Entra a regime a partire da aprile l’assegno di ricollocazione, ultimo capitolo del Jobs Act. Si tratta di una prima misura di politica attiva del lavoro a livello nazionale. Dopo la sperimentazione dell’anno scorso, dai primi di aprile è possibile fare domanda. In Liguria sono oltre 26 mila i potenziali beneficiari, il 2,7% del totale nazionale di 974 mila persone, secondo le stime dell’osservatorio statistico dei consulenti del lavoro (aggiornate al terzo semestre 2017).
È coordinato dall’Anpal (l’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro) ed è destinato ai disoccupati che percepiscono l’indennità di disoccupazione Naspi da almeno 4 mesi, ma anche ai beneficiari del reddito di inclusione e ai lavoratori in accordi di ricollocazione.
L’indennità Naspi spetta a lavoratori subordinati che hanno perduto involontariamente il lavoro compresi gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperative, il personale artistico, i dipendenti a tempo determinato della P.A. Non spetta ai dipendenti a tempo indeterminato della P.A., agli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato, ai lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale e ai lavoratori con trattamento pensionistico diretto.
L’importo viene pagato ai centri per gli impiego o all’ente accreditato che eroga l’assistenza alla ricollocazione solo se la persona titolare dell’assegno trova lavoro. Deve essere però richiesto dal disoccupato: va presentata volontariamente accedendo al sito Anpal (dove si può anche fare un rapido controllo attraverso il codice fiscale per sapere se se ne ha diritto) o in un Centro per l’Impiego, scegliendo liberamente l’agenzia o l’ente di formazione.
Il programma legato all’assegno di ricollocazione dura 6 mesi, prorogabili di un altro semestre. In questo periodo di tempo il disoccupato è chiamato a partecipare attivamente alla ricerca del lavoro.
L’importo dell’assegno varia da un minimo di 250 euro a un massimo di 5 mila, a seconda del tipo di contratto e del grado di difficoltà del ricollocamento. Il buon esito occupazionale viene considerato se viene stipulato un contratto a tempo indeterminato (compreso l’apprendistato) e il tempo determinato maggiore o uguale a 6 mesi.
Secondo l’ordine nazionale dei consulenti del lavoro si tratta di un primo passo, una goccia nel mare a confronto con quanto fanno gli altri Paesi: nel 2015 l’Italia ha speso solo 750 milioni di euro per i servizi pubblici per l’impiego: cifra che serve a coprire il costo di circa 9 mila dipendenti dei centri per l’impiego pubblici. Questo investimento è in netto contrasto con i 5,5 miliardi di euro spesi dalla Francia e gli 11 miliardi di euro sostenuti dalla Germania per i servizi per l’impiego nazionali. Se la spesa destinata ai servizi per il lavoro fosse stata in linea con la media europea (0,21% del Pil), lo stanziamento in Italia avrebbe dovuto essere pari a circa 3,5 miliardi di euro.
Riportiamo la tabella interattiva sui destinatari dell’assegno in Liguria (consultabile a schermo intero scorrendo con la barra sino al vertice destro della tabella e cliccando sull’ultima icona).
Cos’è
L’assegno di ricollocazione è un contributo che consente di accedere a servizi personalizzati erogati da un centro per l’impiego o da un soggetto accreditato scelto dal disoccupato (tra questi).