Una cabinovia che colleghi ponte Parodi a forte Begato, un ostello da 250 posti nell’edificio Tabarca, un grande parco urbano all’ex caserma Gavoglio. Sono alcuni dei principali interventi che il Comune di Genova vuole realizzare in diverse sue proprietà immobiliari. Proprietà che Tursi, puntando sugli investimenti dei privati, intende recuperare e valorizzare in tempi brevi. «Le città che funzionano sono quelle in cui pubblico e privato lavorano insieme, dove ci sono investimenti da fuori: è quello che vogliamo fare a Genova». A sottolinearlo è Mario Baroni, consigliere delegato alla Valorizzazione del patrimonio comunale, che ha presentato oggi le diverse destinazioni d’uso e gli interventi in programma nella città. A dare man forte ai vari progetti con consigli e specifici suggerimenti, i tre tecnici scelti dallo stesso Baroni: Alessandro Casareto, Roberta Fiorito e Mario Manetti.

Si parte dal progetto che vuole inserire le fortificazioni e la cinta muraria cittadina nel circuito turistico di Genova: una cabinovia che colleghi Ponte Parodi a forte Begato, con una fermata intermedia alla Gavoglio: «Stiamo cercando uno sponsor privato, l’intenzione è far vivere queste strutture tutto l’anno, farle diventare una grande attrazione cittadina», sottolinea Baroni, spiegando che l’investimento non dovrebbe essere troppo ingente.
Poi c’è il completamento dell’area del Porto Antico intorno al Galata Museo del Mare. Due gli edifici da recuperare, il Tabarca e il Metellino, che saranno rispettivamente destinati a ostello e al nuovo Museo nazionale dell’immigrazione. L’ostello, pensato per accogliere principalmente giovani, ospiterà circa 250 posti, con un costo di circa 20-25 euro a notte. Il piano terra sarà destinato a ristorante e, in parte, ospiterà una mostra-mercato di Slow Fish, per dare continuità alla manifestazione che si tiene ogni due anni al porto antico di Genova. Secondo quanto afferma Baroni, la società che si occuperà dell’investimento (circa 2,5-3 milioni di euro solo per la concessione) ha già grande esperienza nel campo. Il Metellino invece, già parzialmente ristrutturato (manca solo l’ultimo piano), accoglierà il Museo nazionale dell’Immigrazione: il governo ha già stanziato 2,1 milioni di euro per questa destinazione d’uso.
I cinque ettari dell’ex Caserma Gavoglio saranno destinati a parco urbano grazie a un finanziamento di 5 milioni di euro. Di questi, 3 milioni derivano dal progetto europeo Unalab, i rimanenti 2 milioni dal Patto per Genova. Il progetto prevede l’abbattimento di alcuni edifici non utilizzati e la realizzazione di un grande orto botanico, uno spazio di socializzazione per la città. Il tutto entro il 30 giugno 2019, pena la perdita del finanziamento europeo. Sono in corso i primi rilievi idrogeologici: sotto l’area su cui sorge la caserma, identificata come zona rossa, scorrono due rivi, tra cui il Lagaccio.
Altra questione spinosa, la Marinella di Nervi: «Siamo all’inizio dei lavori – spiega Baroni – c’è ancora qualche piccolo problema con la soprintendenza, con cui abbiamo eseguito l’ultimo sopralluogo la scorsa settimana, ma si tratta di dettagli». Per l’immobile degli anni Trenta, il progetto, già reso noto, prevede la costruzione di un albergo con suite, bar, terrazza e centro benessere. Previsto anche un pontile con attracco per piccole imbarcazioni. Rimanendo a Nervi, Baroni ha illustrato anche cosa in bolle in pentola per le quattro principali ville del quartiere: «Prima di tutto vogliamo rimuovere dalle ville i depositi di Aster, carriole e muletti: non è quella la loro destinazione – puntualizza – Puntiamo a rimettere in sesto il roseto, le piante e il bar distrutti lo scorso autunno dalla tromba d’aria. Cambieremo gli orari di apertura delle ville e dei parchi per favorire un maggiore afflusso di visitatori, anche di sera». Il cambiamento maggiore interessa la poco frequentata Villa Luxoro: il museo sarà spostato nella Casa del Console, mentre la villa dovrebbe essere recuperata per l’organizzazione di eventi, congressi matrimoni: «Una struttura bellissima, vogliamo aprirla alla città», afferma Baroni.
Altri due tasselli, la Casa del soldato e l’ex ospedale militare di Sturla. Nel primo caso la questione è “semplice”: «La destinazione d’uso c’è, ma mancano i soldi. Per ora sulla casa del soldato non c’è un euro, ci impegneremo a non mantenerla ferma nei prossimi cinque anni, oltretutto è in una zona a rischio idrogeologico». L’intenzione è quella di destinarla a sede di associazioni sportive, per esempio Urania, ma potrebbe trovare spazio anche per un centro d’ascolto sociale o un doposcuola, sfruttando la vicinanza del King. Destinazione sociale anche per l’ex ospedale militare, «ma non si esclude l’uso abitativo», commenta Baroni. Più difficile invece questo tipo di destinazione per la ex scuola Bernabò Brea, una struttura di quasi 5 mila mq di superficie, di cui 800 mq di giardino: «Ho difficoltà a pensare che un imprenditore possa investire circa 10 milioni di euro su quell’immobile per realizzare appartamenti da almeno 3000 euro a metro quadrato», spiega Baroni. Più probabile la realizzazione di una casa di riposo.
Spinosa la questione Baia degli Angeli a Boccadasse, sulla quale è in corso una trattativa per il totale recupero e valorizzazione: «Lo stabilimento con le sue 158 cabine è chiuso, la palestra e il centro benessere sono stati chiusi, ci sono detriti abbandonati – descrive il consigliere delegato – Parte della zona interessata, circa 1.500 metri quadrati è di proprietà comunale, mentre parte è stata data in concessione a un privato. Dovremo cercare di recuperare l’intera area, al momento abbandonata a se stessa».
Infine, due ex mercati: quello del pesce e quello di corso Sardegna. Nel primo caso sono state ricevute diverse manifestazioni di interesse avanzate da imprenditori privati, nel caso di corso Sardegna c’è una proposta di project financing da parte di Rti.