Nella settimana che ha preceduto la Pasqua sui mercati aleggiava un clima pre-vacanziero che ha diradato i volumi e ha determinato qualche presa di beneficio. Tali rintracciamenti hanno riguardato in particolar modo il mercato azionario europeo (-1,82), americano (-0,31), emergenti (-1,63), che si sono accompagnati a un leggero rafforzamento del dollaro.
Quali le determinanti di tali (marginali) correzioni? A Bruxelles martedì si sono verificati due gravi attacchi terroristici rivendicati dall’Isis, nei quali hanno perso la vita 31 persone e altre 250 sono rimaste ferite. Questi attacchi sembrano parte di una strategia del terrore che è partita con gli episodi di Parigi e alla quale l’Europa sembra trovare difficoltà a rispondere con una linea comune ed efficace, specchio dell’ancora lontana unità politica. La reazione dei mercati a questi gravi fatti è stata peraltro misurata e composta. Altro catalizzatore dell’attenzione degli operatori sono state le parole di Bullard, il quinto membro Fed in questa settimana (dopo Williams, Lockhart, Evans e Harker) a mostrare un’impostazione relativamente meno accomodante rispetto al recente Fomc. Il presidente della Fed di St. Louis, manifestando un certo ottimismo verso il raggiungimento dell’obiettivo del 2% per l’inflazione US, è arrivato a dichiarare che con un altro buon labour market report, un rialzo ad aprile (riunione del 26-27/4) non è da escludere. Da qui qualche correzione sui mercati azionari (sempre infastiditi dalle sorprese) e un leggero rafforzamento del dollaro. Un atteggiamento più aggressivo nella politica monetaria della Fed potrebbe riportare sul tavolo la guerra valutaria che dopo l’ultimo G20 sembrava essere stata accantonata dalle agende dei banchieri centrali.
Una ripresa delle ostilità potrebbe riportare volatilità sui mercati e, per l’appunto, sui cross valutari con un apporto di instabilità sul sistema finanziario e sulle economie dei Paesi più fragili, in primo luogo gli emergenti, che non sembra trovare una contropartita positiva per il benessere globale come faceva notare il governatore della banca centrale indiana che, in un articolo apparso sul Sole 24 Ore, ha invocato una nuova Bretton Woods. Gli esperti rimangono dunque attenti alle possibili evoluzioni e alle dichiarazioni che precederanno la riunione della Fed di aprile e in settimana analizzeranno i dati sull’occupazione US che, come citato, sono tra i riferimenti principali per tale decisione.