Volerà da Johannesburg a Cape Town (e ritorno), il primo aereo parzialmente alimentato a biocarburante a base di tabacco: è la prima volta che un aereo africano (la compagnia è la South African Airways) viaggia grazie a un combustibile derivante da una materia prima prodotta in Africa. Il grande giorno è venerdì 15 luglio, alle 11. Ma la vera protagonista di questa notizia è Sunchem, l’azienda di Arma di Taggia a cui, insieme all’Università di Piacenza, si deve l’invenzione di Solaris, il seme di tabacco che consente un utilizzo alternativo della pianta: grazie all’accordo stretto con Boeing e con Saa, Sunchem vede finalmente il proprio tabacco “mettere le ali”.
Il brevetto Solaris, nato dall’attività del professore Corrado Fogher, dopo 15 anni di ricerca genetica e scientifica, è registrato in 130 Paesi nel mondo. L’intero controllo e gestione sono affidati alla Sunchem Holding, presente non solo in Italia, ma anche in Brasile, Usa, Namibia e, appunto, Sudafrica. «Questo primo volo è per noi motivo di orgoglio e grande emozione – commenta il fondatore di Sunchem, Carlo Ghilardi – Ingegno e risorse totalmente italiane sono alla base di questo successo mondiale».
Il Sudafrica, come del resto l’Italia, è un grande importatore di petrolio. La coltivazione di un seme di tabacco destinato alla produzione di carburante, potrebbe rappresentare la strada verso l’autonomia commerciale, ma non solo: sarebbe anche una valida alternativa alla coltivazione di tabacco da fumo, il cui mercato non è più così florido. «Il Sudafrica ha la grande ambizione di diventare autonoma in questo settore – spiega Sergio Tommasini, direttore operativo di Sunchem – e il brevetto Solaris rappresenta una grande opportunità». E in Italia? «In Italia le cose sono un po’ più complicate, soprattutto per quello che riguarda i costi, in particolare quelli legati alla manodopera, ma ci stiamo muovendo: stiamo lavorando alla firma di un protocollo di intesa con Boeing, Eni, Alitalia e Delta Fina per sviluppare la produzione italiana di carburante vegetale. Abbiamo parlato con il ministro Guidi, anche Calenda si è espresso in una nota. Abbiamo anche iniziato a fare delle prove in Abruzzo».
Non è ogm, non contiene nicotina, non è tossico, presenta una produzione di olio per ettaro molto superiore ad altre oleaginose, si adatta a diversi climi. Il tabacco Solaris massimizza la produzione di fiori e semi a scapito della produzione di foglie, la pianta è estremamente robusta, può essere coltivata su terreni marginali non utilizzabili per la produzione alimentare. Da un ettaro di coltivazione di tabacco energetico si può ottenere una produzione media di 6-10 tonnellate di sementi (e oltre), con più raccolte durante l’anno. Il seme contiene circa il 40% di olio e dalla spremitura a freddo si può ottenere il 33-34% di olio grezzo e il 65% di panello proteico. Se ne può ricavare olio per biocarburanti e jet-fuel per l’aviazione. «E con i residui, mangimi animali e biomassa a scopo energetico», aggiunge Tommasini. Le emissioni di CO2 dovrebbero ridursi almeno della metà. «Siamo partiti dalla nostra piccola Liguria, e oggi vediamo il nostro logo impresso su un Boeing della South African Airways. Già questo è per noi un grande risultato e motivo di soddisfazione», afferma Tommasini.