Ha già ricevuto le iscrizioni di sette enti gestori di centri di accoglienza, 220 i profili attivati. Oltre 70 gli ingaggi di lavoro, per circa 840 ore-uomo erogate complessivamente. Sono i numeri, decisamente positivi e in alcuni casi oltre le aspettative, che descrivono i primi sei mesi di attività pilota di StartRefugees, la startup innovativa a vocazione sociale, nata nel 2017 nell’incubatore genovese Social Hub, che ha creato l’omonima piattaforma online per consentire l’integrazione lavorativa dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
Nei sei mesi di attività pilota, principalmente a Genova, StartRefugees ha saputo attrarre sette gestori di centri di accoglienza: in Liguria Agorà, Fondazione L’Ancora, Ceis Fondazione Centro di Solidarietà, Fondazione Auxilium onlus, Jabel-Il Cammino, Ce-Sto e SoleTerra a Milano.
Oggi, dopo i risultati raggiunti in pochi mesi, la piattaforma sembra ben avviata e punta ad allargare la propria rete di iscrizioni non solo in Liguria (sono una ventina in totale gli enti gestori di centri di accoglienza), ma anche in Italia: «Abbiamo già ricevuto contatti da Bergamo e da Roma, anche dalla chiesa Valdese – afferma Mauro Orso, ad di StartRefugees – ed entro un mese ci presenteremo a Milano, per lanciarci ufficialmente a livello nazionale».
Le prospettive sono più che buone, ma la partenza non è stata certo facile. Tutto è nato nel 2016, quando all’attuale presidente di StartRefugees Maurizio Astuni, commercialista e co-fondatore di Social Hub Genova, è venuta l’idea di fare qualcosa di concreto per i richiedenti asilo, sostenuto da moglie e figlia che lavorava proprio in un centro di accoglienza: «Nel 2016 il lavoro accessorio era legiferato dai voucher – racconta – perciò siamo partiti da quella opportunità per costruire la piattaforma, impostandola interamente sul sistema dei voucher. Un anno dopo, quando il portale era pronto a partire, con tanto di vari patrocini, i voucher sono stati aboliti. Non nascondo il nostro sconforto, ma non ci siamo arresi e abbiamo aspettato uno strumento alternativo, arrivato a luglio. Uno strumento completamente diverso e molto più complesso rispetto ai voucher: dopo grossi sforzi, siamo comunque riusciti a rendere compatibile la piattaforma con quella dell’Inps per la gestione delle prestazioni occasionali. In qualche modo abbiamo potuto creare un sistema, innovativo e digitale, che facilitasse il complesso mondo normativo: solo così le aziende avrebbero usato la piattaforma». Disponibile, tra l’altro, anche in versione app.
StartRefugees ha proprio l’obiettivo di fare incontrare domanda e offerta di lavoro temporaneo, grazie al supporto dei centri di accoglienza che presentano i profili e le competenze dei migranti ospitati: la piattaforma è aperta alle offerte di privati e aziende e vuole quindi agevolare l’integrazione dei migranti attraverso il lavoro, contrastando forme di remunerazione irregolare e sfruttamento.
Il consorzio Agorà è un’impresa sociale che raggruppa 9 cooperative. Si occupa di servizi alla persona: da quelli per la prima infanzia alle residenze protette, dall’assistenza domiciliare per anziani e disabili ai minori in difficoltà, fino all’inclusione lavorativa. Conta 600 operatori che lavorano in rete con molti soggetti pubblici e privati.
Il pagamento della prestazione del richiedente asilo è regolato da alcune forme alternative di retribuzione che dipendono dalla natura o dalla scelta del committente: si tratta del job on call, un contratto molto richiesto soprattutto nel settore della ristorazione, nell’alberghiero e nel commercio, proprio per la sua estrema flessibilità. Il libretto famiglia, un libretto nominativo prefinanziato, composto da titoli di pagamento di valore nominale di 10 euro lordi orari (8 euro il compenso netto all’ora). PrestO, un contratto di prestazione occasionale che si rivolge a imprenditori individuali, piccole aziende, enti del terzo settore e pubblica amministrazione, prevede un minimo di 4 ore lavorative al giorno con una retribuzione netta di 9 euro l’ora (12,41 euro lordi). «Piccoli redditi e piccoli lavori, che danno però la possibilità di entrare nella rete delle relazioni sociali – commenta Luca Moro, dg del Consorzio Agorà, tra i soci fondatori di StartRefugees – Il problema reale dell’immigrazione è l’integrazione sociale, che passa necessariamente per l’integrazione lavorativa. StartRefugees è una piccola risposta al problema dell’inclusione di queste persone». E Astuni precisa: «Non siamo un’agenzia interinale e non ricaviamo un centesimo dalle prestazioni lavorative dei ragazzi. Il servizio è finanziato dai centri di accoglienza». 35 centesimi al giorno (neanche 130 euro all’anno).
