“La giunta Toti sembra voler non occuparsi realmente dei problemi della Regione, ma scaricarli appena possibile sui territori, sapendo benissimo che questi sono in grande difficoltà e che non essendo in grado di sostenere economicamente le aziende pubbliche del trasporto per partecipare alle gare, apriranno ai privati svendendo le loro quote di partecipazione, fatto particolarmente preoccupante sia per i lavoratori, sia per la garanzia del servizio in tutte le aree della Liguria, soprattutto quelle più scomode, entroterra e collinari, che potrebbero essere penalizzate”.
Lo dichiarano Cgil, Cisl e Uil parlando del settore del trasporto pubblico. I sindacati chiedono all’assessore competente Gianni Berrino e alla giunta di difendere la legge 33/2013 che aveva creato il bacino unico regionale, ribadendo che l’assessore lo aveva confermato solo pochi mesi prima, negli incontri con le organizzazioni sindacali. Le associazioni dei lavoratori sperano che Berrino attenda il giudizio della Corte Costituzionale e il testo definitivo della legge Madia, “prima di prendere decisioni che potrebbero rivelarsi sbagliate e che potrebbero creare le condizioni, su ogni singolo territorio della regione,per riavviare una nuova stagione di lotte a difesa dei contratti e dei diritti dei lavoratori, se non verranno rispettati, e dei cittadini che dovranno avere certezza del miglior servizio di mobilità pubblica possibile”.
In consiglio regionale invece, accusano i sindacati, Berrino ha portato al voto un testo che modifica pesantemente la legge in vigore, spazzando via il bacino unico, l’Agenzia regionale, i possibili 20 milioni di euro l’anno di risparmi, il bando unico di gara regionale.
L’assessore Berrino motiva l’intervento sulla legge, con i ricorsi delle attuali aziende oggi esercenti dei servizi, relativi alla gara per
individuare i gestori del servizio sull’intero bacino e del ricorso dall’autorità garante della concorrenza e del mercato.
I sindacati ricordano che il Tar della Liguria, che aveva in esame i ricorsi, ha sospeso i relativi giudizi rimandandoli alla Corte Costituzionale che non si è ancora espressa, quindi ad oggi non c’è un giudizio che si dichiara contro il bacino unico Ligure e cambiando la legge non ci potrà più essere. Anche la spesso richiamata “riforma Madia” sui servizi pubblici locali, non ancora approvata, parla di articolare i bacini in più lotti per le gare, ma non sembra impedire la creazione di un bacino unico.
“In altre regioni, l’ultima è la Calabria – ribadiscono i sindacati – si è andati verso la creazione del bacino unico individuando questo come modello vincente soprattutto in tempo di crisi. Allora non si capisce perché in Liguria si stravolga quanto previsto dalla legge regionale precedente e senza attendere ne il giudizio della Corte Costituzionale, ne il testo definitivo della riforma Madia”.