Cda di Banca Carige domani 7 agosto per definire la risposta alla lettera inviata dalla Bce alla banca ligure il 20 luglio scorso.
Nella lettera Bce non approvava il piano di conservazione del capitale presentato da Banca Carige il 22 giugno 2018 perché «Il soggetto vigilato non rispetta il requisito patrimoniale complessivo», invitava la banca ligure a nominare un nuovo cda entro il 30 settembre prossimo e a presentare a Francoforte al più tardi entro il 30 novembre 2018, «un piano approvato dal consiglio di amministrazione per ripristinare e assicurare in modo sostenibile l’osservanza dei requisiti patrimoniali al più tardi entro il 31 dicembre 2018. Tale piano – si precisava – dovrebbe valutare tutte le opzioni, ivi inclusa un’aggregazione aziendale».
L’istituto di Francoforte osservava che «Una struttura di governo pienamente funzionante è particolarmente cruciale in questo momento, alla luce della sostanziale trasformazione strategica del Soggetto vigilato necessaria per assicurare l’osservanza dei requisiti di vigilanza in modo sostenibile» e che «Il governo societario del Soggetto vigilato non è pienamente funzionante e rappresenta una concreta fonte di rischio reputazionale e operativo. Il funzionamento del consiglio di amministrazione ha risentito nel tempo di un elevato tasso di avvicendamento; dal 2014 la gestione esecutiva del Soggetto vigilato è stata affidata a tre diversi amministratori delegati. Dei quindici membri che erano originariamente parte dell’attuale consiglio di amministrazione, nominato a marzo 2016, dieci hanno rassegnato le proprie dimissioni, principalmente a causa di divergenze interne tra gli amministratori del Soggetto vigilato e i rappresentanti degli azionisti principali. La Bce ha adottato diverse misure per sottolineare l’importanza di un consiglio di amministrazione correttamente funzionante e incoraggiare il Soggetto vigilato ad attivarsi al riguardo. Ciò nondimeno, a seguito delle recenti dimissioni del Signor Giuseppe Tesauro, il consiglio di amministrazione non ha deciso prontamente in merito a una tempistica per la nomina di un nuovo presidente.In base alla valutazione della Bce, «nell’attuale contesto una leadership forte è particolarmente importante per superare le divergenze esistenti e far sì che il consiglio di amministrazione si allinei alle decisioni strategiche necessarie. Ciò è altresì fondamentale per facilitare la rapida approvazione di misure di mitigazione nel caso dovessero concretizzarsi rischi di esecuzione».
Banca Carige ha già deciso, nella seduta del cda del 3 agosto scorso, che l‘assemblea dei soci si terrà il prossimo 20 settembre.
La Bce annunciava inoltre «di non approvare il piano di conservazione del capitale presentato dal Soggetto vigilato il 22 giugno 2018».
Secondo la Banca centrale europea «Il Soggetto vigilato non rispetta il requisito patrimoniale complessivo (Richiesta complessiva di capitale Overall Capital Requirement pari al 13,125% dal 1° gennaio 2018. Nel primo trimestre del 2018, il coefficiente di capitale totale (Total Capital Ratio) del Soggetto vigilato era del 12,23%, 89 punti base sotto l’OCR.”. “L’emissione di strumenti di capitale di classe 2 costituisce la pietra angolare del Piano di conservazione del capitale aggiornato. A causa di fattori idiosincratici e di mercato, i tentativi di emissione di strumenti di capitale di classe 2 da parte del Soggetto vigilato si sono rivelati un insuccesso. Nel Piano di conservazione del capitale presentato il 18 aprile 2018, erano state programmate una serie di misure di riduzione dell’attività ponderata per il rischio (cessione di attività non strategiche, ivi incluse le attività immobiliari, una partecipazione in Autofiori e la cessione delle quote di Banca d’Italia) da eseguirsi a giugno 2018. Nessuna di tali misure è stata eseguita entro la tempistica iniziale e il Piano di conservazione del capitale aggiornato ne ha rinviato la prevista esecuzione di un trimestre».
Domani il cda dovrà definire la risposta a queste contestazioni. Nella nota stampa in cui si rendeva conto della lettera di Francoforte Carige precisava «di avere, nel corso dei primi sei mesi del 2018, dato inizio al percorso volto, da un lato, all’emissione di strumenti di capitale di classe 2 (bond subordinato) e dall’altro, alla cessione di asset non strategici quali la partecipazione in Banca d’Italia e quella in Autofiori. Per quanto riguarda l’emissione di strumenti di capitale di classe 2 (bond subordinato) – si legge ancora nella nota – la banca non può che confermare e condividere la necessità nonché l’intenzione di procedere a dette emissioni pur ritenendo che le stesse debbano essere effettuate tenendo in dovuta considerazione le condizioni del mercato in generale ed in particolare di quello italiano che nel corso degli ultimi mesi ha fortemente penalizzato non solo Banca Carige ma anche numerosi altri emittenti sia finanziari che industriali che intendevano affacciarsi al mercato per reperire nuove risorse finanziarie. Con riferimento invece all’eventuale dismissione di asset non strategici, la banca conferma che i processi volti alla migliore valorizzazione di tali asset sono in corso e he la banca intende portare a termine tali processi entro la fine del 2018, purché ovviamente ne sussistano le condizioni».
La Banca centrale europea chiedeva inoltre che« il Soggetto vigilato presenti alla Bce al più tardi entro il 30 novembre 2018, un piano approvato dal consiglio di amministrazione per ripristinare e assicurare in modo sostenibile l’osservanza dei requisiti patrimoniali al più tardi entro il 31 dicembre 2018. Tale piano dovrebbe valutare tutte le opzioni, ivi inclusa un’aggregazione aziendale. Qualora fosse perseguita una soluzione mirata a un’aggregazione aziendale per assicurare in modo sostenibile l’osservanza di tutti i requisiti patrimoniali, la Bce stabilirà un nuovo termine entro il quale al più tardi dovrà essere conseguita l’osservanza dei requisiti patrimoniali per rispecchiare le esigenze di tale operazione di aggregazione aziendale».
Oggi sono state annunciate le dimissioni dal cda di Ilaria Queirolo. Queirolo è il quinto consigliere di Carige che ha rassegnato le dimissioni nelle ultime settimane, dopo il presidente Giuseppe Tesauro, il vicepresidente Vittorio Malacalza, i consiglieri Francesca Balzani e Stefano Lunardi. Rimangono nel board della banca ligure Paolo Fiorentino, Sara Armella, Angelo Remo Checconi, Luciano Pasquale, Lucia Venuti, Giulio Gallazzi, Giuseppe Pericu, Massimo Pezzolo, Marina Luisa Pasotti, Giacomo Fenoglio.
Nonostante le tensioni all’interno del cda il titolo di Carige oggi è in notevole rialzo: alle 14.38 segnava +4,60%. Nel corso della prima parte della giornata è passato di mano circa l’1% delle azioni. Nella settimana scorse le azioni passate di mano sono state 6-7%. Potrebbe trattarsi di manovre di posizionamento in vista dell’assemblea dei soci del 20 settembre, il giorno per cui è atteso il confronto tra il maggior azionista Vittorio Malacalza, il nuovo socio Raffaele Mincione ed eventuali altri protagonisti dello showdown.