Tornano a chiudere in negativo le Borse europee dopo la parentesi positiva di ieri, appesantite nel finale anche dall’andamento di Wall Street dove i principali indici scambiano in ribasso per la quarta volta in cinque giorni con perdite tra l’1% e il 2 per cento e gli investitori temono che la Federal Reserve possa rivedere la propria politica monetaria in modo incisivo.
Il Dax di Francoforte segna -2,6%), il Cac 40 di Parigi -2%, l’Ibex 35 di Madrid -2,4%, il Ftse 100 di Londra -1,5%. Negativa anche Milano con Ftse Italia All-Share a 24.717,55 punti (-2,29%) e Ftse Mib a 22.466,60 punti (-2,26%).
A Piazza Affari poche le chiusure positive, si distingue Unicredit (+2,1%) dopo i risultati del 2017. L’utile di 5,5 miliardi permette alla banca il ritorno al pagamento dei dividendi cash, con una cedola di 0,32 euro per azione. Poco sopra la parità Fineco (+0,3%) e Banco Bpm (+0,3%), che ha diffuso i conti annunciando l’incremento del piano di riduzione degli npl da 8 a 13 miliardi. Sprofonda Recordati (-8,1%) dopo i risultati che non hanno centrato la guidance sull’utile netto e sul fatturato. Sottotono anche i petroliferi in scia al ribasso del greggio e le utilities per il rialzo dei rendimenti.
Prosegue l’ascesa dei rendimenti obbligazionari, con il Treasury che riprende la marcia verso il 3% salendo al 2,85 per cento, complice la debole domanda di bond nell’asta di ieri. Aumento generalizzato dei tassi anche in Europa, dove il Bund ha toccato momentaneamente lo 0,8% per poi scendere a 0,76% e il Btp si riporta in prossimità del 2% (spread in crescita a 122 punti base).
Sul Forex l’euro scambia a 1,225 sul dollaro, che si mantiene poco sopra i 109 yen.
Tra le materie dopo l’inatteso incremento delle riserve americane e della produzione di shale oil evidenziati ieri dall’Eia, Wti e Brent scendono rispettivamente a 60,7 e 64,6 dollari al barile. Poco mosso l’oro a quota 1.317 dollari l’oncia.