Siamo partiti dalle pensioni perché da più parti si indicano come il salvagente di tante famiglie e, a giudicare dal crollo dei redditi da lavoro autonomo, si capisce anche perché, ma a che punto siamo dal punto di vista dei redditi in Liguria?
L’importo medio mensile di una pensione in Liguria era nel 2010 di 944,332 euro, nel 2016 di 1.104,173 euro. Un aumento del 16,9% che risulta essere il quart’ultimo a livello nazionale, dopo Lazio, Puglia e Basilicata.
La causa deriva dal fatto che i redditi (soprattutto da lavoro dipendente) sono inferiori rispetto alla media del Nord e anche del Centro: andando a vedere i dati Istat nel 2010 il reddito medio annuale delle famiglie da lavoro dipendente in Liguria era di 33.060 euro, nel 2015 (ultimo dato disponibile) è arrivato a 33.946 euro, un aumento (sul dato annuale e calcolato su 5 anni anziché 6) del 2,7%. Nulla a che vedere con i 37.397 del Nord Ovest e neanche con i 34.716 della media italiana. Il reddito medio annuale da lavoro autonomo invece è crollato, non solo nella nostra regione: in Liguria è passato dai 44.873 euro del 2010 ai 38.153 euro del 2015 (-15%). Il reddito medio annuale da pensioni e trasferimenti pubblici, in Liguria è aumentato dai 22.793 euro del 2010 ai 25.855 del 2015 (+13,4%).
L’importo della media mensile delle pensioni vede comunque la Liguria al nono posto della “classifica” nazionale divisa per Regioni.
Aumentata anche l’età media: dai 60,176 anni del 2010 si è passati ai 62,408 del 2016. Il terzo posto nazionale dopo la Valle d’Aosta (64,063) e l’Abruzzo (62,601).
Le pensioni vengono aumentate per un meccanismo automatico di adeguamento all’indice Istat dei prezzi al consumo, tabacchi esclusi, per le famiglie di operai e impiegati.
Da gennaio 2018 si è applicato il valore provvisorio relativo al 2017 che è pari a +1,1%, aumentando tutti i parametri di riferimento delle prestazioni previdenziali: dal trattamento minimo all’assegno sociale (da 448,07 a 453 euro), dai vitalizi al trattamento di invalidità civile, e poi ancora dei limiti di reddito per l’integrazione al minimo o il cumulo delle pensioni ai superstiti. Sugli assegni ordinari l’aumento è proporzionalmente più basso al crescere dell’importo.
In Liguria, secondo l’Istat la fonte di reddito per le famiglie è divisa in questo modo:
2011 lavoro dipendente 37,8%; lavoro autonomo 13,8%; trasferimenti pubblici (quindi anche le pensioni) 45,2%; capitale e altri redditi 3,3%.
2015 (ultimo dato disponibile) lavoro dipendente 38,9%; lavoro autonomo 15,1% (la percentuale maggiore rispetto a tutte le medie macro area e italiana e, visto il calo dei redditi da lavoro autonomo, si possono trarre facili conclusioni su come si stia in Liguria); trasferimenti pubblici 41,5%; capitale e altri redditi 4,5%.