I dipendenti dello Champagnat di via Caprera a Genova accusano l’amministrazione comunale di disinteressarsi della sorte dell’ex centro sportivo dell’istituto scolastico dei Fratelli Maristi e quindi del futuro dell’istituto e dei suoi posti di lavoro.
«Da mesi – si legge in una lettera inviata dai dipendenti agli organi di informazione – aspettiamo che per le vicende che riguardano l’ex centro sportivo e, quindi, di riflesso l’intero istituto, si aprisse uno spiraglio positivo per una generale soluzione per tutte le persone coinvolte» ma «l’amministrazione della città continua a non decidere in un estenuante rimpallo di responsabilità e competenze. Ci accorgiamo di non esistere per l’amministrazione: non un suo rappresentante ha mostrato il minimo interessamento per noi e per la nostra occupazione».
La vicenda era iniziata nel 2016 quanto i Maristi, considerate le difficoltà economiche dell’istituto, che nei bilanci annuali accusa un rosso di circa 300 mila euro dovuto a un numero insufficiente di iscrizioni – avevano chiuso il centro sportivo di Albaro per salvare le attività scolastiche, al centro della vocazione dello Champagnat. Una ventina di lavoratori del centro aveva perso il posto ma i Maristi avevano trovato un accordo con Virgin Active Italia e con Conad che avrebbero preso in affitto gli spazi dismessi. Virgin vi avrebbe gestito attività sportive, Conad una struttura commerciale. Le due società si erano impegnate a riassumere i venti dipendenti rimasti senza lavoro e, naturalmente, a pagare un affitto allo Champagnat. Questi proventi avrebbero dato un respiro finanziario all’istituto che impiega tra insegnanti e altri dipendenti una cinquantina di persone e gestisce asilo nido, scuola elementare, scuola media, liceo scientifico. Perché l’operazione andasse in porto Tursi doveva approvare le modifiche necessarie al Piano urbanistico comunale.
E qui sono iniziati i guai. Perché la giunta Doria, poco prima della scadenza del suo mandato, nella primavera del 2017, aveva approvato l’operazione. Mancava il voto favorevole del consiglio comunale, ma intanto giunta e consiglio sono scaduti e la nuova maggioranza, almeno a quanto risulta ai dipendenti dello Champagnat, non si è ancora occupata della vicenda.
Dei lavorati licenziati alcuni nel frattempo hanno trovato un nuovo lavoro ma altri sono tuttora senza occupazione e attendono la riassunzione promessa, chi è rimasto teme per la sorte dell’istituto e quindi del proprio posto: fino a quando i Maristi riusciranno a reggere i bilanci in rosso? L’istituto avvia nuove iniziative, intende anche aprire un istituto tecnico ma le prospettive, anche a causa del trend demografico, non sono rassicuranti.