È positiva la cessione di Ilva, dopo tanti anni di gestione commissariale che hanno portato l’azienda ad accusare un ribasso della produzione, a perdere quote di mercato e grandi commesse e alla messa in cassa integrazione di numerosi lavoratori. Ora, per mantenere vivo lo stabilimento di Cornigliano è necessario che la nuova proprietà punti sulla banda stagnata. È quanto sostiene in una nota stampa Federmanager/Asdai Liguria, l’Associazione sindacale dirigenti aziende industriali della Liguria.
“La scelta del Governo, ricaduta sulla cordata composta da Arcelor-Mittal e Marcegaglia – afferma Paolo Filauro, presidente di Federmanager/Asdai Liguria – è senz’altro motivata su basi tecniche ed economiche e ne prendiamo atto positivamente Ora però ci aspettiamo garanzie dalla nuova proprietà in merito al rispetto dell’accordo del 2005 che prevede la realizzazione a Cornigliano di una nuova linea di banda stagnata. Solo così Genova potrà riconquistare la posizione di leader del mercato italiano persa in questi anni a favore di concorrenti stranieri. Rileviamo tuttavia che ci sono dubbi legati all’esito dell’Antitrust europeo: qualora dovessero entrare in ballo i governi quello italiano dovrà farsi rispettare”.
“Il piano industriale della nuova proprietà – prosegue Filauro – assegna a Genova e a Novi Ligure appena 50 milioni di euro per l’ammodernamento degli impianti industriali esistenti: purtroppo non basteranno per garantirne un futuro. Ci auguriamo che ArcelorMittal decida di fare maggiori investimenti su Cornigliano: un sito che offre una logistica a costo zero per i Paesi dell’Europa meridionale e che dispone soprattutto di un accesso in banchina fondamentale per i traffici marittimi”.