Prossimo appuntamento entra metà febbraio al tavolo tecnico istituito dal presidente Giovanni Toti tra Regione Liguria e Tirreno Power per trovare la soluzione ai problemi del sito di Vado Ligure dove i gruppi a carbone della centrale elettrica sono fermi da oltre un anno e mezzo.
Tirreno Power spa – società a controllo congiunto di Gdf Suez Energia Italia spa (gruppo Engie) ed Energia Italiana spa, a sua volta detenuta interamente da Sorgenia spa – è uno dei principali produttori di energia elettrica in Italia, presente su tutto il territorio nazionale con le centrali termoelettriche di Torrevaldaliga Sud, Vado Ligure e Napoli Levante, e con 17 centrali idroelettriche distribuite su tutto l’arco dell’Appennino Ligure.
Nel marzo 2014 la magistratura aveva imposto lo spegnimento dei due gruppi a carbone della centrale di Vado Ligure.
L’azienda punta a trovare una soluzione che garantisca la piena occupazione dei 200 dipendenti dello stabilimento di Vado e quindi la ripresa del lavoro anche nei due gruppi a carbone. Al momento la forza lavoro di Tirreno Power è in contratto di solidarietà ma gli ammortizzatori sociali scadranno in autunno. I dipendenti dell’azienda direttamente coinvolti con i contratti di solidarietà sono circa 300, di cui circa 200 nel sito di Vado Ligure.
Il fermo dei gruppi a carbone ha provocato anche un importante impatto sui lavoratori delle aziende appaltatrici a causa della riduzione dell’80% delle attività affidate all’esterno, con gravi conseguenze sull’economia dell’indotto in tutta la provincia. L’azienda ha messo sul tavolo alcune possibili opzioni di breve e medio-lungo periodo per mantenere e valorizzare il sito industriale con due obiettivi: la salvaguardia dell’occupazione e il rispetto dell’ambiente.
Intanto è diventato operativo il piano industriale che dovrebbe costituire la piattaforma per il rilancio della società. Tirreno Power può contare su moderni ed efficienti centrali a ciclo combinato alimentate a gas e di impianti idroelettrici per una potenza complessiva di circa 2.500 MW di capacità produttiva.
In dicembre l’assemblea straordinaria di Tirreno Power ha perfezionato il closing del piano di ristrutturazione del debito omologata dal tribunale di Roma lo scorso 18 novembre e ha varato la nuova governance. Gli azionisti hanno ricapitalizzato per 100 milioni la società e hanno approvato l’emissione di strumenti finanziari partecipativi a favore delle banche creditrici.
L’operazione prevede il rifinanziamento di 300 milioni al 2022, un convertendo da 250 milioni al 2024, linea revolving da 50 milioni, strumenti partecipativi per circa 284 milioni, rimborsi e stralci per circa 12 milioni.