Un giorno a Biella, il giorno dopo a Panama. Un viaggio improvvisato in Arabia Saudita, con un visto ottenuto nel giro di poche ore dal consolato a Roma. È la vita di Francesco Frisoni, genovese, classe 1975, perito esperto di frutta fresca e merci deperibili. Viaggia per il mondo, soprattutto nel Mediterraneo, per svolgere controlli di qualità in sbarco e imbarco e perizie danni.
Dopo 8 anni di esperienza maturata in uno degli studi più importanti a livello mondiale, Spolidoro sas, nel 2012 Frisoni fonda Janua Cargo Surveys & Claims Management, con sede in via Caffaro, a Genova: «Quando nel 2004 ho iniziato a lavorare, non sapevo nemmeno che esistesse questo mestiere – racconta – In Italia non ci sono corsi o scuole che preparano a questo mestiere: si impara tutto sul campo». E il campo in cui Frisoni si è specializzato è soprattutto quello degli alimentari, in particolare frutta, che viaggiano su navi container e bananiere (anche se ormai meno diffuse) in giro per il Mediterraneo: «I danni ai carichi di banane sono anche quelli più ingenti a livello economico – spiega – un caso particolarmente grosso ha riguardato un trasporto di questa merce a Bucarest, nel 2012: le banane hanno viaggiato prima su nave e poi su terra e, sebbene apparentemente non ci fossero problemi, dopo pochi giorni hanno cominciato a maturare. Causa: un’avaria durante la navigazione, che ha provocato un danno da 300 mila dollari». Frutta ma non solo: «Molti casi riguardano altri tipi di alimenti: caffè, carne, pesce. Ma anche merci come la lana: in questo caso, per esempio, un carico proveniente dall’Australia è arrivato a Biella bagnato. Grazie a una procedura chimica basata sull’utilizzo del nitrato di argento, un “trucchetto” noto fra i periti, è stato possibile individuare la causa del bagnamento, in quell’occasione proprio l’acqua salata».
Non è un caso se esperienza e strumentazione adeguata debbano essere necessariamente affiancate da una preparazione tecnico-scientifica e da una buona dose di curiosità: «Sono fondamentali in questo mestiere – racconta – soprattutto se si tiene conto del fatto che non esiste ordine o albo che abiliti alla professione. Questo lascia spazio a moltissima concorrenza, più evidente nel controllo qualità, un campo in cui i clienti vogliono spendere poco. Spesso è impossibile garantire il servizio a prezzi bassi: le spese sono tante, in primis quelle di trasporto. Eppure ci sono “colleghi” che fanno prezzi stracciati. Ma in questi casi la prestazione non può essere di qualità. E quando il cliente se ne accorge, è troppo tardi». Esistono però un’associazione di categoria e un ruolo della Camera di commercio, ai quali Frisoni è iscritto: «Parliamo dell’Aipert, Associazione italiana periti trasporti, e del Ruolo dei periti e degli esperti dell’ente camerale».
La perizia danni rappresenta la parte più interessante dell’attività di Janua. Ma non è l’unica, come spiega Frisoni: «Un’altra parte molto importante e redditizia della professione è tutta l’area che riguarda il controllo qualità sulle merci in imbarco e sbarco». Attività sulla quale ha inciso pesantemente l’attuale situazione di conflitto in alcuni Paesi del Mediterraneo: «La parentesi in Tunisia, l’Algeria, ora la Siria: aree in cui si lavorava con molta frequenza». Si tratta di un lavoro più schematico, ma che presuppone uno storico con il cliente, quindi più continuativo: e tra i principali clienti di Janua, a fianco a nomi come Msc e Messina, c’è anche il recente ingresso di Chiquita.
Un mestiere che vede alternarsi moli di lavoro più o meno intense nel corso dell’anno: per motivi logistici, Frisoni si avvale anche di una rete di collaboratori in una ventina di Paesi del mondo: «Lavoro soprattutto nel Mediterraneo – dice – ma non mi pongo limiti di spazio. Per esempio, sono tornato di recente da Panama: una chiamata e ho prenotato il primo volo disponibile. A volte si tratta di eseguire un controllo qualità di due ore, a volte sono necessarie due settimane o più. Per questo talvolta diventa davvero difficile, se non impossibile, seguire ogni caso passo per passo e personalmente».