Secondo la Banca d’Italia nel 2015 i prestiti bancari al settore privato non finanziario ligure hanno continuato a ridursi (-0,7 per cento), ma con un ritmo meno intenso rispetto all’anno precedente (-1,8 per cento nel 2014); nel primo trimestre del 2016 il calo è proseguito (-0,8 per cento).
La diminuzione dei credito bancario ha interessato le sole imprese; i finanziamenti alle famiglie consumatrici hanno ripreso ad aumentare dalla metà del 2015
Secondo le informazioni della Regional Bank Lending Survey, la dinamica dei prestiti alle imprese ha riflesso una limitata ripresa della domanda, non estesa a tutti i comparti, e criteri di offerta che seppure più accomodanti si sono mantenuti selettivi, soprattutto nel comparto delle costruzioni. Si è rafforzata la richiesta di nuovi finanziamenti da parte delle famiglie, in presenza di un leggero allentamento delle condizioni di offerta.
In base ai dati raccolti presso gli intermediari attraverso la Regional Bank LendingSurvey nel corso del 2015 la domanda di credito delle imprese ha manifestato limitati segnali di ripresa, non estesi a tutti i comparti; le costruzioni, in particolare, hanno continuato a risentire dell’assenza di nuove iniziative.
Tra le principali determinanti della domanda sono risultate prevalenti quelle volte al sostegno del capitale circolante e alla ristrutturazione del debito; le richieste finalizzate a nuovi investimenti produttivi sono state meno frequenti, in connessione con la debolezza dell’accumulazione di capitale da parte del tessuto produttivo regionale.
Le condizioni di accesso al credito hanno mostrato segnali di allentamento, su cui a vrebbe inciso anche il carattere marcatamente espansivo della politica monetaria. Le più favorevoli condizioni di offerta si sono tradotte in una riduzione dei margini di interesse applicati al la media dei prestiti e in un incremento delle quantità messe a disposizione. Gli intermediari hanno mantenuto un atteggiamento maggiormente selettivo nei confronti delle imprese di costruzioni.
Anche l’indagine sulle imprese industriali e dei servizi indica che, nelle valutazioni degli intervistati, la domanda di credito si è mantenuta limitata e le condizioni di accesso al credito sono progressivamente migliorate durante l’anno.
Secondo la Regional Bank Lending Survey nel corso del 2015 è proseguita l’espansione della domanda di prestiti da parte delle famiglie, che ha interessato sia i mutui per l’acquisto di abitazioni, sia il credito al consumo.
Dal lato dell’offerta, è continuato il leggero allentamento delle condizioni di accesso al credito. Con particolare riferimento ai mutui, i segnali di distensione hanno interessato soprattutto gli spread medi applicati alla clientela e le quantità offerte.
Nel 2015 i prestiti delle banche e delle società finanziarie alle famiglie consumatrici sono tornati ad aumentare (1,0 per cento; – 0,8 nel 2014).
L’incremento ha riguardato soprattutto il credito al consumo e gli altri prestiti riconducibili prevalentemente alle aperture di credito in conto corrente (saliti, rispettivamente, del 3,2 e dell’1,8 per cento).
Lo stock di mutui per l’acquisto di abitazioni è rimasto sostanzialmente stabile; tuttavia, proseguendo il recupero iniziato nel 2014, il flusso di nuovi mutui, al netto delle operazioni di surroga e sostituzione, è aumentato di un terzo, portandosi a circa 1 miliardo di euro.
La possibilità di stabilire per un lungo periodo condizioni di costo molto contenute nel confronto storico ha indotto una crescente porzione di mutuatari a preferire le forme contrattuali a tasso fisso, che in media d’anno hanno superato il 55 per cento delle erogazioni totali. Nel 2015 le surroghe e le sostituzioni sono aumentate in misura considerevole, raggiungendo un valore superiore a un quarto delle erogazioni complessive dell’anno (l’incidenza sul totale era stata poco meno del 5 per cento nel 2014).
.Il taeg sulle nuove operazioni di mutuo per l’acquisto di abitazioni ha continuato a calare, come nella media del paese: nell’ultimo trimestredel 2015 è sceso al 2,7 per cento (3,0 per cento nel corrispondente periodo del 2014. Il differenziale tra il tasso fisso e quello variabile è rimasto sostanzialmente stabile rispetto alla fine dell’anno precedente (circa un punto percentuale).
In base ai dati più recenti dell’indagine Eu-Silc, nel 2014 il 22,3 per cento delle famiglie liguri era indebitato per un mutuo e/o per credito al consumo; tale percentuale risulta inferiore rispetto sia al Nord Ovest, sia all’Italia (dove è pari, rispettivamente, al 27,7 e al 25,2 per cento). Il dato è diminuito di circa 1,5 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione, a causa della minore diffusione del credito al consumo, mentre la quota di famiglie con un mutuo è salita di oltre 2 punti percentuali (al 13,9 per cento).
Tenendo conto non solo dei prestiti bancari, ma anche di quelli delle società finanziarie, nel 2015 il credito al settore produttivo ligure è diminuito del 2,4 per cento ( -2,8 n el 2014. La lieve attenuazione del calo riflette la dinamica dei finanziamenti al comparto manifatturiero (la cui variazione è passata dal -4,9 per cento nel 2014 al 0,5 nel 2015), che ha beneficiato dei rilevanti aumenti del credito al comparto petrolifero, chimico e farmaceutico e, in misura minore, ai mezzi di trasporto. Nel terziario, dove i finanziamenti sono scesi del 2,0 per cento, l’unica branca per la quale si è registrato un incremento è stata quella dei servizi di trasporto e magazzinaggio. È proseguita, accentuandosi, la riduzione dei prestiti alle costruzioni (-3,3 per cento), in connessione con l’andamento con giunturale del comparto.