Il primo semestre dell’anno regala qualche spiraglio di luce all’economia genovese: qualche timido segnale incoraggiante dal mondo dell’imprenditoria, le conferme da turismo e portualità, i due settori trainanti di Genova, l’uscita dalla fase deflativa. Ma sebbene l’assessore Emanuele Piazza affermi con cauto ottimismo che i dati dicono che la città «è di chi lavora e non di chi mugugna», restano però in crisi le attività commerciali e l’edilizia. Non si tratta di mugugni, bensì di numeri che parlano di due comparti ancora in sofferenza, nonostante il trend di decrescita evidenzi un rallentamento. Male anche l’imprenditoria femminile e quella giovanile.
Ma veniamo ai dati. La deflazione, così come quella nazionale, si allontana: si passa dal tasso tendenziale dello 0% di dicembre 2014 al -0,5% di gennaio 2015 fino al +0,5% di giugno (contro lo 0,2% dell’Italia). Il dato pone Genova al secondo posto della classifica dei capoluoghi di provincia dopo Milano (+0,6%). Significativo il +1,4% dell’occupazione, il cui tasso passa dal 60,7% del 2014 al 62,1% del 2015. Un dato migliore del trend nazionale (l’occupazione si attesta sul 56,3%), ma non in linea con quello del Nord Ovest (64,3%). Conseguente il calo del tasso di disoccupazione, che al momento si attesta sul 9,4%.
Diminuiscono anche le ore di cassa integrazione (-29,1%), in particolare nel settore dell’industria, dove passano dai 3,25 milioni del primo semestre 2014 ai 2,25 milioni del primo semestre di quest’anno.
In lieve aumento le imprese attive a Genova, che passano dalle 48.921 del primo semestre 2014 alle 48.986 del 2015: +0,1% pari a 65 unità in più. A fare la parte del leone sono le imprese individuali, oltre la metà del totale: sono 27.641, seguite dalle 10.353 società di capitale. Le nuove iscritte alla Camera di commercio di Genova sono 2.008, lo 0,2% in più rispetto alle new entry del 2014.
Rallenta la decrescita delle imprese femminili, che al momento si attestano sulle 9.840 unità, ma registrano sempre un segno negativo (sono 49 in meno rispetto a dicembre 2014). E un ulteriore trend negativo è quello dell’imprenditoria giovanile: «Su questo stiamo lavorando per integrare università, ricerca e mondo dell’impresa, un modo per creare le basi per l’avviamento di imprese guidate da giovani», spiega Piazza. Nei primi sei mesi del 2015 gli imprenditori under 35 registrano un calo di 222 unità, pari al 6,4% in meno. Per ciò che riguarda le startup, 55 sul territorio comunale, il capoluogo ligure è ancora indietro rispetto al resto d’Italia: il peso delle startup genovesi è pari all’1,3% del totale nazionale: «Potrebbero essere di più perché molte non sono ancora registrate in Camera di Commercio – commenta l’assessore – il Comune sta comunque facendo la propria parte per incentivare la creazione di nuove imprese. Per esempio partecipando attivamente a Italian Innovation Hub che ha scelto proprio Genova, prima in Italia, per lanciare un progetto per la creazione di startup innovative. Il Comune è aperto a supportare queste realtà, mettendo per esempio a disposizione il proprio patrimonio immobiliare come incubatore d’impresa». Si sviluppano invece le imprese straniere: «Un dato che va visto anche in un’ottica di trasformazione sociale della città – dice l’assessore – significa che molti stranieri si integrano bene, ma dall’altra parte si tratta soprattutto di imprese individuali o con al massimo due dipendenti».
Il vero traino di Genova è invece rappresentato dal porto e dal comparto turistico. Qui troviamo una situazione in crescita, con traffici portuali a +3,5%, incremento che riguarda principalmente l’imbarco (+10,5%). Bene anche il movimento container (+6,9%), che interessa sia sbarco (+7,2%), sia imbarco (+6,6%). Anche il traffico passeggeri in questi sei mesi è stato positivo: invariato il numero di passeggeri sui traghetti, mentre riprende a crescere, dopo un anno di calo, il numero di crocieristi (+2,1%), che rappresentano il 40,6% del movimento passeggeri in porto. Aumentano in modo consistente gli arrivi dei turisti (+8,5%), soprattutto stranieri (+13,6%), che incidono per il 45,2% sul totale degli arrivi. Tra le nazionalità prevalenti, i “classici” arrivi di francesi, tedeschi, cinesi (in forte aumento del 55,3%), americani, svizzeri e inglesi. Deciso calo dei turisti russi (-31,2%), mentre un deciso incremento si registra tra le presenze brasiliano (+64,7%), spagnole (43,6%) e turche (+32,2%).
Sebbene il numero di turisti sia in crescita, diminuiscono i visitatori delle principali attrazioni genovesi, musei civici e acquario: nel primo caso il numero si attesta slle 353.700 unità circa, mentre i visitatori dell’Acquario diminuiscono del 15,2% rispetto al 2014 e toccano le 451.900 unità: «Un calo dovuto soprattutto al dirottamento delle scolaresche verso Expo – spiega Piazza –il trend attuale registra già un’inversione di tendenza».
Dati che non consentono di essere del tutto ottimisti, ma che fanno ben sperare in una ripresa: «Dobbiamo ancora lavorare molto, soprattutto su due settori, come il commercio e l’edilizia, che stanno soffrendo ancora la crisi. Ma c’è un tessuto vivo e vitale su cui dobbiamo puntare. E sul quale puntano anche i grandi colossi industriali, come Hitachi che, con l’operazione Ansaldo Sts, dimostra che questa città è attrattiva per l’estero».