Negli Stati Uniti le minute della Fed hanno sostanzialmente avvalorato quanto le Yellen ha esposto la settimana scorsa davanti alla commissione Bancaria. I verbali riportano come molti partecipanti al Fomc (il braccio di politica monetaria della Fed) abbiano sottolineato che potrebbe essere appropriato alzare di nuovo i tassi sui Fed Funds relativamente presto nel caso in cui i dati occupazionali e sull’inflazione dovessero essere in linea o anche più solidi rispetto alle aspettative correnti.
Il Segretario Usa del Tesoro Steven Mnuchin ha fissato per agosto l’attuazione del piano fiscale espansivo proposto da Trump, e proprio su tale argomento il comitato ha mostrato una sorta di spaccatura tra membri «dovish» che gradirebbero mantenere invariati i tassi fin quando la spinta fiscale sarà in essere, mentre gli «hawkish» vorrebbero procedere con un rialzo già a marzo.
Il mercato dei treasury è rimasto poco mosso: il benchmark decennale continua a trattare tra rendimenti compresi tra 2,30% e 2,50%, mentre l’azionario ha toccato nuovi massimi.
Proprio sul mercato azionario a stelle e strisce si sta verificando una situazione particolare: l’indice S&P 500 sta vivendo una fase di forte crescita contestualmente a una volatilità vicina ai minimi degli ultimi anni espressa dall’indice VIX, che misura la volatilità implicita nel prezzo delle opzioni sull’ S&P500. Questo indicatore misura il prezzo che gli operatori sono disposti a pagare per assicurarsi la facoltà ma non l’obbligo di scommettere al rialzo e al ribasso sull’indice. Statisticamente si osserva come esista una correlazione inversa tra VIX e S&P500, ossia al crescere del mercato azionario cala la volatilità e viceversa.
Negli ultimi anni si è assistito, sempre più frequentemente, ad accadimenti (non sempre di natura economica) che hanno turbato pesantemente l’evoluzione dei mercati finanziari, per questo motivo, ha preso sempre più campo l’analisi di un nuovo indicatore detto «SKEW» che attraverso l’analisi della volatilità implicita delle opzioni «out of the money», suggerisce a quale livello venga percepito il «tail risk», ossia la possibilità che il prezzo dell’asset class sotto esame possa discostarsi sensibilmente dal proprio livello corrente.
Storicamente SKEW e VIX hanno avuto un trend similare, negli ultimi due mesi si è però assistito a un andamento divergente, con gli indici inversamente correlati; questo segnale suggerisce come nel medio periodo gli investitori siano orientati verso un andamento positivo dell’azionario, nonostante ciò, il prezzo delle opzioni «out of the money» suggerisce anche come molti operatori siano corsi a proteggersi dal rischio di un drawdown di mercato. Questo ha fatto aumentare il prezzo delle coperture, che a loro volta hanno influito sul livello dello SKEW.
A livello macroeconomico il Pil tedesco è risultato in linea con le attese a +1,7% su base annua, mentre deludente è stato il dato britannico attestatosi a +2% contro una previsione del 2,2%.
Nei prossimi giorni in Europa usciranno i dati del Pil del 4Q per Francia, Spagna e Italia, a livello comunitario i tassi di inflazione globale e core per il mese di febbraio.
Negli Stati Uniti si attendono gli ordinativi di beni durevoli e di beni da investimento, questi indici dovrebbero confermare lo stato di progresso dell’economia, inoltre è attesa la conferma del dato del Pil americano atteso a +2,1%.