Le apprensioni per l’esito incerto delle prossime elezioni francesi e l’empasse registrata in seno al partito repubblicano sulla riforma dell’Obamacare hanno pesato negativamente sulla propensione globale al rischio, generando delle prese di profitto sullo S&P 500 e delle pressioni ribassiste per il rendimento dei titoli governativi tedeschi e americani. La discesa dei tassi e l’indebolimento del dollaro hanno favorito la performance delle attività finanziarie legate alle economie emergenti. Prezzo del petrolio ancora in discesa, per via del boom di scorte americane, che sta complicando gli sforzi dei Paesi Opec nello stabilizzare l’offerta aggregata.
Strategia: costruttivi sulle classi di attivo di tipo rischioso
L’analisi macro mostra che il ciclo economico globale sta continuando a registrare segnali di ripresa, in particolare a livello di economie emergenti. Visto un quadro politico ancora complessivamente molto incerto, gli esperti ritengono probabile che, nel corso dei prossimi mesi, la Federal Reserve procederà con manovre di restringimento monetario estremamente graduali, e la Bce eviterà di procedere con un tapering eccessivamente aggressivo. Sebbene in chiaro rafforzamento, il ciclo economico americano non mostra ancora la presenza di forti pressioni rialziste su tassi e salari, che tendono in genere a deprimere le performance dei mercati azionari, aumentando la convenienza relativa delle altre classi di attivo.
Tattica: atteggiamento complessivamente cauto
L’analisi di diversi indicatori (rendimenti, volatilità, skewness pe ecc.) continua a mostrare segnali di surriscaldamento per l’azionario, specie a livello di economie avanzate e di iper-venduto sui mercati obbligazionari. I possibili attriti nell’implementazione dell’agenda politica di Trump, e l’incertezza legata all’evoluzione delle elezioni francesi, nelle prossime settimane dovrebbero continuare a generare pressioni ribassiste sui mercati azionari e sui tassi a lunga scadenza Usa e tedeschi. Un consensus di mercato che gli esperti ritengono eccessivamente ottimistico sull’evoluzione di breve periodo dell’economia globale e la diminuzione della probabilità di osservare un ulteriore rapido aumento dell’inflazione a livello globale potrebbero agire nella stessa direzione. La diminuzione della correlazione con il mercato americano, le buone prospettive di crescita di lungo periodo, e i timori della Fed su un dollaro eccessivamente forte continuano a costituire fattori favorevoli per l’evoluzione dei mercati azionari e obbligazionari emergenti.
Questa settimana alcuni esponenti della Fed (Evans, Kaplan, George Yellen, Kapaln) avranno modo di tenere diversi interventi pubblici. Dalle loro dichiarazioni emergerà un quadro complessivamente più nitido sui piani di riduzione dell’ampiezza dello stato patrimoniale della banca centrale americana. Occhi puntati su indice di fiducia dei consumatori del Conference Board, dettaglio della dinamica dei profitti societari (che emergeranno con la pubblicazione della terza stima del pil per il quarto trimestre del 2016), nonché sui dati su reddito e spesa personale, per valutare la sostenibilità prospettica dei consumi americani, che hanno pilotato la recente crescita economica. Nell’area Euro attesi i dati sulla fiducia di consumatori e imprese, che dovrebbero registrare una ulteriore accelerazione, e sui prezzi al consumo, la cui dinamica di espansione annua è attesa in leggera moderazione.