dal sito di Regione Liguria, le aziende, le imprese artigiane e gli esercizi commerciali e professionisti potranno segnalare, entro 30 giorni, i danni, diretti e indiretti, subiti da beni immobili, fabbricati, impianti fissi, macchinari, attrezzature, veicoli, arredi, prodotti Possono essere segnalate anche le spese sostenute per consulenze, per esempio per perizie ed essere segnalati i danni per interruzione dell’attività-mancato guadagno, oneri aggiuntivi per il personale, aggiuntivi aziendali, aggiuntivi di altro genere, i danni indiretti subiti per il crollo di Ponte Morandi dalle imprese che non abbiano interrotto l’attività e il corredo fotografico dei danni subiti. Il modulo, una volta compilato, dovrà essere inviato attraverso la piattaforma webtelemaco di Infocamere.

«Il modello di presentazione danni – ha spiegato Benveduti – è analogo a quello per le attività economiche colpite da eventi alluvionali. Certamente, rispetto alle scorse alluvioni, saranno diverse le modalità risarcitorie visto che il crollo di un viadotto non è un evento calamitoso, ma necessita dell’individuazione di responsabilità oggettive».
Oltre all’elaborazione della modulistica, continua la mappatura delle imprese danneggiate, non solo quelle direttamente colpite dal crollo, che sono circa 40, ma anche quelle fuori dalla zona rossa.
In parallelo – ha precisato l’assessore – stiamo studiando forme di finanziamento rivolto alle imprese per superare l’emergenza contingente, prestiti ponte in attesa che sia individuato chi dovrà risarcirle. In questo senso stiamo lavorando con Cassa depositi e prestiti, Filse e con gli istituti bancari per dare ossigeno alle aziende colpite e traghettarle fino alla conclusione della pratica risarcitoria. Tra le proposte allo studio quella di un fondo di garanzia aperto ai privati che possa attivare una leva finanziaria di credito per le imprese danneggiate».