Sono già 8.500 i quintali di latte che i produttori genovesi hanno conferito alle aziende trasformatrici nel corso del 2017, nell’ambito del Progetto di Filiera con i produttori di latte di Genova. Un progetto promosso da Cia Liguria, in collaborazione con Regione Liguria, a cui hanno aderito per ora quattro aziende di Genova (sono 41 in totale in provincia): azienda agricola Lavagè, Andrea Cavanna, Lorenzo Pesce, Marco Cosso, che da sole rappresentano oltre il 30% dell’intera produzione regionale di latte e oltre il 50% di quella genovese.
Queste si impegnano a conferire la materia prima di loro produzione verificata e controllata secondo le norme di legge.
Moscamora (Cia Liguria): «Negli anni Ottanta in provincia di Genova si contavano oltre 700 aziende del settore, oggi sono solo 41»
Tre le imprese che entrano in gioco nel secondo step del percorso lattiero-caseario, quello della trasformazione: si tratta di Latte Alberti, realtà imperiese, la prima ad aderire alla filiera, la genovese Tentazioni Pugliesi e Caseificio Caciori di Chiavari. Queste ritirano giornalmente il latte dagli allevatori, rispettando il regolamento sottoscritto che prevede una rigida documentazione fiscale a conferma dell’avvenuta consegna del prodotto. «L’obiettivo è far crescere il comparto in Liguria, che qui rappresenta piccole quantità ma di grande qualità», commenta Alberto Alberti dell’azienda agricola Alberti.
L’ultimo passo è quello della distribuzione: Coop e Carrefour sono le prime due realtà della gdo che, aderendo alla filiera, si impegnano a commercializzare e valorizzare tutti i prodotti identificati dall’emblema del progetto. A rappresentarli c’è un marchio etico, non di origine, che vuole segnalare al consumatore le imprese e le catene distributive che ritirano il latte locale, lo utilizzano nella loro linea produttiva, praticano accordi economici conformi.

Proprio il prezzo del latte è una delle spine nel fianco degli allevatori, come spiega Ivano Moscamora, direttore regionale Cia Liguria: «In questo caso invece il prezzo è ragionevole, siamo intorno ai 40 centesimi al litro». Il progetto nasce non a caso in risposta alla grave crisi in cui gli allevatori genovesi si sono trovati a partire dalla primavera 2016: «Ricordo che un anno e mezzo fa c’era la coda qui in piazza De Ferrari per comprare il latte dei nostri produttori lasciati in braghe di tela da Parmalat», sottolinea Moscamora.
«L’accordo di oggi è l’esempio che in Liguria si può fare sistema davvero – afferma Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria – Spesso tendiamo a ragionare in modo chiuso, ma se vogliamo siamo anche in grado di superare questo atteggiamento e di fare forza insieme: per questo il progetto è aperto a tutte le aziende della filiera che vorranno aderirvi». A maggior ragione in una piccola regione come la Liguria: «Paghiamo lo scotto di essere piccoli – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai – E a ciò si aggiunge anche la concorrenza sleale delle produzioni da Paesi esteri a basso costo e di qualità quanto meno opinabile. Ecco perché è così importante lavorare insieme. Speriamo di poter allargare iniziative come questa anche ad altre produzioni».
A disciplinare il progetto, un protocollo d’intesa cui hanno aderito i diversi soggetti economici, a disposizione sul sito web di Cia Liguria.