Il progetto preliminare fatto da Iren è pronto ed è stato presentato in conferenza dei servizi. Il depuratore di Chiavari, cioè quello comprensoriale del Tigullio Orientale, sarà pronto nel 2022 e contribuirà a fare uscire Sestri Levante e Lavagna dalla procedura di infrazione europea per quanto riguarda la depurazione delle acque.
Enrico Pignone, consigliere delegato della Città Metropolitana, ribadisce che quella era l’unica soluzione fattibile considerando anche i costi ed elenca le novità rispetto all’ipotesi iniziale: «Intanto tra cinque anni Chiavari avrebbe dovuto mettere mano all’impianto esistente per rifarlo, visto che è vecchio di 45 anni e non sarebbe più stato possibile rifarlo a Preli, perché oggi occorrono dimensioni e spazi diversi, saremmo finiti di nuovo alla colmata». Altro aspetto da non trascurare è che i 5800 metri quadrati di Preli potranno essere utilizzati per una riqualificazione.
Pignone prova anche a spegnere le paure dei balneari: «A Recco abbiamo realizzato una condotta sottomarina con Camogli e i balneari del golfo Paradiso ci hanno persino ringraziato. Non capisco questa opposizione da parte dei chiavaresi». La tubazione sommersa sarà lunga 10 km sui 29 totali (previste anche 11 stazioni di sollevamento) e sarà piazzata a 15 metri di profondità, in questo modo non sarà influenzata dall’effetto delle onde. I tubi saranno in acciaio, simili a quelli degli oleodotti, con protezione di una gabbia in calcestruzzo. Verranno assemblati nel porto di Chiavari e poi sommersi.
«Per far capire che rumore e odori non saranno un problema – aggiunge Pignone – sono disposto anche ad accompagnare chi tra i cittadini ha queste paure al nuovo depuratore di Recco, che è della stessa tipologia di quello che verrà costruito a Chiavari». Si tratta di un depuratore a membrane che consentirebbe di usare l’acqua depurata anche nei porti di Chiavari e Lavagna, dove attualmente si utilizza quella potabile. La parte più onerosa sarà la revisione del collettamento con le valli interessate.
Anche gli studi sul traffico veicolare indotto per lo smaltimento dei fanghi non avrebbe un grosso impatto sul traffico: «A regime transiteranno 2 mezzi al giorno d’inverno e 4 mezzi al giorno d’estate», rassicura Pignone. Inoltre l’impianto sarà formato da sei moduli che si potranno chiudere o aprire a seconda del fabbisogno. A regime il depuratore sarà in grado di trattare 33 mila metri cubi al giorno in tempo secco e 100 mila metri cubi in tempo di pioggia. In tutto costerà 80 milioni di euro e servirà un bacino di 210.000 abitanti equivalenti.
Dal punto di vista della sicurezza il flusso potrà essere interrotto immediatamente senza che si verifichino situazioni di sversamento com’è accaduto per la Iplom in val Polcevera.
Il Comune di Chiavari ha partecipato con dei tecnici alla conferenza dei servizi, ma ha ribadito il no all’opera «una posizione non coerente con il mandato istituzionale e pretestuosa» secondo Pignone. Le altre proposte erano state bocciate a causa dei divieti di scaricare in torrente (Carasco) o della possibilità di costruire in aree esondabili (Leivi) o delle dimensioni dell’area prescelta (Lavagna), ma anche perché Chiavari sarebbe l’ipotesi meno costosa.
Il Puc prevede impianti sportivi per quegli spazi, che sono comunque realizzabili, tanto che la Gallarati Architetti, che ha realizzato il progetto urbanistico-architettonico, ha proposto aree verdi, aree gioco per bambini e anche un percorso di atletica in terra stabilizzata. «Spetterà comunque al Comune decidere», puntualizza Pignone.
Ma oggi è stata anche la giornata della firma del contratto per cominciare i lavori del depuratore di Rapallo (25 milioni di euro): il Tar ha respinto il ricorso da parte dell’ati arrivata seconda ed entro 90 giorni verrà presentato il progetto con annessa consegna alle imprese vincitrici dell’area di cantiere in località Ronco.
I prossimi appuntamenti saranno venerdì 22 luglio per la conferenza dei servizi sul depuratore di area centrale di Genova (quello di Cornigliano), che deve essere adeguato alle norme comunitarie.
Sempre venerdì conferenza dell’ato rifiuti. All’appello mancano i piani delle province di Savona e della Spezia.