Un tavolo fatto con un olmo di 150 anni che prima era una porta, cassetti ricavati da vecchie valigie, un quadro coloratissimo realizzato con il ferro, una lampada che ha come piedistallo un tronco che sembra scolpito. Sono alcuni degli oggetti esposti e in vendita da Gb Gallery a Genova, in occasione dell’edizione zero del salone sull’eco design.
Nelle giornate di giovedì 14, venerdì 15 e sabato 16 aprile, Gb Gallery presenta al pubblico una prima selezione di firme e relativi prodotti che si distinguono in questo senso, ma è solo un primo passo, come spiega il presidente Daniele Weiss: «Il vecchio circuito ricerca-sviluppo- produzione-vendita-discarica è superato, bisogna finire col riutilizzo. Gb Gallery ha iniziato un percorso per selezionare fornitori che producono o prodotti riciclati o che ricavati da materiali già utilizzati in precedenza per altri usi. In questo primo salone, per esempio abbiamo selezionato la Nature Design, un’azienda del veronese che riporta a nuova vita materiale che era stato usato per l’architettura rurale di molti anni fa».
Enrico Rovida, presidente Team srl, ha realizzato un approfondimento per Aiscris (Associazione italiana Società di consulenza per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo) proprio sull’economia circolare: «Nel 2048 ci saranno 9 miliardi di persone nel mondo, andiamo incontro verso un’ancora maggiore scarsità di risorse alimentari e industriali. Già da tempo scarseggiano parecchie materie prime: antimonio, gallio, magnesio, tantalio, berillio, germanio eccetera, oggi borati, cromo, coke di carbone, silicio metallico, fosfato di roccia, magnesite. Queste emergenze hanno spinto l’Ue a redarre nel dicembre 2015 un piano di azione per l’economia circolare: la cosiddetta tecnosfera è il meccanismo attraverso cui le materie prime di alcuni prodotti vengono riusate o riciclate per nuovi prodotti. Parliamo di anche di redesign».
In questo senso oggi sta prendendo piede l’analisi “Cradle to cradle” (dalla culla alla culla), che analizza nel dettaglio il singolo prodotto valutandone la salubrità dei materiali, la loro riutilizzabilità dopo l’uso, l’impiego di energia rinnovabile, la gestione della CO2, la qualità delle acque nella fase di produzione e l’equità sociale del prodotto.