In sostanza, la piattaforma agisce come “facilitatore” di contatti: da un lato, le cooperative e i consorzi che accolgono i migranti in Italia possono caricare i curricula delle risorse che giudicano idonee al lavoro. Dall’altro, i datori di lavoro possono accedere alle informazioni delle risorse, per valutarne i requisiti e scegliere quella più adeguata alle proprie esigenze. «I profili che vanno per la maggiore, finora, sono quelli legati alla ristorazione, come aiuto cuoco, lavapiatti, cameriere – spiega Rita Sgarban del consorzio Agorà – sempre dal punto di vista dell’offerta, i settori più presenti sono quelli dei piccoli lavori di manutenzione, il facchinaggio, receptionist».
Le cooperative e i consorzi di cooperative sociali sono circa 2.500 in Italia e si occupano di un totale di circa 150 mila richiedenti asilo nel nostro Paese, di cui quasi un terzo idoneo al lavoro. Sono realtà che operano per l’inserimento di migranti, rifugiati e richiedenti asilo, offrendo servizi di accoglienza, integrazione e tutela, per favorire il percorso verso la riconquista della propria autonomia abilitativa e relazionale.
La piattaforma consente sia ai datori di lavoro, sia ai lavoratori di recensire l’esperienza svolta, in modo da creare un clima di fiducia “bilaterale”. Inoltre, le informazioni personali di ciascun profilo, comprese le esperienze lavorative e le stesse recensioni, possono essere stampate direttamente dalla piattaforma, in modo che ciascun iscritto possa avere un curriculum cartaceo da presentare a un futuro colloquio di lavoro.
Finora gli offerenti lavoro sulla piattaforma sono stati una decina. Tra questi, Costa Edutainment, che ha ingaggiato dieci lavoratori, per un impegno di circa 12 ore, per un’attività temporanea di customer care, attraverso la somministrazione di questionari di gradimento a fine percorso di visita per gli ospiti dell’Acquario di Genova. Costa ha anche coinvolto i ragazzi in un’attività di formazione specifica, sia sulla lingua italiana, sia sull’utilizzo del tablet, lo strumento usato per la compilazione del questionario. La risposta è stata più che positiva, come testimonia Cristina Quattrini, manager dell’area risorse umane di Costa Edutainment: «Non abbiamo riscontrato alcun problema o episodio spiacevole, perché i ragazzi si sono posti estremamente bene nei confronti dei visitatori: sempre cordiali, sorridenti e positivi».
L’esperienza all’Acquario dimostra come la comunicazione sia spesso lo scoglio più difficile da superare per un migrante: «Questo lavoro è stato importante per me soprattutto perché mi ha permesso di entrare in contatto con i turisti e di parlare con le persone – racconta Amadù, 21 anni, arrivato in Italia il 14 novembre 2016 dalla Guinea – Prima di questa esperienza in Costa Edutainment, grazie al consorzio Agorà, ho svolto l’attività di animazione per bambini e la manutenzione del verde in città. Quest’anno darò l’esame di licenza media». Esperienza positiva anche per Foudè, 19 anni, che dal Gambia è giunto in Italia quasi due anni fa, il 16 maggio del 2016: «Un progetto importante per un’esperienza di lavoro in più, cosa che ci viene chiesta durante i colloqui». Oltre alla breve esperienza all’Acquario, Foudè, insieme ad altri rifugiati, è stato coinvolto anche nella riqualificazione del sottopassaggio di corso Magenta per conto del comitato di quartiere Zona Castelletto. Anche alcuni privati si sono affidati a StartRefugees per piccole esigenze di lavoro, così come le associazioni culturali: è il caso di Foverergreen.fm per gli allestimenti del festival musicale Electropark, da loro organizzato.
Il rifugiato non è un clandestino, ma un migrante regolarmente registrato: “rifugiato” indica chi è fuggito o è stato espulso dal proprio Paese per discriminazioni politiche, razziali, religiose, o causa di una guerra, e trova ospitalità nel Paese straniero che riconosce legalmente il suo status da rifugiato, appunto. Proprio perché le cause della migrazione sono per lo più legate a conflitti, spesso i rifugiati hanno competenze pregresse alte, al contrario di quello che si potrebbe pensare. In Italia i tempi per il riconoscimento di questo status sono nell’ordine dei 18 mesi. In questa finestra temporale i migranti che hanno fatto domanda di accoglienza politica vengono definiti “richiedenti asilo” e nell’arco di due mesi dalla richiesta ricevono un proprio codice fiscale identificativo. Il numero complessivo di rifugiati riconosciuti residenti in Italia è di circa 50 mila persone.