Il consiglio metropolitano di Genova ha approvato i primi passi per l’avvio della costituzione di una newco (formata da Atp e Amt) a cui sarà affidato il servizio in house del trasporto pubblico locale sia del Comune di Genova sia della Città metropolitana. 10 favorevoli, 4 contrari, 2 astenuti.
Non senza discussioni e dubbi.
Il sindaco metropolitano Marco Bucci si dice certo che quella dell’in house è la strada più difficile, ma consentirebbe di mantenere il servizio anche in quelle linee dove non c’è ritorno economico: «Sono convinto che si possa gestire il trasporto pubblico con maggiore qualità e minori costi».
La legge Madia sul riordino delle partecipate, pone dei paletti non da poco: «La struttura sarebbe quella di Atp spa, inglobata dentro Amt, in questo modo avrebbe personale a sufficienza per essere legalmente autorizzata», dice Bucci.
Diverse perplessità sono emerse da parte di alcuni consiglieri: Cristina Lodi, che già in consiglio comunale a Genova aveva chiesto chiarimenti sul piano finanziario e aziendale, considerato fondamentale per proseguire su questa strada, sottolinea che fatica a vedere la sostenibilità economica dell’operazione.
«Non c’è bisogno di capitalizzazione – specifica Bucci – per l’affidamento in house, aspetto che invece, in caso di gara, è fondamentale nell’assegnazione. Ciò non vuol dire che non la faremo, anzi».
Enrico Pignone, astenuto in attesa di capire meglio come procederà l’iter, però fa emergere le incongruenze da risolvere: «Spero che entro la fine dell’anno ci sia un documento che dimostri quanto l’in house sia conveniente in fatto di costi e qualità del servizio, requisiti chiesti dalla stessa legge Madia, inoltre occorre risolvere una questione legislativa a livello regionale: l’ultimo atto ha ridotto di 12 milioni il fondo del trasporto pubblico per il Genova, quindi il fabbisogno è stato stimato in riduzione, un dato che dovrebbe far riflettere anche su come poi realizzare gli investimenti».
Per Pignone, che si dice comunque favorevole a gestire il tutto con un’ottica metropolitana, il non andare a gara significherebbe anche la reiterazione di un “vulnus”: il non sapere come funziona il mercato e quindi non avere idea dei costi in rapporto alla qualità. «Abbiamo la possibilità di sapere dati benchmark non solo delle aziende italiane, ma anche fuori dal nostro Paese – ribatte Bucci – il nuovo modo di gestire l’azienda ci consentirà di limitare l’esposizione finanziaria».
Sullo sfondo e considerata attualmente non importante, la situazione dell’azionista privato di Atp esercizio srl (Autoguidovie Italiane): «Potremmo decidere di pagare il privato o fare un aumento di capitale che riduca la quota di partecipazione sotto il limite del 20% – dice Bucci – ma è troppo presto per decidere».
Antonino Oliveri, già consigliere delegato ai Trasporti ne fa anche una questione di rispetto istituzionale: «Il fatto che la delibera sia praticamente la fotocopia di quella proposta in consiglio comunale a Genova non è un bel segnale. Inoltre con questa delibera si sovverte l’attività amministrativa e di indirizzo che il consiglio metropolitano aveva dato l’anno scorso. Senza che la delibera proposta ne faccia cenno almeno per motivarne il superamento». Anche Oliveri evidenzia il conflitto con la Regione: «Si sorvola disinvoltamente sulle linee emanate dalla Regione Liguria nel 2016 a favore della procedura competitiva. L’in house deve dimostrare che benefici siano superori».
In ballo c’è anche un’altra questione: «Il taglio del 15% dei valori corrispettivi ai contratti di servizio per il trasporto pubblico locale come recita l’articolo 27 del decreto legge 50 del 2017, neanche citato in delibera – sottolinea Oliveri – in sostanza alla newco mancherebbero 15 milioni, sarebbe un effetto devastante, visto che c’è già stato un taglio da parte della Regione. Non ne faccio questione ideologica, ma di merito. In generale il contesto normativo converge sul disincentivo di questo modello. Fare un’inversione di rotta senza dati analitici è molto rischioso, anche alla luce del parco mezzi vetusto. Gli investimenti diventano un fattore decisivo, con quali risorse verranno fatti? E messe a disposizione da chi? Che fine farà la ricapitalizzione a favore di Atp?».
Per Bucci l’interpretazione della legge consente di evitare la decurtazione del 15%, ma Oliveri non ci sta: «La riduzione non si applica ai contratti di servizio affidati entro il 30 settembre e a questa data non avremo affidato nulla».