Il caso Cassimatis, e soprattutto come questo caso è stato trattato dalla stampa, secondo Luca Pirondini, candidato sindaco di Genova per il Movimento 5 Stelle uscito dalla competizione elettorale al primo turno, spiega il flop pentastellato. Ma chiunque vinca al ballottaggio, avverte Pirondini, non si illuda: in consiglio comunale troverà «cinque guerrieri» pronti a difendere l’interesse pubblico.
M5S e Pirondini hanno ottenuto in queste elezioni circa il 18% dei voti, più del 14% delle comunali del 2012 ma molto meno rispetto alle ultime elezioni, le regionali del 2015, quando Alice Salvatore e il suo partito avevano sfiorato il 28%. «Quello che ci è successo due mesi fa – ha spiegato Pirondini in conferenza stampa – avrebbe ucciso anche un cavallo di razza. Quando il garante di un Movimento dice che non si fida di certe persone e che non vuole dare loro il suo simbolo e la vicenda viene trattata dalla stampa con un risalto molto superiore a quello avuto da vicende come il salvataggio in Parlamento di uno che sarebbe dovuto andare in galera è chiaro che si parte svantaggiati».
A quanto pare la presenza di propri consiglieri in Regione e in Comune non ha fatto da traino per M5S. «In Comune – precisa Pirondini – di cinque eletti con il nostro simbolo quattro ci hanno lasciato e non hanno sentito il bisogno di dimettersi».
Per il futuro, comunque, non solo avremo cinque guerrieri pentastellati a Tursi ma, per evitare dissidi e incomprensioni, anche se non cambierà il metodo di selezione dei candidati, il Movimento curerà maggiormente la formazione.
Quanto al ballottaggio, Pirondini invita gli elettori ad andare a votare ma non dà indicazioni di voto: «Ognuno è libero e ragiona con la sua testa. Io andrò a votare e voterò scheda bianca. Mi rifiuto di scegliere tra la padella e la brace. Perché una cosa è certa: a prescindere da chi vincerà, a Genova nei prossimi cinque anni non ci sarà nessun cambiamento».