Il 31 dicembre 2015 si è chiusa l’attuazione del ciclo di programmazione comunitaria 2007/2013. L’ultimo dell’anno ha dunque coinciso con il termine ultimo dei pagamenti che saranno poi rendicontati alla Commissione Ue entro il 31 marzo 2017, per evitare il disimpegno automatico delle somme non spese (e perdere, quindi, risorse). Secondo i dati diffusi dall’Agenzia per la coesione territoriale (che arrivano fino al 31 ottobre 2015) la Liguria si è dimostrata virtuosa nel rispettare i target di certificazione della spesa per il Fesr, mentre arranca ancora per ciò che riguarda il Fse. Saranno dunque fondamentali i risultati raggiunti negli ultimi due mesi dell’anno.
Centrati gli obiettivi del Fondo europeo di sviluppo regionale, con un target superato del 6,2% e ancora il 2,2% di spesa da certificare, la Liguria si piazza al terzo posto di una classifica guidata da Puglia e Friuli Venezia Giulia: per il Fesr sono solo sette le regioni ad aver raggiunto e superato il target di certificazione, mentre le altre, tolto il Molise che rimane in una soglia accettabile, risultano in ritardo.
Lo stesso non si può dire per il Fondo sociale europeo: la Liguria è al 15esimo posto, nella fascia “rossa” con una distanza dal target da colmare del 9,1% e ancora il 14,8% di spesa da certificare. Per il Fse le regioni virtuose sono ancora meno: Campania, Veneto, Provincia autonoma di Trento e, al primo posto, Emilia Romagna. Proprio l’Emilia Romagna, con una distanza dal target di spesa del +5,4% per il Fse e del 4,7% per il Fesr si dimostra l’unica regione italiana ad aver raggiunto e superato, finora, gli obiettivi in entrambi i fondi. Al contrario, Sicilia e Lombardia per ciò che riguarda il Fondo sociale europeo (-20% e -18,6%) e Veneto e Calabria per il Fesr (rispettivamente -29,2% e -26,8%) indossano le maglie nere delle due classifiche.