La Guardia di Finanza ha segnalato alla Procura della Corte dei Conti di Genova un danno erariale di oltre 3.700.000 euro nell’ambito delle procedure di affidamento e gestione dei servizi di raccolta dei rifiuti del Comune di Chiavari nel periodo 2011 – 2015.
Il servizio è nato da una precedente indagine, denominata “Operazione Posidonia”, avviata sulla scorta di un esposto di alcuni consiglieri comunali di minoranza. L’attività di polizia giudiziaria era terminata con l’emissione, da parte della procura di Genova, dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di tre funzionari del Comune di Chiavari e di quattro imprenditori del settore dello smaltimento dei rifiuti. I reati contestati erano quelli di turbativa d’asta, falsità ideologica e truffa aggravata ai danni dell’ente locale.
Le fiamme gialle, analizzando la documentazione amministrativa e contabile acquisita nella sede del Comune, relativa ad appalti per un valore complessivo di oltre 15 milioni di euro, hanno riscontrato, si legge in una nota della Guardia di Finanza, «varie irregolarità e diversi affidamenti con proroghe, in assenza di nuovi bandi. Infatti, dovendo assicurare la continuità del servizio pubblico, diverse assegnazioni, alle stesse imprese, avvenivano in violazione dei principi di trasparenza e concorrenza in materia di affidamento di pubblici contratti. Inoltre prosegue la nota – dall’analisi della documentazione relativa all’assegnazione dei lavori di raccolta e trasporto delle alghe depositatesi nel 2014 sulla spiaggia adiacente il porto di Chiavari era emersa l’applicazione, da parte dell’impresa affidataria, di prezzi gonfiati, fatturati al Comune, di oltre il 300% rispetto a quelli reali. I quasi 4 milioni di euro quantificati dalla Guardia di Finanza sono il danno erariale che dovrà essere risarcito dagli amministratori infedeli anche con i propri beni personali».